Nuova strage vicino a Damasco, dove sono stati trovati i corpi di una quarantina di persone giustiziate a colpi di arma da fuoco, 110 morti il bilancio delle violenze.
Mika Yamamoto, l'inviata giapponese morta in Siria colpita a morte ieri nel pieno di un duro scontro ad Aleppo tra ribelli e forze governative siriane, è stata uccisa con ogni probabilità dal fuoco di queste ultime.
Lo ha affermato oggi in una intervista telefonica alla tv pubblica, la Nhk, Kazutaka Sato, un collega di viaggio e di testata di Yamamoto, testimone oculare della tragedia.
"Abbiamo visto - ha raccontato Sato - un gruppo di persone in tuta mimetica correre verso di noi e sembravano soldati governativi. Hanno sparato a caso a soli 20-30 metri di distanza o anche da più vicino".
L'esecutivo giapponese ha espresso "profondo rammarico" per l'uccisione di Yamamoto e il capo di gabinetto, Osamu Fujimura, ha esteso il cordoglio alle persone più vicine alla giornalista quarantacinquenne: una 'pioniera del videoreporting', con alle spalle esperienze impegnative sui fronti dell'Iraq, durante la guerra del Golfo, e dell'Afghanistan.
Yamamoto e Sato erano colleghi della Japan Press, agenzia di stampa multimediale specializzata in documentari e reportage per Tv e magazine, con profonda conoscenza di Medio Oriente e Asia sud-occidentale. Le corrispondenze dall'Iraq, dove nel 2003 scampò a Baghdad all'attacco di un tank americano all'Hotel Palestine, le erano valse il Vaughn-Ueda, riconoscimento promosso dagli editori giapponesi sul modello del Pulitzer Usa. Le edizioni pomeridiane dei principali quotidiani nipponici, a partire da Yomiuri e Asahi, hanno in prima pagina il ricordo di "una giornalista che -scrivono- sapeva dare voce alle donne e bambini" in contesti tragici e sanguinosi.
Al Jazeera, morto giornalista turco disperso ad Aleppo. E' morto il giornalista turco, da ieri disperso ad Aleppo, di cui non si conoscono però le generalità. Lo riferisce la tv panaraba al Jazeera citando fonti dei ribelli, secondo cui il giornalista sarebbe rimasto ferito nella stessa circostanza in cui è stata uccisa la collega giapponese Mika Yamamoto. Salgono così a due i giornalisti uccisi nella città teatro di una vera e propria carneficina.
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