domenica 19 agosto 2012

Pussy Riot colpevoli

La condanna è a 2 anni di carcere, senza condizionale. Dura, durissima, i pm ne avevano chiesti tre ma non sono stati del tutto accontentati. I giudici del tribunale Khamovnichesky di Mosca hanno così giudicato le tre componenti del gruppo punk Pussy Riot colpevoli di teppismo motivato da odio religioso. L'accusa del pm era vandalismo e istigazione all'odio religioso per aver cantato una preghiera anti Putin nella cattedrale moscovita di Cristo Salvatore.

Due anni di prigione, una dura condanna per Masha, Katya e Nadia, le tre Pussy Riot autrici a febbraio di un sacrilego blitz nella Cattedrale per un tempo di circa 30 secondi, in cui avevano chiesto alla Vergine Maria di "cacciare via" l'allora premier Vladimir Putin, diventato di nuovo presidente della Russia poche settimane dopo. Colpevoli di "teppismo motivato da odio religioso", dovranno scontare la pena in una delle tante colonie penali femminili del vasto sistema carcerario russo, sicuramente non sarà un cinque stelle.

Anche perché la giudice Marina Sirova ha scelto di destinarle non al primo tipo di colonia sui 4 previsti in Russia (il più leggero), ma al secondo: una delle "prigioni a regime comune", dove finiscono mescolati indistintamente detenuti che hanno commesso crimini gravi. Celle sovraffollate dove il rischio di violenze (anche da parte delle compagne di cella), maltrattamenti e scarse condizioni igieniche è alto secondo un'indagine del 2003 dell'Organizzazione mondiale contro la Tortura.

Inoltre le autorità russe potrebbero togliere i figli a due delle componenti del gruppo Pussy Riot,. Nadezhda Tolokonnikova, 22 anni, e Maria Alyokhina, 24 anni, starebbero infatti cercando di raggiungere un accordo per impedire agli operatori sociali di portar via i due bambini dalle loro famiglie. "Per precauzione, abbiamo preparato tutti i documenti necessari per avere la custodia dei figli delle ragazze", ha detto Mark Feigin, avvocato di Tolokonnikova, al Sunday Times.

L'ambasciata statunitense in Russia ha giudicato eccessiva la condanna a due anni di carcere inflitta. Fa eco il capo della diplomazia europea Catherine Ashton: pesa un «grave punto interrogativo», ha detto giudicando la sentenza del tribunale «sproporzionata eppure, il caso Pussy Riot non sembra aver mutato il livello di fiducia dei russi nel proprio sistema giudiziario: per la maggioranza (44%) il processo contro le partecipanti del gruppo punk è "equo, obiettivo e imparziale" secondo un sondaggio del Centro Levada. Il 36 per cento degli intervistati ha espresso fiducia che la pena sarà applicata in conformità con le prove di colpevolezza.

Solo due persone su dieci esprimono invece dubbi sulla corte. Eppure un risultato queste ragazze sembrano averlo ottenuto. Un altro sondaggio degli stessi sociologi del Levada pubblicato oggi ha mostrato che i russi stanno perdendo fiducia nel proprio presidente, e molti dubitano della sua capacità di influenzare seriamente la situazione nel paese.

In sintesi riportiamo i passaggi salienti del testo del nuovo singolo anti Putin delle Pussy Riot. "Lo Stato carcerario è più forte del tempo. Più sono gli arresti, più grande è la felicità e ogni arresto dimostra l'amore per un sessista, che scuote le guance, il petto e la pancia". "Ma non si può chiuderci in una cassa. Abbatti i cekisti (gli agenti della sicurezza, ndr) in modo sempre più efficace e con sempre maggior frequenza". "Putin accende i fuochi della rivoluzione; lui si annoia e ha paura di stare con la gente nel silenzio. Ogni punizione è come cenere marcia, ogni condanna a lunghe pene (detentive, ndr) è una forma di inquinamento". A seguire il ritornello: ''Il paese va avanti, il paese scende per le strade con audacia; il paese va avanti, il paese è pronto ad abbandonare il regime; il paese va avanti, il paese è un covo di femministe. Anche Putin va, va a dire addio al bestiame''. ''Metti in carcere tutta la città fino al 6 maggio (la cerimonia di insediamento di Putin si e' svolta il 7 maggio, ndr). La condanna a 7 anni è poco, condannaci a 18; vieta di gridare, calunniare e camminare; chiedi in sposa Lukashenko". "Il paese va avanti, il paese scende per le strade con audacia; il paese va avanti, il paese è pronto ad abbandonare il regime; il paese va avanti, il paese è un covo di femministe, anche Putin va, va a dire addio al bestiame''.

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