venerdì 16 settembre 2016
Vertice Bratislava: UE sempre più divisa
A tre mesi dal voto britannico con il quale la Gran Bretagna ha annunciato il suo desiderio di uscire dall'Unione europea, i 27 si riuniscono a Bratislava in un vertice informale. L’obiettivo è di fare un esame di coscienza sulle gravissime divisioni che segnano l’Unione, riportare una sembianza di unità tra i governi e concordare una tabella di marcia sulle misure da prendere e sul tavolo ci sono numerose questioni delicate quali: migranti, la lotta al terrorismo, la difesa comunitaria e la gestione della globalizzazione.
Ma come ha chiarito il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, è anche un’occasione per individuare con “brutale onestà” i problemi dell’Unione. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha ammesso che l’Ue versa in «una situazione critica», che non è risolvibile in un singolo summit e che a Bratislava è importante fissare l’agenda per «mostrare attraverso i fatti che possiamo fare meglio».
Ha però cercato di ridimensionare le preoccupazioni per un eccessivo irrigidimento delle sue posizioni in vista delle elezioni in arrivo in Germania, che ha convinto leader eurosocialisti come il premier Matteo Renzi e il presidente francese Francois Hollande a cautelarsi preventivamente organizzando la settimana scorsa ad Atene una possibile minoranza di blocco in Europa (con Portogallo, Grecia, Malta, Cipro e Spagna) per arginare eventuali diktat sgraditi di Berlino . Alla vigilia del summit Renzi ha addirittura attaccato la cancelliera sollecitando l’intervento di Bruxelles per i surplus commerciali eccessivi della Germania, che non favoriscono la ripresa della zona euro.
Comunque il risultato del referendum sulla Brexit ha chiarito che l’Unione europea è in profonda crisi. Tra i leader è in corso un dibattito sulla direzione da far prendere al continente. Alcuni Paesi vogliono maggiore integrazione, altri, come Polonia e Ungheria chiedono a Bruxelles la restituzione di parte della loro autorità. La questione darà vita a un corposo dibattito qui al summit. Ma anche la questione terrorismo così come i migranti e l’economia saranno sotto i riflettori.
Ed è il primo summit europeo post-Brexit. In Slovacchia, Paese con la presidenza di turno dell’Unione, i leader dei 27 si ritrovano per la prima volta dopo il voto del 23 giugno che di fatto ha sancito l’uscita del Regno Unito dall’Europa.
Il risultato del referendum in Gran Bretagna ha messo in luce tutte le debolezze del progetto politico europeo, anche se il premier slovacco Robert Fico garantisce l’impegno di tutti per rivitalizzarlo: “Vogliamo tutti – ha detto al suo arrivo al castello che ospita la riunione – mostrare unità e vogliamo mostrare che l’Unione europea è un progetto unico che vogliamo portare avanti. Alla fine della giornata spero che saremo in grado di preparare una road map relativa ai temi più importanti da trattare nei prossimi sei mesi”.
I 27 proveranno a impedire che Londra avvii colloqui bilaterali con gli Stati europei per negoziare la sua permanenza nel mercato unico. Ma a Bratislava sembrano già essersi formate due squadre: una composta dal gruppo Viesegrad (Slovacchia, Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca), l’altra dai Paesi dell’Europa del sud. Al centro del contendere la questione migranti con il blocco dei quattro che rifiuta l’accoglienza e gli altri che chiedono più solidarietà. Sul tavolo anche la questione difesa e la flessibilità per i conti pubblici.
Intanto i Paesi dell'Est, quelli appartenenti al cosiddetto "gruppo Visegrad" (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia) hanno annunciato che presenteranno un testo di proposte comuni -tra cui la revisione dei trattati- per affrontare i problemi del blocco. "Questo sarà un momento importante nella vita di questi quattro Paesi", ha detto il premier ungherese Viktor Orban, secondo cui la pressione migratoria aumenterà sulla rotta dei Balcani una volta che arriverà l'inverno e le rotte marittime verso l'Italia diventeranno più difficili da percorrere.
Italia e Francia chiederanno maggiori margini di spesa per rilanciare la crescita e l’occupazione. Merkel insiste sui vincoli Ue da rispettare anche con misure di austerità. Sull'immigrazione c’è consenso praticamente solo sul rafforzamento dei confini esterni dell’Ue. L’agenda concordata a Bratislava potrà essere allargata nei successivi summit in programma a Malta e a Bruxelles. Le decisioni importanti, se si arriverà a degli accordi, appaiono di fatto rinviate al summit organizzato a Roma in marzo per commemorare i 60 anni dalla firma dei Trattati comunitari.
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