mercoledì 14 maggio 2014

Frontex è boom di sbarchi



Nel 2014 gli sbarchi di migranti sono aumentati in maniera esponenziale. Lo afferma un rapporto Frontex, l'agenzia Ue per la gestione della cooperazione alle frontiere esterne degli Stati membri, sull'emergenza immigrazione. "Nei primi 4 mesi del 2014 - è scritto - c'è stato un aumento dell'823% di arrivi verso l'Italia rispetto allo stesso periodo del 2013". Da gennaio ad aprile sono stati registrati 25.650 arrivi in Sicilia e 660 in Puglia e Calabria.

Sono più di duecento i migranti salvati dalle navi militari italiane e dai mercantili dopo il naufragio, il 12 maggio, di un’imbarcazione al largo della Libia.

Le vittime potrebbero essere altrettante: 17 corpi sono già stata recuperati, ma sul barcone ci sarebbero stati quattrocento migranti. Le autorità marittime italiane sono state informate del naufragio dall’equipaggio di un rimorchiatore al servizio di alcune piattaforme petrolifere che si trovano a 90 chilometri dalle coste della Libia e a 180 da Lampedusa. Pochi giorni prima un altro naufragio era costato la vita a una quarantina di persone partite dalle coste libiche.

Dal 18 ottobre 2013 è attiva nel mar Mediterraneo meridionale l’operazione militare e umanitaria Mare nostrum, nata “per fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria in corso nello stretto di Sicilia, dovuto all’eccezionale afflusso di migranti”. All’operazione partecipano il personale e i mezzi navali e aerei della marina militare (920 militari, cinque navi e quattro aerei), dell’aeronautica militare, dei carabinieri, della guardia di finanza, della capitaneria di porto e della polizia di stato.

I militari, oltre a soccorrere i migranti, sono anche incaricati di arrestare i trafficanti di essere umani. Ma visto il numero dei naufragi, si moltiplicano le richieste di creare dei corridoi umanitari che impediscano nuove tragedie e facilitino l’accesso alla richiesta dello status di rifugiato e alla domanda di asilo.

Sono profondamente turbata dalla nuova tragedia che ha avuto luogo nelle acque internazionali tra la Libia e Lampedusa, provocando almeno una dozzina di morti. I miei pensieri vanno alle vittime e alle loro famiglie. Permettetemi di ringraziare le autorità italiane per i loro enormi sforzi nel mettere in atto l’operazione Mare nostrum, sostenuto anche dalla Commissione europea, che ha salvato e continua a salvare decine di migliaia di vite.

Purtroppo tutti gli sforzi in atto non hanno potuto evitare nuove morti. È chiara responsabilità di tutti gli stati membri dell’Unione europea mostrare adesso solidarietà concreta al fine di ridurre il rischio che tali tragedie si ripetano. Invito pertanto tutti gli stati membri a dare concreto ed efficace follow-up alle azioni individuate nel piano elaborato dalla Commissione europea, e in particolare a impegnarsi nel reinsediamento dei rifugiati direttamente dai campi che si trovano fuori dall’Unione e nell’apertura di nuovi canali che consentano di entrare legalmente. Portando queste persone in modo sicuro in Europa, potremmo impedire che cadano nelle mani dei trafficanti e dei contrabbandieri che mettono in pericolo la vita dei migranti che vogliono attraversare il Mediterraneo.

Se ogni stato membro accogliesse anche solo poche migliaia di persone, questo sarebbe fare una grande differenza per centinaia di migliaia di profughi che hanno bisogno di un riparo e potrebbe ridurre significativamente la pressione dei flussi migratori nel Mediterraneo. È tempo che gli stati membri mettano in pratica le loro parole, ed è per questo che chiedo una discussione formale in occasione del prossimo consiglio degli affari interni su come gli stati membri intendono contribuire concretamente per affrontare le sfide migratorie e di asilo nel Mediterraneo.

Il problema, ha detto Malmström in un’intervista, “non è che le persone entrano illegalmente in Europa, ma che entrare legalmente è troppo difficile”. La sua soluzione al problema è semplice: l’Unione europea dovrebbe rendere più facile la migrazione verso l’Europa. “Voglio aprire più vie d’ingresso legali. Soprattutto per i rifugiati reinsediati”, quelli cioè già accolti in un paese di primo asilo e che potrebbero essere trasferiti in un paese terzo che ha accettato di accoglierli. “Un sistema di visto umanitario a livello europeo sarebbe un nuovo modi che consentirebbe ai migranti di ottenere asilo politico nell’Unione”.




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