sabato 3 maggio 2014

Osservatori Osce liberi, sud-est dell'Ucraina in fiamme


Il sud-est dell'Ucraina è in fiamme: almeno una dozzina di morti accertati, numerosi feriti, due elicotteri abbattuti sono il bollettino provvisorio della giornata di guerra civile combattuta ieri a Sloviansk, roccaforte della rivolta separatista filorussa. Duri scontri anche a sud, a Odessa, dove la polizia non è riuscita ad evitare il peggio tra alcune centinaia di filorussi e 1500 manifestanti a favore dell'unità ucraina: 38 persone sono morte nell'incendio dell'edificio della Casa dei sindacati, appiccato dalle frange più radicali dei filo Kiev nell'edificio in cui si erano rifugiati i filorussi dopo gli scontri in città nei quali erano decedute quattro persone e che avevano scatenato una vera e propria 'caccia' ai filorussi. Il bilancio finale è di 42 morti e 125 feriti, tra cui 21 poliziotti. Le autorità cittadine hanno dichiarato tre giorni di lutto cittadino, da oggi ai 5 maggio.

In questa situazione, il Cremlino ha definito "assurdo" parlare di elezioni in Ucraina, sia i referendum separatisti indetti per l'11 marzo sia le presidenziali con cui Kiev vorrebbe legittimare il Maidan. "Dopo quello che è successo a Odessa, sullo sfondo dell'aperta spirale di conflitto nel sud-est del Paese, non capiamo di che elezioni stanno parlando Kiev, le capitali europee e Washington", ha sottolineato Dmitri Peskov, portavoce di Putin, aggiungendo che Mosca ha perso effettivamente la sua influenza sulle forze di autodifesa del sud-est ucraino e non può risolvere la situazione da sola. Mosca non sa ancora come rispondere alla crescente violenza in Ucraina, questo elemento è assolutamente nuovo per la Russia, ha concluso.

I prossimi dieci giorni, ha sottolineato il premier ucraino Arseni Iatseniuk, saranno i più difficili per il Paese. Intanto ieri c'è stata una fumata nera al vertice trilaterale di Varsavia tra Russia-Ucraina-Ue sulla sicurezza energetica: le parti si ritroveranno altre due volte, ma Mosca ha già dato un ultimatum sul gas a Kiev, minacciando che se entro fine maggio non sarà pagata la fattura di giugno, Gazprom "avrà il diritto di ridurre le sue forniture per l'Ucraina o di mantenerle a livello pagato prima del 31 maggio".

Intanto a Sloviansk gli osservatori militari dell'Osce sono stati liberati, ha reso noto Vladimir Lukin, inviato del Cremlino nel sud-est ucraino, citato dalla tv Russia Today. Poco prima Viaceslav Ponomariov, autoproclamato sindaco di Slaviansk, aveva annunciato la sua intenzione di rilasciare a breve gli osservatori tenuti in ostaggio: ''stanno seduti nel mio ufficio, sto parlando con loro per liberarli. Questo non ha a che fare con la situazione insicura nella città'', aveva dichiarato. Ponomariov aveva anche annunciato la morte, in nottata, di 10 civili del vicino villaggio di Andreievka che tentavano di bloccare un corteo di auto degli ultra nazionalisti di Pravi Sektor e il ferimento di altre 40 persone. Mancano per ora conferme indipendenti.

Intanto, il Cremlino ammette: Mosca ha perso effettivamente la sua influenza sulle forze di autodifesa del sud-est ucraino e non può risolvere la situazione da sola: lo ha detto Dmitri Peskov, portavoce di Putin.

Mentre l'offensiva a Est continua a Kramatorsk - dove, scrive il ministro dell'Interno ucraino Arsen Avakov su Facebook - «la battaglia è in corso», il Cremlino lancia un'accusa pesantissima contro le autorità di Kiev e l'Occidente: hanno - recita la nota di oggi - «la responsabilità di quanto accaduto ieri a Odessa» (città-porto sul Mar Nero dove si registrano 46 morti in un incendio appiccato durante una manifestazione fra pro governo Kiev e pro Mosca), e ne sono «di fatto complici», come «chi considera legittima la giunta di Kiev».

I morti di Odessa e l'offensiva militare peseranno negli sviluppi del prossimi giorni ma la confusione aumenta al di là degli schieramenti internazionali e orientamenti politici: il Wall Street Journal qualche giorno fa pubblicava un editoriale di apertura «Diamo una chance a Putin», oggi il quotidiano francese Le Monde scrive che si sta avverando in Ucraina il peggiore scenario e che Putin sta giocando la carta del caos.




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