sabato 8 ottobre 2016

John Rockefeller un secolo fa



John Rockefeller, fondatore della dinastia Standard Oil, diceva da ragazzo a Cleveland, Ohio, «Ho solo due ambizioni, guadagnare 100.000 dollari e arrivare a cento anni». Morirà nel 1937, due anni e due mesi prima di doppiare il secolo, ma con un patrimonio stimato da Forbes in 340 miliardi di dollari rivalutati al 2015 che fa di lui l’uomo più ricco della storia, quattro volte Bill Gates, «Titano del capitalismo» secondo lo storico Chernow. Il suo schivo nipote, David Rockefeller, compie invece il secolo che ha eluso il titanico nonno, e oggi celebra l’evento regalando un’oasi naturale al Maine, dove passava le vacanze da scolaro.

La sua ambizione, quando aveva soli 16 anni, era di guadagnare 100.000 dollari e vivere 100 anni. Ma John Davidson Rockefeller, che ha vissuto 97 anni, ha guadagnato molto di più: a 25 anni era l'uomo più ricco dei suoi tempi e nel 1916 Forbes lo incoronò il primo miliardario al mondo con una fortuna pari ad attuali 30 miliardi di dollari.

Il suo successo, iniziato nel 1870 con la fondazione di Standard Oil, è alla base ancora oggi delle fortuna della famiglia Rockefeller, una delle paperone al mondo con 10 miliardi di dollari, ma non più ai vertici della gerarchia finanziaria americana. La sua eredità è visibile in tutta America. Uno dei contributi maggiori è stato l'assegno staccato dallo stesso John Rockefeller per fondare l’Università di Chicago: un contributo per creare il primo ateneo Battista da 80 milioni di dollari, pari ad attuali 2 miliardi di dollari. Ma il contributo più famoso è di suo figlio John Rockefeller Junior, che ha realizzato il Rockefeller Center di New York.

La scalata al successo di John Rockefeller, devoto religioso e avido giocatore di golf, è avvenuta con alle spalle solo un breve periodo di studi da ragioniere presso una scuola professionale di Cleveland, in Ohio, dove si è trasferito con la famiglia quando aveva 14 anni. Nel 1855, a 16 anni, ha trovato lavoro in una società di Cleveland che acquistava e vendeva grano, carbone e altre commodity. Quattro anni dopo fondo, con alcuni partner, una sua società. Il 1859 è anche l'anno della prima trivellazione per il petrolio americano. Nel 1863 Rockefeller entrava nel boom dell'industria petrolifera investendo in una raffineria di Cleveland, poi divenuta la più grande della città. E' stato a quel punto che Rockefeller ha deciso di accendere un prestito per acquistare le quote dei suoi soci e iniziare a gettare le basi di Standard Oil, che ha fondato nel 1870.

Da li' una corsa senza fine, con Standard Oil che ha iniziato a crescere con acquisizioni, fino a diventare monopolista del settore. Un monopolio durato anni, fino al 1911, quando la Corte Suprema ordinò di smantellarla dopo anni di battaglia legale. Rockefeller ha guidato il suo colosso fino alla metà degli anni 1890, per poi dedicarsi alla filantropia.

I campi petroliferi della Pennsylvania occidentale erano allora oggetto di uno sfruttamento febbrile, che moltiplicava le torri di trivellazione e creava città in pochi giorni, mentre i barili di greggio si accumulavano sulle rive del fiume Allegheny e nelle stazioni costruite in tutta fretta. Rockefeller comprese rapidamente che se voleva riuscire nella attività della raffinazione e delle perforazioni era necessario mettere ordine nel sistema produttivo e sforzarsi di controllarne i prezzi. Nel 1870 creò la Standard Oil, con un capitale record di un milione di dollari e siglò un accordo con le compagnie ferroviarie per distribuire il petrolio a basso costo.

La Standard Oil non era all'epoca una grande impresa. Era però la cerniera efficiente di un cartello petrolifero, una sorta di federazione che riuniva i principali operatori nel campo della raffinazione per il controllo dei prezzi.

Presentato da Rockefeller come un sistema di cooperazione necessario in un panorama industriale senza regole ne legge, ovvero come un antidoto al darwinismo economico-sociale, il cartello venne ripetutamente denunciato dai contemporanei, indignati per i metodi intimidatori impiegati dall'uomo d'affari per raggiungere i suoi fini.

E certo Rockefeller non usava molta diplomazia per convincere i suoi concorrenti ad aderire alla federazione e a porsi sotto la bandiera della Standard Oil. Non esitava nemmeno a ricorrere alle minacce e ai sabotaggi per forzare la mano dei recalcitranti. Sta di fatto che verso il 1880 il cartello controllava ormai il 90% delle capacità di raffinazione del paese.

La seconda tappa della costruzione dell'impero risale al 1882, con la creazione del cartello. Il cartello conferì i poteri dei dirigenti delle imprese federate ad una autorità centrale formata da trustees, cioè da amministratori delegati. Cambiamenti tecnici motivarono questa trasformazione: i vagoni cisterna degli anni 1870 furono infatti soppiantati dagli oleodotti, che alimentavano con continuità le raffinerie, che conseguentemente obbligavano a ingrandire e installare nuove raffinerie vicino alle grandi città, come New York o Philadelphia.



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