domenica 30 ottobre 2016
Elezioni USA 2016: Clinton-Trump ultimo sondaggio
Il 63% dell'elettorato ritiene che le nuove indagini dell'Fbi circa le mail di Hillary Clinton quando era segretario di Stato non cambiano la loro decisione sul voto. E' quanto emerge da un sondaggio Abc/Washington Post, il primo condotto dopo la comunicazione di James Comey (Fbi) sul ritrovamento di nuove mail legate a Clinton. Il rilevamento conferma inoltre una corsa serrata con il 46% delle preferenze a livello nazionale per la candidata democratica e il 45% per il repubblicano Donald Trump.
Donald Trump supera Hillary Clinton in Florida, Stato cruciale per conquistare la presidenza. Emerge da un sondaggio del New York Times che attribuisce al tycoon un vantaggio di quattro punti percentuali con il 46% delle preferenze sulla ex segretario di Stato, che si attesta al 42%. Il rilevamento è stato effettuato prima che emergessero le nuove mail su Clinton al vaglio dell'Fbi.
E' quanto emerge da un sondaggio Abc/Washington Post, il primo condotto dopo la comunicazione di James Comey (Fbi) s ul ritrovamento di nuove mail legate a Clinton. Il rilevamento conferma inoltre una corsa serrata tra i due candidati con il 46% delle preferenze a livello nazionale per la candidata democratica e il 45% per il repubblicano Donald Trump.
La situazione non sembra modificarsi anche per quanto riguarda gli stati chiave per la vittoria finale. Donald Trump ha quattro punti di vantaggio in Florida, secondo un sondaggio pubblicato oggi dal New York Times. Secondo il 'poll' infatti il repubblicano è al 46% mentre Hillary Clinton sarebbe al 42%. Nel primo rilevamento che il Times ha fatto in Florida - considerato al momento forse lo stato chiave più importante per le sorti delle elezioni dell'otto novembre - un mese fa, Trump era indietro rispetto a Clinton di un punto percentuale.
Anche il sondaggio Nbc/Wall Street Journal vede il candidato repubblicano in rimonta in Florida, anche se rimane indietro, di un solo punto percentuale, rispetto a Hillary Clinton. In particolare il 'poll' sottolinea come la democratica abbia un grande vantaggio, il 54% contro il 37%, tra gli elettori che hanno già votato avvalendosi del sistema dell'early vote. Mentre la situazione si rovescia se si considerano gli elettori che devono ancora votare, con Trump che ha il 51% e Clinton il 42%.
La candidata democratica continua invece ad avere sei punti di vantaggio - 47 a 41 - in North Carolina. Anche in questo stato l'early vote è nettamente in suo favore: il 61% contro il 33% di Trump. Un diverso sondaggio, della Cbs News, dà Clinton in testa solo di 3 punti in North Carolina, dandola in vantaggio anche in Pennsylvania (8 punti) e Colorado (3 punti), mentre Donald Trump sarebbe avanti di due punti in Arizona.
Trump ha definito lo scandalo come il «più grave dall'epoca del Watergate», azzardando un parallelo con il furto organizzato dalla campagna repubblicana di Richard Nixon di documenti dagli uffici del partito democratico a Washington che portò al procedimento di impeachment contro il presidente.
Il direttore dell’Fbi James Comey venerdì, a sorpresa, ha annunciato la riapertura - o meglio un supplemento - delle indagini sulla vicenda delle email della Clinton, quando era segretario di Stato, gestite dal suo server personale. Una decisione presa dopo aver scovato nuovo e non meglio definito materiale nel computer dell’ex marito della stretta collaboratrice di Clinton, Huma Abedin: l’ex deputato Anthony Weiner, la cui carriera è stata bruciata da scandali di sexting e sotto indagine per aver inviato immagini e messaggi osceni a una ragazza di 15 anni in North Carolina. Comey ha affermato che gli agenti non hanno tuttora determinato la rilevanza delle nuove e-mail scoperte, comparse in un conto di posta elettronica che Abedin aveva sul pc del marito, fatto che ha generato ancora più confusione sullo stesso operato dell’Fbi.
Il presidente della campagna elettorale di Clinton, John Podesta, ha criticato esplicitamente Comey, sostenendo che il suo intervento è «straordinario» nella storia delle elezioni americane e che le sue dichiarazioni sono «piene di insinuazioni e povere di fatti». Ha aggiunto che Comey «deve delle spiegazioni all’opinione pubblica» e che, da quanto ha ammesso, «non ci sono prove di violazioni, né accuse e neppure indicazioni che questo materiale abbia davvero a che fare con Hillary». Anche il sospetto che Comey possa aver agito per un eccesso di cautela e per proteggere la sua posizione da futuri attacchi repubblicani e che l’Fbi, formalmente alle dipendenze del Dipartimento della Giustizia, sia vittima di battaglie politiche interne è stato adombrato da alcuni analisti democratici.
Clinton ha chiesto ora all’Fbi e a Comey immediati chiarimenti, a cominciare dal rilascio di tutto il materiale in loro possesso per evitare il pericolo di inquinamenti negli ultimi giorni della campagna. Ha anche indicato di ritenere che gli elettori abbiano ormai tenuto conto del caso delle e-mail, del quale si è scusata ma sempre sostenendo di non aver commesso reati, e che ora è importante evitare distrazioni e «scegliere un presidente».
Ma la paura serpeggia tra i democratici, anche ai vertici della campagna e del partito. «Siamo stati investiti da un autotreno», ha ammesso Donna Brazile, vicina alla Clinton e alla guida del Comitato nazionale del Partito democratico. Il timore è che gli sviluppi, anche se rimanessero avvolti nell'ambiguità e non rivelassero nuovi errori o peggio reati, possano pesare nella dirittura d’arrivo verso le urne. Possono aiutare Trump a mobilitare il suo elettorato, come già dimostrato dai primi rally del fine settimana. E soprattutto potrebbero alienare elettori ancora indecisi e indipendenti, che già vedono nella Clinton un deficit di onestà e trasparenza, e raffreddare gli entusiasmi della stessa base democratica, che fin dalle primarie aveva mostrato scarso entusiasmo per la candidata.
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