lunedì 30 luglio 2012
Processo ai due Marò, ci risiamo soppeso fino all'8 agosto
La sospensione del processo a carico dei due ramò all'arresto da cinque mesi nel sud dell'India per duplice omicidio è stata estesa fino all'8 agosto. E quanto ha deciso oggi l'Alta Corte del Kerala secondo quanto riportato da fonti indiane. Dove i due marò si trovano in libertà vigilata. Il nuovo rinvio segue quello disposto una settimana fa in seguito al ricorso dei legali dei marò contro la decisione delle autorità locali di non tradurre gli atti in italiano. Il giudice ha aggiornato ulteriormente l'udienza per decidere sulla questione.
Il governo del Kerala ha insistito anche oggi che non esiste alcun obbligo di fornire i capi di imputazione e altri documenti dell'accusa nella lingua degli imputati Massimiliano Latorre e Salvatore Girone (che non conoscono l'inglese). Il giudice C.T. Ravikumar non ha pero' accolto le ragioni dello stato del Kerala e ha quindi aggiornato di un'altra settimana la seduta per decidere sulla delicata questione.
I giudici del tribunale che ha sede a Kochi, nello stato del Kerala, hanno respinto le tesi dell'accusa che si era opposta alla sospensione del processo in corso nella cittadina di Kollam. Il primo rinvio del procedimento penale era stato concesso una settimana fa dall'Alta Corte del Kerala in seguito al ricorso dei legali dei due marò contro la mancata traduzione degli atti processuali in Italiano.
domenica 29 luglio 2012
Yemen, italiano rapito presso l'ambasciata
Stando a fonti di stampa (France Presse) un cittadino italiano, addetto alla sicurezza presso l'ambasciata italiana a Sana'a, nello Yemen, è stato rapito da uomini armati, che con la forza lo hanno costretto a salire in macchina. La notizia, appresa dall'agenzia, è stata poco dopo confermata dalla Farnesina, che ha attivato tutti i canali in loco, ma mantiene il "massimo riserbo" sulla vicenda. Il sequestro è avvenuto nei pressi della stessa legazione diplomatica, nel rione Hadda. I sequestri di stranieri sono frequenti in Yemen; gli autori sono clan tribali che chiedono riscatti. Quasi sempre, gli ostaggi vengono poi rilasciati.
La Farnesina ha confermato. Il ministero degli Esteri, tramite l'Unità di crisi del ministero, ha immediatamente attivato tutti i canali, ma sulla dinamica dei fatti, il ministero degli Esteri mantiene in questo momento ''il più stretto riserbo'' per favorire una positiva soluzione della vicenda. Il rapimento dell'uomo - di cui non si conoscono le generalità - e' avvenuto in una giornata particolarmente caotica e drammatica per la capitale yemenita. Un centinaio di uomini armati, appartenenti a varie tribù, hanno contemporaneamente preso d'assalto il ministero degli Interni, chiedendo di essere arruolati nelle forze di polizia. Il commando ha anche preso in ostaggio alcuni impiegati e li ha rilasciati alcune ore dopo. Secondo il responsabile del ministero, il gruppo si trova tuttavia ancora all'interno dell'edificio.
Anche dopo l'uscita di scena del presidente - l'ex dittatore Ali Abdullah Saleh - lo Yemen continua ad attraversare una fase di violenze e di scontri tra le varie tribù del Paese che si combattono tra loro per il controllo di aree e fette di potere
Un centinaio di uomini armati hanno fatto irruzione nella sede del ministero dell'Interno dello Yemen, a Sana'a. I rivoltosi, appartenenti a una tribù del Sud del Paese, chiedono di essere assunti nella polizia, a titolo di ricompensa per aver contribuito alla rivolta che ha portato alla destituzione dell'ex presidente Saleh. Gli uomini hanno tenuto brevemente in ostaggio alcuni impiegati, ma continuano ad occupare il palazzo.
domenica 22 luglio 2012
Olimpiadi di Londra 2012, dimentica dopo 40 anni la strage di Monaco
Olimpiadi di Londra 2012. Un minuto di silenzio a 40 anni dal massacro niente commemorazione ufficiale da parte del comitato organizzativo.
Mentre il comitato Olimpico di Israele organizzerà il 6 agosto, a Londra, una cerimonia ufficiale di rievocazione ma è difficile che Londra accetti di tributare un omaggio alle vittime di quell’atto terroristico, ufficialmente per non mischiare temi a sfondo politico allo sport ma soprattutto nel timore di provocare boicottaggi o proteste delle delegazioni arabe o di creare un valido pretesto per i terroristi islamici.
Ricordiamo che quarant’anni fa terroristi palestinesi dell’organizzazione Settembre nero presero in ostaggio e poi uccisero 11 atleti della squadra olimpiaca israeliana alle Olimpiadi di Monaco di Baviera.
Una ricorrenza scomoda ha creato imbarazzo alla Gran Bretagna che si sta apprestando a ospitare i trentesimi Giochi Olimpici. Come nelle precedenti edizioni anche oggi il Comitato olimpico si rifiuta di ricordare le vittime della strage terroristica commemorandole durante la cerimonia di apertura dei giochi, come chiede un gruppo di familiari degli 11 atleti uccisi sostenuti questa volta da un ampio movimento d’opinione e politico.
In realtà, è bene ricordare, che in molti ambienti britannici politici, economici e universitari sono stati protagonisti negli ultimi anni di boicottaggi e aspre critiche nei confronti di Gerusalemme mostrando al tempo stesso un’accondiscendenza nei confronti del mondo arabo e islamico sempre più radicata nella società britannica anche a causa dei crescenti investimenti degli emirati arabi del Golfo.
Questi i nomi degli atleti israeliani vittime della Strage di Monaco del 1972 : Moshe Weinberg, 33 anni, allenatore di lotta greco-romana, Yossef Romano, 31 anni, pesista, Yossef Gutfreund, 40 anni, arbitro di lotta greco-romana, David Berger, 28 anni, pesista, Mark Slavin, 18 anni, lottatore, Yakov Springer, 51 anni, giudice di sollevamento pesi, Ze’ev Friedman, 28 anni, pesista, Amitzur Shapira, 40 anni, allenatore di atletica leggera, Eliezer Halfin, 24 anni, lottatore, Kehat Shorr, 53 anni, allenatore di tiro a segno, André Spitzer, 27 anni, allenatore di scherma.
A pochi giorni dall’evento Olimpico "c'é uno stato di vigilanza in vista dei Giochi olimpici di Londra". Lo ha detto il ministro della Difesa di Israele, Barak, commentando l'allerta lanciata dal settimanale britannico Sunday Times e spiegando che i Servizi inglesi "stanno agendo al massimo della loro capacità". Israele ha rafforzato le misure di sicurezza per le Olimpiadi anche alla luce dell'attentato al bus di turisti israeliani in Bulgaria. Agenti dello Shin Bet, i Servizi segreti interni, sarebbero già nel Regno Unito.
Mentre il comitato Olimpico di Israele organizzerà il 6 agosto, a Londra, una cerimonia ufficiale di rievocazione ma è difficile che Londra accetti di tributare un omaggio alle vittime di quell’atto terroristico, ufficialmente per non mischiare temi a sfondo politico allo sport ma soprattutto nel timore di provocare boicottaggi o proteste delle delegazioni arabe o di creare un valido pretesto per i terroristi islamici.
Ricordiamo che quarant’anni fa terroristi palestinesi dell’organizzazione Settembre nero presero in ostaggio e poi uccisero 11 atleti della squadra olimpiaca israeliana alle Olimpiadi di Monaco di Baviera.
Una ricorrenza scomoda ha creato imbarazzo alla Gran Bretagna che si sta apprestando a ospitare i trentesimi Giochi Olimpici. Come nelle precedenti edizioni anche oggi il Comitato olimpico si rifiuta di ricordare le vittime della strage terroristica commemorandole durante la cerimonia di apertura dei giochi, come chiede un gruppo di familiari degli 11 atleti uccisi sostenuti questa volta da un ampio movimento d’opinione e politico.
In realtà, è bene ricordare, che in molti ambienti britannici politici, economici e universitari sono stati protagonisti negli ultimi anni di boicottaggi e aspre critiche nei confronti di Gerusalemme mostrando al tempo stesso un’accondiscendenza nei confronti del mondo arabo e islamico sempre più radicata nella società britannica anche a causa dei crescenti investimenti degli emirati arabi del Golfo.
Questi i nomi degli atleti israeliani vittime della Strage di Monaco del 1972 : Moshe Weinberg, 33 anni, allenatore di lotta greco-romana, Yossef Romano, 31 anni, pesista, Yossef Gutfreund, 40 anni, arbitro di lotta greco-romana, David Berger, 28 anni, pesista, Mark Slavin, 18 anni, lottatore, Yakov Springer, 51 anni, giudice di sollevamento pesi, Ze’ev Friedman, 28 anni, pesista, Amitzur Shapira, 40 anni, allenatore di atletica leggera, Eliezer Halfin, 24 anni, lottatore, Kehat Shorr, 53 anni, allenatore di tiro a segno, André Spitzer, 27 anni, allenatore di scherma.
A pochi giorni dall’evento Olimpico "c'é uno stato di vigilanza in vista dei Giochi olimpici di Londra". Lo ha detto il ministro della Difesa di Israele, Barak, commentando l'allerta lanciata dal settimanale britannico Sunday Times e spiegando che i Servizi inglesi "stanno agendo al massimo della loro capacità". Israele ha rafforzato le misure di sicurezza per le Olimpiadi anche alla luce dell'attentato al bus di turisti israeliani in Bulgaria. Agenti dello Shin Bet, i Servizi segreti interni, sarebbero già nel Regno Unito.
Elezioni Usa 2012: boom spese di Obama
Barack Obama, il presidente in carica e il National Democratic Committee hanno speso in giugno 70,8 milioni di dollari, di cui 38 milioni di dollari in pubblicità televisiva.
Barack Obama è partito all'attacco del candidato repubblicano Mitt Romney. Una cifra superiore rispetto ai 38,8 milioni di dollari (di cui 11 in spot televisivi) a quella spesa dal candidato repubblicano e dal Republican National Committee. I fondi raccolti per le elezioni non possono essere spesi dai due candidati fino a quando non si saranno tenute le convention e Obama - alle luce di questo - sembra essere meglio posizionato di Romney per spendere. Alla fine di giugno Obama aveva nelle casse delle primarie 72 milioni di dollari disponibili, grazie a un esercito di piccoli donatori: la metà dei fondi raccolti da Obama in giugno è arrivata da assegni di importo inferiore ai 200 dollari. Romney ha nelle casse delle primarie circa 20 milioni di dollari.
Barack Obama è partito all'attacco del candidato repubblicano Mitt Romney. Una cifra superiore rispetto ai 38,8 milioni di dollari (di cui 11 in spot televisivi) a quella spesa dal candidato repubblicano e dal Republican National Committee. I fondi raccolti per le elezioni non possono essere spesi dai due candidati fino a quando non si saranno tenute le convention e Obama - alle luce di questo - sembra essere meglio posizionato di Romney per spendere. Alla fine di giugno Obama aveva nelle casse delle primarie 72 milioni di dollari disponibili, grazie a un esercito di piccoli donatori: la metà dei fondi raccolti da Obama in giugno è arrivata da assegni di importo inferiore ai 200 dollari. Romney ha nelle casse delle primarie circa 20 milioni di dollari.
giovedì 19 luglio 2012
Siria: veto Russia e Cina
Il presidente Assad starebbe dirigendo gli attacchi dalla costa mentre la moglie sarebbe già in Russia.
Intanto la Russia e la Cina hanno posto il veto, in consiglio di sicurezza all'Onu, sulla bozza di risoluzione sulla Siria preparata dai paesi occidentali, che ha incassato 11 voti a favore. Due gli astenuti. Proprio nel giorno in cui la tv di Stato siriana ha ammonito i cittadini di Damasco spiegando che gruppi di «uomini armati» con indosso le uniformi dei soldati dell'esercito regolare stanno progettando attacchi contro i civili in alcuni sobborghi della capitale. Ricordiamo che I primi due veti di russi e cinesi sulle risoluzioni Onu risalgono all'ottobre 2011 e al febbraio 2012.
Il veto della Russia e della Cina alla risoluzione dell'Onu sulla Siria è "deplorevole e spiacevole". Lo ha affermato la Casa Bianca, sottolineando che chi ha votato contro la risoluzione è dal lato sbagliato della pace e della stabilità dell'area.
S'infittisce il mistero su dove siano il presidente Bashar al-Assad e sua moglie. Secondo il sito del Guardian, che cita voci raccolte a Damasco nelle ore successive all'attentato di mercoledì in cui sono morti alcuni dei più importanti capi della sicurezza, Asma al-Assad sarebbe fuggita in Russia. Ma Mosca nega. Per il quotidiano non è chiaro dove si trovi Bashar al-Assad, che secondo fonti non confermate, sarebbe rimasto ferito nell'attacco alla sede della sicurezza nazionale. Per il quotidiano 'al-Raì, Assad si troverebbe nel villaggio di Kardaha, località del nord-ovest del Paese, vicino Latakia, città portuale della Siria, da dove starebbe preparando la risposta all'uccisione dei suoi luogotenenti. Assad starebbe dirigendo dalla città costiera le operazioni di governo.
Più di 200 morti, in maggioranza civili e 38 a Damasco, è il bilancio delle violenze della sola giornata di ieri in Siria. E' quanto fa sapere l'ong Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo. In tutto sarebbero 214 le persone rimaste uccise, compresi i tre alti ufficiali uccisi in un attentato nella capitale. 124 sarebbero civili, 62 soldati e 28 ribelli. Sei persone sono morte in nottata e nella prima parte della mattinata, secondo i Comitati locali di coordinamento dell'opposizione. In tutto il Paese, aggiunge la fonte, gli uccisi sono 13.
Il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, "condanna fermamente" l'attentato di ieri a Damasco nel quale sono morti tre alti responsabili siriani, sottolineando "l'estrema urgenza" di fermare le violenze. In un comunicato, Ban si dichiara "molto preoccupato per l'utilizzo di armi pesanti da parte delle forze di sicurezza siriane contro i civili, come nella regione di Damasco", nonostante gli impegni presi dal governo della Siria.
Il capo degli osservatori dell'Onu, il generale norvegese Robert Mood ha condannato, come aveva fatto il segretario generale delle Nazioni Unite, l'attentato in cui sono stati eliminati tre uomini chiave della strategia anti-insurrezione, tra i quali Assef Shawkat, cognato di Assad. Un attacco portato al cuore del regime, che deve aver richiesto un'organizzazione e una professionalità ad altissimo livello e del quale si sa ancora ben poco. Non è chiaro infatti se a compierlo sia stato un kamikaze come affermato dal regime o qualcuno che ha piazzato una bomba a tempo. Mentre a rivendicare l'azione sono state due organizzazioni: l'Els e il gruppo islamico ribelle Liwa al Islam. Il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha detto che il suo Paese, tra i più ostili al regime di Damasco, non ha alcuna responsabilità nell'accaduto.
Intanto la Russia e la Cina hanno posto il veto, in consiglio di sicurezza all'Onu, sulla bozza di risoluzione sulla Siria preparata dai paesi occidentali, che ha incassato 11 voti a favore. Due gli astenuti. Proprio nel giorno in cui la tv di Stato siriana ha ammonito i cittadini di Damasco spiegando che gruppi di «uomini armati» con indosso le uniformi dei soldati dell'esercito regolare stanno progettando attacchi contro i civili in alcuni sobborghi della capitale. Ricordiamo che I primi due veti di russi e cinesi sulle risoluzioni Onu risalgono all'ottobre 2011 e al febbraio 2012.
Il veto della Russia e della Cina alla risoluzione dell'Onu sulla Siria è "deplorevole e spiacevole". Lo ha affermato la Casa Bianca, sottolineando che chi ha votato contro la risoluzione è dal lato sbagliato della pace e della stabilità dell'area.
S'infittisce il mistero su dove siano il presidente Bashar al-Assad e sua moglie. Secondo il sito del Guardian, che cita voci raccolte a Damasco nelle ore successive all'attentato di mercoledì in cui sono morti alcuni dei più importanti capi della sicurezza, Asma al-Assad sarebbe fuggita in Russia. Ma Mosca nega. Per il quotidiano non è chiaro dove si trovi Bashar al-Assad, che secondo fonti non confermate, sarebbe rimasto ferito nell'attacco alla sede della sicurezza nazionale. Per il quotidiano 'al-Raì, Assad si troverebbe nel villaggio di Kardaha, località del nord-ovest del Paese, vicino Latakia, città portuale della Siria, da dove starebbe preparando la risposta all'uccisione dei suoi luogotenenti. Assad starebbe dirigendo dalla città costiera le operazioni di governo.
Più di 200 morti, in maggioranza civili e 38 a Damasco, è il bilancio delle violenze della sola giornata di ieri in Siria. E' quanto fa sapere l'ong Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo. In tutto sarebbero 214 le persone rimaste uccise, compresi i tre alti ufficiali uccisi in un attentato nella capitale. 124 sarebbero civili, 62 soldati e 28 ribelli. Sei persone sono morte in nottata e nella prima parte della mattinata, secondo i Comitati locali di coordinamento dell'opposizione. In tutto il Paese, aggiunge la fonte, gli uccisi sono 13.
Il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, "condanna fermamente" l'attentato di ieri a Damasco nel quale sono morti tre alti responsabili siriani, sottolineando "l'estrema urgenza" di fermare le violenze. In un comunicato, Ban si dichiara "molto preoccupato per l'utilizzo di armi pesanti da parte delle forze di sicurezza siriane contro i civili, come nella regione di Damasco", nonostante gli impegni presi dal governo della Siria.
Il capo degli osservatori dell'Onu, il generale norvegese Robert Mood ha condannato, come aveva fatto il segretario generale delle Nazioni Unite, l'attentato in cui sono stati eliminati tre uomini chiave della strategia anti-insurrezione, tra i quali Assef Shawkat, cognato di Assad. Un attacco portato al cuore del regime, che deve aver richiesto un'organizzazione e una professionalità ad altissimo livello e del quale si sa ancora ben poco. Non è chiaro infatti se a compierlo sia stato un kamikaze come affermato dal regime o qualcuno che ha piazzato una bomba a tempo. Mentre a rivendicare l'azione sono state due organizzazioni: l'Els e il gruppo islamico ribelle Liwa al Islam. Il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha detto che il suo Paese, tra i più ostili al regime di Damasco, non ha alcuna responsabilità nell'accaduto.
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mercoledì 18 luglio 2012
Rossella Urru è libera
La conferma è arrivata dal ministro degli Esteri Giulio Terzi.
Rapita a ottobre, è stata rilasciata.
Rossella Urru, la cooperante italiana rapita in Algeria lo scorso ottobre, è libera. La giovane di Samugheo, in provincia di Oristano, è stata infatti rilasciata e affidata a dei mediatori, e mercoledì sera è arrivata anche la conferma ufficiale del ministro degli Esteri Giulio Terzi. Nel pomeriggio era arrivato un primo annuncio da parte del portavoce dell'organizzazione radicale islamica Ansar Al Din, Sanda Ould Boumama.
Nel primo pomeriggio un portavoce di Ansar Dine, gruppo islamico presente in Mali, aveva dato la notizia della liberazione di un ostaggio italiano e due spagnoli nel nord del Paese. Erano prigionieri del gruppo islamico Mujwa legato ad al Qaida. La stessa fonte non aveva fatto il nome della cooperante italiana, né dei due ostaggi spagnoli liberati. "Ci è stato riferito che tre ostaggi sono stati liberati nella regione di Gao", ha detto alla Reuters il portavoce Sanda Ould Boumama.
I genitori forse sono partiti,potrebbe essere alla volta di Roma. Lo zio della cooperante rapita il 23 ottobre scorso, Mario Sulis, ammette: "Stavolta sembra proprio la volta buona", senza però alimentare l'entusiasmo per non restare deluso come ai primi di marzo, quando poi la notizia della liberazione si rivelò falsa. A Samugheo, paese di origine di Rossella, il comune è diventato una sorta di unità di crisi: tutti davanti a tv e internet.
Urru, che lavora presso il Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli (Cisp), era stata rapita insieme a Fernández del Rincón e Gonyalons. Già altre volte si era sparsa la voce di una sua imminente liberazione, ma le voci si erano rivelate infondate. La trattativa è stata delicata, e a giugno il ministro Terzi aveva chiesto riservatezza.
Bulgaria, attentato contro bus israeliano
Per la prima volta da più di sei anni, parenti dei detenuti palestinesi di Gaza potranno visitare i loro cari nelle carceri israeliane. Israele ha acconsentito alle visite in maggio, nell'ambito dell'accordo che ha messo fine allo sciopero della fame condotto dai detenuti palestinesi. Quindi si è dimostrata una sensibile apertura verso i palestinesi.
E dopo poche ore si assiste all'esplosione di un bus di israeliani in Bulgaria.
Un attentato contro una comitiva di israeliani si è verificato subito dopo l'atterraggio di un aereo proveniente da Tel Aviv. Lo ha riferito la televisione commerciale israeliana Canale 10. Le prime testimonianze riferiscono di una potente esplosione che ha investito tre autobus dove viaggiavano turisti israeliani appena usciti dall'aeroporto di Sarafovo. Secondo le prime ricostruzioni, l'esplosione sarebbe avvenuta sul primo autobus, mentre gli altri due sarebbero poi andati a fuoco nel parcheggio. A bordo c'erano 44 persone.
I testimoni oculari parlano però di un uomo salito a bordo insieme ai turisti. Poi l'esplosione e il bus avrebbe preso fuoco. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha accusato l'Iran«Tutti gli indizi portano all'Iran». Il premier bulgaro Boiko Borisov, il ministro dell’interno Tsvetan Tsvetanov e l’Ambasciatore israeliano in Bulgaria stanno raggiungendo il luogo dell'esplosione, mentre da Tel Aviv sta per partire un aereo con equipe mediche. Chiuso l'aeroporto di Burgas.
Uno dei testimoni del dramma, in una intervista con la radio dell'esercito israeliano citata dalla Reuters, propende per l'ipotesi del terrorista suicida, che si sarebbe fatto esplodere entrando nel bus.
La città è un importante centro turistico sul Mar Nero, meta abituale di israeliani e non solo, molto noto per i locali e il divertimento notturno a prezzi molto bassi. I militari israeliani da tempo avevano segnalato la Bulgaria, e soprattutto questa zona della costa, come obiettivo sensibile per attacchi terroristici. Il paese è molto vulnerabile perché i terroristi si possono infiltrare facilmente dalla vicina Turchia.
Netanyahu ha ricordato che l'azione è avvenuta nel 18mo anniversario dell'attentato che devastò un edificio della Comunità ebraica a Buenos Aires e provocò 85 morti. Secondo Israele fu organizzato da Teheran e da Hezbollah.
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