domenica 21 agosto 2016

Massacro di Speicher: condanne a morte di 36 jihadisti



Erano stati condannati per il cosiddetto “massacro di Speicher” rivendicato dal gruppo Stato islamico: nel giugno 2014 sono state uccise circa 1.700 reclute dell’esercito iracheno, catturate nella base militare di Camp Speicher, vicino Tikrit: i corpi delle vittime, uccise con un colpo alla nuca, furono spinti nel fiume Tigri.

Il 18 febbraio scorso il Tribunale penale centrale iracheno ha condannato a morte 40 persone per coinvolgimento nel massacro di Camp Speicher. Lo scorso 8 luglio il Consiglio giudiziario supremo iracheno ha comminato la pena di morte a 24 detenuti accusati di aver partecipato alla strage. Il massacro di Camp Speicher risale al 12 giugno del 2014. Nella base militare Usa sono state uccise dallo Stato islamico (Is), prevalentemente a colpi di arma da fuoco.

Trentasei jihadisti, condannati per il "massacro di Speicher" del 2014, sono stati giustiziati in un carcere iracheno, dopo che la settimana scorsa il presidente della Repubblica Fuad Masum aveva autorizzato le esecuzioni: lo hanno reso noto fonti governative di Baghdad.

Per mesi la città natale di Saddam Hussein era finita nella mani del Califfato e all'indomani della sua riconquista delle truppe di liberazione emersero le atrocità compiute dai militanti jihadisti durante l'occupazione. E proprio a Tikrit era stato ucciso dalle forze regolari Ibrahim Sabawi Hassan, il nipote di Saddam diventato comandante dell'Is.

Una settimana dopo l'inizio dell'offensiva, il 12 giugno 2014 numerose reclute abbandonarono la base aerea di Camp Speicher, precedentemente sotto il controllo delle forze armate statunitensi e attualmente in uso all'aeronautica militare irachena. Nei giorni successivi vennero diffusi resoconti riguardanti l'uccisione di circa 1700 tra queste reclute. Essi vennero uccisi a colpi di arma da fuoco in esecuzioni di massa da parte dei miliziani dell'Isis. La strage suscitò ampia indignazione e fosse comuni vennero rinvenute un anno dopo.

Il massacro di Camp Speicher è stato documentato anche dall’ONU, che in un rapporto ha messo in evidenza che «un numero tra 1.500 e 1.700 soldati iracheni di Camp Speicher sono stati sommariamente uccisi il 12 giugno dall’ISIS».

I sopravvissuti al massacro – la maggior parte dei quali si sono salvati fingendosi morti – hanno raccontato che i miliziani dell’ISIS fecero marciare i soldati verso il palazzo presidenziale, dicendo loro che una volta portato a termine uno scambio di prigionieri sarebbero stati liberati. Poi però furono separati in gruppi più piccoli, gli sciiti furono separati dai sunniti, furono fatti incolonnare e poi uccisi. I video delle uccisioni furono poi pubblicati online. Ci vorranno settimane o mesi per riesumare tutti i corpi.




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