E' arrivato in Italia all'aeroporto di Ciampino Alessandro Spadotto, il carabiniere italiano sequestrato il 29 luglio a Sana'a nello Yemen.
L'aereo, un Falcon 900, proveniente da Sana'a, è atterrato all'aeroporto militare di Ciampino. "E' il 27/o caso che si risolve con successo, dall'inizio di questo governo", ha sottolineato con soddisfazione il ministro degli Esteri Giulio Terzi, spiegando che "i rapporti diplomatici e l'intensità delle relazioni anche personali sono molto importanti quando si verificano questi fenomeni". Spadotto è stato accolto dal capo dell'Unità di Crisi della Farnesina, Claudio Taffuri.
Caloroso l'abbraccio del generale dei Carabinieri Antonio Ricciardi, per conto di tutta l'Arma. Dallo scalo romano il militare è stato accompagnato dai colleghi del Ros alla Procura di Roma per essere ascoltato dai magistrati che hanno aperto un fascicolo sul rapimento. Una deposizione in cui il militare dell'Arma è chiamato a ricostruire i vari passaggi della vicenda, a partire da quando, domenica, è stato prelevato da uomini del clan Al-Jalal mentre, in abiti civili, si trovava in un negozio nei pressi della sede diplomatica a Sanaa, fino alla sua liberazione nel Marib, la regione petrolifera ad est della capitale yemenita segnata dagli scontri tra tribù locali e forze governative.
Rivendicando il sequestro, Ali Nasser Huraikdan, capo della tribù al-Jalal, autore del sequestro, ha confermato al quotidiano locale "Akhbar Alxaum! di non appartenere ad alcun gruppo e ha insistito nel ricordare che il sequestro è stato una misura di pressione sul governo yemenita perchè esaudisse le sue richieste, e non sul governo italiano. Huraikdan chiedeva infatti che il suo nome venisse rimosso dalla lista delle persone ricercate in Yemen e dal novero di quelle che non possono recarsi all'estero.
E le stesse parole - "sto bene, non mi hanno trattato male" - Spadotto le ha ripetuto stanotte, subito dopo la liberazione, alla madre Marina e al padre Augusto, rimasti ad aspettarlo - "felicissimi" - a San Vito al Tagliamento (Pordenone). Stamani di buon ora con il carabiniere ha parlato anche il ministro Terzi: "é un italiano che indossa la stessa divisa con cui migliaia di carabinieri tengono alta la bandiera del nostro Paese non solo in patria, ma in tante aree di crisi nel mondo, dove sono rispettati e ammirati da Governi e popolazioni"; "ha mostrato grande coraggio in questi giorni e ne siamo tutti orgogliosi". Il responsabile della Farnesina, poi, con implicito riferimento ai turisti amanti del brivido, ha colto l'occasione per "ricordare l'esigenza di grande prudenza quando ci si trova in situazioni a rischio", sottolineando che i rapimenti sono in aumento anche per le "inspiegabili leggerezze commesse dalle persone che si trovano all'estero e che non hanno motivi seri per recarsi in zone di rischio".
Nessun commento:
Posta un commento