martedì 20 agosto 2013

Egitto: la Fratellanza Islamica da un punto di vista storico




La Fratellanza musulmana (ar. al-Ikhwā’n al-muslimū’n) è il movimento politico-religioso fondato da Ḥasan al-Banna nel 1928 a Ismailia, , sul Canale di Suez, diffusosi prima in Egitto e poi nel resto del mondo arabo-islamico. Dal 1936 al 1952 con la rivoluzione degli ufficiali liberi in Egitto si impegnò in un’azione politica soprattutto in chiave antibritannica, ricorrendo anche ad azioni terroristiche. Fu represso da Nasser per motivi ideologici e politici e colpito da pesanti persecuzioni dopo il 1971.

Il fondatore era nazionalista e anticolonialista, ma profondamente certo (a differenza dei nazionalisti liberali del Wafd), che soltanto la religione avrebbe aperto al popolo egiziano la strada del riscatto e della salvezza. Quando parlava ai suoi connazionali diceva: «Noi disprezziamo questa vita, una vita di umiliazione e di schiavitù; gli arabi e i musulmani, qui in questo Paese, non hanno spazio né dignità, e non fanno nulla per opporsi al loro stato di salariati, alla mercé degli stranieri».

E storicamente accettato che il movimento è diventato un punto di riferimento per numerose organizzazioni integraliste. Sul piano religioso favorisce il ritorno al Corano secondo i principi del modernismo islamico. Sul piano sociale chiama i musulmani alla solidarietà e all’impegno attivo, da un lato per superare il sottosviluppo economico, dall’altro per individuare le possibili forme di una lotta di classe. Sul piano politico teorizza lo Stato islamico, interpretando l’Islam come un sistema totalizzante senza distinzione tra la sfera religiosa e quella civile. È presente in Libano, Iraq, Giordania, Palestina e soprattutto Siria, dove la sua azione politica è cresciuta di importanza fin dalla fine degli anni 1970.

Al Banna portò la direzione del movimento al Cairo, diffuse il suo verbo attraverso il Paese, riuscì a creare una solida organizzazione che poteva contare su 150 filiali nel 1936, 216 nel 1937, 20.000 seguaci verso la metà degli anni Trenta, forse 500.000 nel 1944, un milione dopo la fine della Seconda guerra mondiale.

Quando viene assassinato, nel 1949, la Fratellanza è l’organizzazione islamista più autorevole, soprattutto fuori dalle città. La persecuzione inizia nel 1954, quando il colonnello Gamal Abd el-Nasser, al potere dopo un golpe militare che aveva rovesciato la monarchia, scampa a un tentativo di omicidio. Nasser accusa i Fratelli musulmani e molti attivisti, per sfuggire alla tortura, scappano in altri paesi arabi, dove fondano delle “succursali” della Fratellanza. Dal 1981, Hosni Mubarak ha stretto o allentato la sua morsa sui Fratelli musulmani in base alle necessità politiche del momento. Di fatto, nonostante la repressione, la Fratellanza è per decenni la principale forza d’opposizione a Mubarak.

Stando alle ultime notizie, la tv di Stato egiziana ha annunciato l'arresto della guida dei Fratelli musulmani, Mohamed Badia. Nel blitz che ha portato alla cattura della guida dei Fratelli musulmani Mohamed Badia, è stato arrestato anche il portavoce dell'Alleanza delle formazioni pro-Morsi Youssef Talaat.  Sul piatto di una realtà già molto esplosiva è arrivata in giornata la notizia della scarcerazione di Hosni Mubarak. ''Non è stato condannato, sono passati i 18 mesi di carcerazione preventiva, è quindi suo diritto uscire entro le prossime 48 ore'', sottolinea il suo avvocato Farid el Dib. A causa di questo procedimento ancora in corso, Mubarak otterrà una libertà condizionata, forse in un ospedale militare forse direttamente ai domiciliari in casa, ''saranno i giudici a decidere'', ha spiegato il legale.


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