La penisola della Crimea, o più semplicemente Crimea, si trova a nord del Mar Nero e a sud dell’Ucraina. In questo territorio convivono 175 nazionalità (solo per fare un paragone, in Russia in totale vivono 193 popoli). Secondo un censimento del 2015, buona parte dei cittadini sono russi (un milione e mezzo, ovvero il 68%), seguiti da ucraini (344.500, 15,7%) e tatari di Crimea (232.300, 10,6%).
E’ stato un plebiscito annunciato e che nessuno può contestare: 1.233.002 persone, il 96,77% degli elettori della Repubblica autonoma di Crimea (dichiaratasi indipendente) hanno deciso di tornare con Santa Madre Russia, dalla quale in una notte di bagordi alcolici la aveva separata nel 1954 l’allora presidente (ucraino) dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche Nikita Krusciov. Visto questo precedente viene da chiedersi come mai nelle piazze della Crimea che festeggiavano la vittoria e la riannessione dopo 60 anni ci fossero, nel mare di bandiere tricolori russe, anche molte bandiere dell’Urss di kruscioviana memoria, e perché ancora di più bandiere rosse con la falce e martello e la stella ne sventolino e innalzino sui palazzi pubblici i russi delle regioni dell’Ucraina del sud-est.
A chi appartiene?
Secondo la legislazione russa, appartiene alla Federazione Russa. L’Ucraina e la comunità internazionale (il G7, la Nato e l’Unione Europea) ritengono però che la penisola faccia ancora parte dell’Ucraina. L’adesione della Crimea alla Russia è avvenuta dopo una serie di manifestazioni di massa a Kiev nell’inverno 2013-2014 (il cosiddetto Euromaidan), seguite dalla salita al potere dell’opposizione in parlamento e dalla cacciata del Presidente ucraino Viktor Yanukovich. La Crimea si è opposta al “cambiamento anticostituzionale del potere a Kiev” e si è staccata dall’Ucraina, condannando il sentimento antirusso nel Paese.
Le autorità della Crimea hanno adottato una Dichiarazione di indipendenza e organizzato un referendum, al termine del quale è risultato che il 95,6% degli abitanti ha votato per l’adesione della penisola alla Russia.
Perché molti Paesi considerano la Crimea parte dell’Ucraina?
Cento Paesi membri delle Nazioni Unite non riconoscono la legittimità del referendum della Crimea, sostenendo che esso violi la Costituzione ucraina. Secondo loro, nessuna decisione in merito alle frontiere ucraine può essere presa sulla base di un referendum nazionale. Secondo la legge ucraina, la Russia si sarebbe annessa un parte di territorio di uno Stato confinante. In segno di protesta, gli Usa e i Paesi dell’Unione Europea hanno introdotto delle sanzioni nei confronti di alcuni alti funzionari russi e contro alcuni settori dell’economia russa.
La Crimea ha sempre fatto parte dell’Ucraina?
La penisola è appartenuta alla Russia dal 1783 al 1954, prima che il governo sovietico decidesse di consegnarla alla Repubblica di Ucraina come “regalo” per l’anniversario dell’annessione dell’Ucraina alla Russia, avvenuta nel 1654. Per la maggior parte degli abitanti della Crimea, questa decisione all’epoca non aveva alcun tipo di conseguenza, poiché tutta la procedura era avvenuta all’interno dell’Unione Sovietica. Con la caduta dell’Urss e l’indipendenza dell’Ucraina, la Crimea è rimasta in suo possesso.
Cosa è successo con l’elettricità?
Dopo l’adesione alla Russia, la penisola ha subito un blackout. Tutto è partito con l’acqua: Kiev ha fermato i rifornimenti in Crimea (prima di allora, l’Ucraina copriva l’85% del fabbisogno di acqua potabile nella penisola).
Successivamente la Crimea è stata privata delle forniture e dei prodotti ucraini. I tatari di Crimea, gli attivisti ucraini e alcuni membri di un’organizzazione di estrema destra hanno bloccato le strade fra la Crimea e l’Ucraina, rendendo impossibile l’accesso ai camion che trasportavano cibo. Nel novembre 2015, la penisola si è vista costretta a dichiarare lo stato di emergenza a causa di un blocco di energia: alcuni individui non identificati, vicini alla parte ucraina, avrebbero fatto saltare le linee elettriche che alimentavano la penisola.
Oggi il problema dell’approvvigionamento di acqua è stato parzialmente risolto e anche il deficit alimentare, grazie ai prodotti russi, è stato ristabilito. Il 2 dicembre è stato avviato un ponte energetico con la regione di Krasnodar.
I sistemi di pagamento Visa e Mastercard nella penisola non funzionano a causa delle sanzioni e, al momento della stesura di questo articolo, tali carte potevano essere utilizzate solo se emesse da banche russe.
I russi sono contenti dell’adesione della Crimea?
Sì, anche se l’euforia per il ritorno della Crimea è logicamente calata in due anni: se nel 2014 la decisione era stata accolta positivamente dal 79% della popolazione, in un anno è calata al 69%, secondo il centro Levada. A livello generale, il consenso su questo tema regge ancora, sia a livello di governo, sia all’interno della società.
Si può circolare legalmente tra la Crimea e l’Ucraina?
I cittadini ucraini possono entrare in Crimea con il proprio passaporto. Kiev infatti considera che i confini non siano altro che una separazione amministrativa, e Mosca non ha introdotto limitazioni: tra i due Paesi esiste infatti un regime senza visti, così come già avveniva prima degli eventi che hanno interessato la Crimea.
Gli stranieri, invece, devono ricevere dai servizi ucraini per l’immigrazione un’autorizzazione particolare per recarsi in Crimea attraverso l’Ucraina e devono rientrare passando per lo stesso punto dal quale sono partiti.
Scambio di accuse fra i leader dei due Paesi. Kiev allerta le truppe. Mosca: "Azioni di terrorismo". Gli Usa: "Nessuna prova per le parole del Cremlino"
Torna a salire la tensione fra Mosca e Kiev, con scambi di accuse durissime fra i presidenti russo e ucraino Vladimir Putin e Petro Poroshenko. Il tutto accompagnato da movimenti di truppe sui confini dei due Stati. Al centro, di nuovo, la penisola di Crimea.
Della questione si occuperà il Consiglio di sicurezza dell'Onu che si riunisce d'urgenza su richiesta di Kiev. "Siamo pronti ad affrontare nuovi sviluppi provocatori e quando verrà superato un certo punto chiederemo la convocazione del Cds", aveva anticipato ieri l'ambasciatore ucraino all'Onu Volodymyr Yelchenko parlando ai giornalisti.
Sempre ieri era stato Vladimir Putin ad accusare l'Ucraina di aver tentato di effettuare un'incursione nella penisola di Crimea, annessa da Mosca dopo il controverso referendum del 16 marzo 2014. "Si tratta di una notizia estremamente preoccupante. Infatti i nostri servizi di sicurezza sono riusciti ad ostacolare un'incursione nel (nostro) territorio ad opera di una squadra di sabotatori del ministero della Difesa ucraino" aveva dichiarato il presidente russo accusando le autorità di Kiev di "agire come terroristi".
Per il servizio di sicurezza russo (Fsb) gli attentati "orchestrati dalla Direzione generale di intelligence del ministero della Difesa ucraino, avevano come obiettivo infrastrutture vitali per la penisola" di Crimea. "I terroristi - secondo i servizi russi - vogliono destabilizzare la situazione sociopolitica durante le elezioni federali e regionali" convocate per il prossimo 18 settembre".
Le accuse che Mosca rivolge a Kiev sono "fantasie" nonché "un pretesto per ulteriori minacce militari contro l'Ucraina", ha dichiarato ieri sera il presidente ucraino Petro Poroshenko. "La Russia accusa l'Ucraina di terrorismo nella Crimea occupata nello stesso modo insensato e cinico col quale sostiene che non ci sono truppe russe nel Donbass", ha aggiunto Poroshenko che oggi ha disposto "l'allerta massima", per prepararsi al combattimento, per tutte le unità militari al confine con la Crimea e nel Donbass. Ne ha dato notizia lo stesso Poroshenko su Twitter.
Putin ha riunito il consiglio di sicurezza russo e ha fatto sapere che "misure supplementari sono state discusse per la sicurezza dei cittadini e delle infrastrutture vitali in Crimea". I membri del Consiglio, ha riferito il Cremlino, "hanno studiato nel dettaglio gli scenari che riguardano le misure antiterrorismo per proteggere la frontiera terrestre, le acque territoriali e lo spazio aereo della Crimea". "Siamo pronti a tutto, anche ad una possibile invasione russa", ha detto alla France presse un alto responsabile dei servizi di sicurezza ucraini.
Gli Stati Uniti non hanno al momento alcuna prova che confermi le accuse russe di incursioni ucraine e di possibili attacchi terroristici in Crimea, ha scritto su Twitter l'ambasciatore americano a Kiev, Geoffrey Pyatt, ricordando che "in passato la Russia ha spesso lanciato false accuse all'Ucraina per distogliere l'attenzione dalle proprie azioni illegali". L'ambasciatore ha poi escluso che le sanzioni americane contro Mosca per l'annessione della Crimea possano essere revocate se la penisola non tornerà sotto sovranità ucraina.
La marina russa prevede di tenere esercitazioni nel mar Nero per respingere attacchi da parte dei sabotatori. L'annuncio è stato dato dalle agenzie di stampa russe citando una nota del ministero della Difesa secondo cui le esercitazioni sono state previste per respingere un attacco sottomarino da parte di sabotatori via mare.
Secondo il portavoce delle guardie di frontiera di Kiev, Oleg Slobodian, negli ultimi giorni la Russia ha concentrato un numero maggiore di militari ben equipaggiati in Crimea nei pressi del confine de facto con l'Ucraina: "Queste truppe arrivano con equipaggiamenti moderni e ci sono unità d'assalto aereo", ha dichiarato Slobodian.
Il presidente ucraino ha avvertito di voler parlare direttamente con il presidente russo Vladimir Putin e con alcuni leader occidentali dopo l'aumento delle tensioni tra Kiev e Mosca. Poroshenko ha chiesto al suo ministro degli Esteri di organizzare conversazioni telefoniche con Putin e con i leader di Germania e Francia, con il vicepresidente Usa Joe Biden e con il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.
Lo scontro di queste ore tra Mosca e Kiev è il più grave dai tempi dell'arrivo al potere di un governo filo occidentale in Ucraina al posto del presidente russo Viktor Ianoukovitch. Il conflitto ucraino ha già fatto più di 9.500 morti. Funzionari della Nato hanno fatto sapere che anche l'Alleanza atlantica è preoccupata per l'aumentare della tensione e sta monitorando la situazione da vicino.
L’esercito russo ha installato nella zona dei missili S-400, una mossa che rischia di aumentare la tensione con l’Ucraina, in un momento in cui diversi osservatori denunciano un’intensificazione degli scontri armati tra filorussi ed esercito ucraino. La Russia nei giorni scorsi ha accusato l’esercito di Kiev di aver ucciso due soldati russi in due operazioni avvenute nel weekend in Crimea.
La Crimea è persa per l’Ucraina perché non è mai stata sua, perché ospita la base della Flotta Russa del Mar Nero a Sebastopoli , una città dove il potere ucraino non è mai arrivato, perché sulle barricate di Kiev è ricomparso, appena schermato dalle bandiere dell’unione europea, lo spettro del nazismo ucraino, dell’eterno fascismo anti-russo incarnato dai militanti incappucciati di Svoboda e di Pravy Sektor e di altre milizie neo-nazi che, mentre la Crimea votava, organizzavano sanguinose provocazioni nelle regioni orientali russofone dell’Ucraina.
Queste cose le sa anche Barack Obama che in una telefonata con Putin ha detto che «Il referendum in Crimea viola la Costituzione ucraina», che è stata appena ripristinata dai vincitori della guerra civile di Kiev che hanno sostituito quella approvata dallo stesso Parlamento ucraino. La Crimea è perduta ed Obama quando disse che comunque esisteva ancora «Una via diplomatica per risolvere la crisi che permetterebbe di rispettare gli interessi della Russia e del popolo ucraino», più che ad un’impossibile ritorno indietro di Mosca sulla Crimea pensa probabilmente a come non far subire all’Ucraina la sorte della Yugoslavia, dove furono Washington, la Nato ed i suoi alleati europei (Italia compresa) a sbriciolare uno Stato federale sovrano (e poi la Serbia) nel nome della sovranità popolare e dell’appartenenza etnica.
Infatti Putin ha risposto ad Obama che «La tenuta del referendum in Crimea è conforme alle norme del diritto internazionale e della carta della Nazioni Unite e tiene conto del precedente del Kosovo». Mosca che si è battuta contro l’indipendenza del Kosovo che ancora non riconosce, la sbatte ora in faccia agli occidentali ricordandogli che, italiani compresi, hanno ancora truppe armate a controllare la situazione in un Paese strappato alla Serbia con un intervento militare diretto nel quale hanno combattuto contro l’esercito di un Paese sovrano.
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