mercoledì 21 settembre 2016

Obama, ultimo discorso all'ONU: il mondo deve cambiare rotta



No ai muri. No ai populismi e ai nazionalismi. E soprattutto no al mito degli uomini forti. "In otto anni abbiamo compiuto enormi progressi. Non sarebbe stato possibile se non avessimo lavorato insieme", dice Barack Obama rivolgendosi per l'ultima volta all'Assemblea generale dell'Onu. "Sono davanti a voi per l'ultima volta". Nel suo discorso anche un appello sui migranti. Poi l'attacco a Putin: "Cerca la gloria attraverso la forza".

Obama apre così il suo intervento. Nel ricapitolare i "progressi" compiuti negli anni in cui è stato presidente, ricorda la crisi finanziaria e come dopo questa "abbiamo evitato la catastrofe".

Il mondo è a un bivio "Il mondo oggi si trova davanti a una scelta: o andare avanti o tornare indietro. E noi dobbiamo andare avanti", ha detto il presidente Usa sottolineando la necessità di rafforzare la fiducia dei popoli. Perché "è più difficile governare se la gente perde la fiducia".

Mosca "cerca la gloria con l'uso della forza" "Abbiamo visto la Russia cercare di ottenere la gloria perduta con l'uso della forza", ma il mondo è troppo piccolo per far risorgere "le vecchie mentalità". "Lo abbiamo visto in Medio Oriente, dove i leader perseguono gli oppositori politici o le minoranze. E questo ha aiutato a far crescere l'Isis", sostiene il capo della Casa Bianca.

"Respingere fondamentalismo, razzismo, autoritarismo" "Dobbiamo correggere la globalizzazione, ma no ai nazionalismi e ai populismi", è l'appello lanciato da Obama. "Un Paese circondato dai muri - ha aggiunto - imprigionerebbe se stesso". "No agli uomini forti e a modelli di società guidate dall'alto. La democrazia resta il vero percorso da compiere. E la strada verso la vera democrazia è meglio dell'autoritarismo". ''Dobbiamo respingere qualsiasi forma di razzismo, fondamentalismo e di idee superiorità di razza. Bisogna abbracciare la tolleranza e il rispetto di tutti gli esseri umani e di tutte le culture''.

La critica a Israele "La diplomazia è la vera chiave per fermare la violenza", dice ancora Obama, facendo l'esempio di Israele. "Non si può affermare la propria leadership sminuendo gli altri. Israele sa che non può occupare in via permanente la terra palestinese". Obama ha poi parlato della necessità di lavorare sulla democrazia, «vera chiave per fermare la violenza», facendo l’esempio di Israele. E spiegando che entrambe le parti trarrebbero vantaggio se Israele riconoscesse che non può occupare in modo permanente il territorio palestinese. «Non si può affermare la propria leadership sminuendo gli altri. Israele sa che non può occupare in via permanente la terra palestinese» ha precisato parlando alla 71ma Assemblea Onu.

L’accordo sui rifugiati ''Dobbiamo fare di più per aiutare i rifugiati''. E' l'appello che Barack Obama lancia dall'Assemblea generale dell'Onu. ''Dobbiamo aprire i nostri cuori per accogliere i rifugiati nelle nostre case". "Ci sono tante nazioni che stanno facendo la cosa giusta ma molte nazioni, specialmente quelle benedette dalla loro ricchezza e dalla loro posizione geografica, devono fare di più". Obama ha annunciato l’accordo tra le oltre 50 nazioni che partecipano al Summit. «Verrà raddoppiata l’accoglienza dei profughi arrivando ad accoglierne 360 mila» ha detto il presidente Usa parlando del reinsediamento dei rifugiati.

Corea del Nord "terra desolata" La Corea del Nord è una "terra desolata" afferma Obama. "C'è un forte contrasto fra il successo della Corea del Sud e la terra desolata della Corea del Nord, che mostra come l'economia controllata dalla Stato è una strada senza uscita.

Obama ha ripetuto che negli ultimi otto anni sono stati raggiunti molti risultati, ma che gli Usa non possono essere i gendarmi del mondo. Solo la collaborazione fra gli Stati potrà davvero portare a un miglioramento globale della vita delle persone.

Invita tutti, poi, a non cedere al pessimismo e al cinismo di fronte alle difficoltà. Perché se è vero che la globalizzazione va corretta questo va fatto andando avanti: "Il mondo oggi è di fronte a una scelta, e il rischio è che si possa tornare indietro". Ecco di nuovo lo spettro dei muri, il termine più usato da Obama nel suo intervento. Un lungo applauso lo saluta. Il prossimo anno dal palco dell'Assemblea generale dell'Onu sarà la volta di Hillary Clinton o di Donald Trump.


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