E' Evan McMullin, undici anni alla Cia e ora responsabile affari politici per i repubblicani alla Camera. "E' giunta l'ora per una nuova generazione di leader di farsi avanti".
Il repubblicano Evan McMullin si candiderà da indipendente contro Donald Trump. McMullin annuncerà presto la sua decisione, come riportano diversi mezzi d’informazione statunitensi. Sarà sostenuto da un gruppo di repubblicani contrari alla candidatura di Trump. Mormone, 40 anni, è un ex agente della Cia e nei mesi scorsi ha criticato diverse volte il miliardario newyorchese sui social network, definendolo “tirannico”.
"In un anno in cui gli elettori hanno perso fiducia nei candidati dei due maggiori partiti, è giunta l'ora per una nuova generazione di leaders di farsi avanti", ha detto ieri McMullin in una dichiarazione alla rete Abc News. "Non è mai troppo tardi per fare la cosa giusta - ha proseguito - e gli Stati Uniti meritano ben altro che Donald Trump o Hillary Clinton. Per quanto mi riguarda, mi presento umilmente come un leader capace di offrire una alternativa conservatrice a milioni di americani delusi".
Da quando, sull'onda delle vittorie nelle primarie e del suo seguito nell'elettorato bianco marginalizzato dalla globalizzazione, la nomination di Trump è apparsa inevitabile, l'establishment repubblicano, preoccupato delle ripercussioni a lungo termine sul partito, si è chiesto quali nuove opzioni ci potessero essere. Alcuni esponenti ipotizzavano una rivolta al momento della convention, altri ancora speravano di poter neutralizzare l'eccentricità del tycoon newyorkese. E dopo il fallimento dei due tentativi, l'unica strada percorribile è sembrata a molti quella di una candidatura parallela di un esponente della destra in funzione anti-Trump, più che con vere speranze di battere la Clinton.
Certo, è poco probabile che McMullin possa fare breccia nell'elettorato: anche se ha un curriculum di tutto rispetto - volontario a favore dei rifugiati, master alla Wharton, undici anni alla Cia, breve lavoro alla Goldman Sachs - il suo nome è ancora sconosciuto al largo pubblico. D'altra parte, la discesa in campo anche di un repubblicano moderato potrebbe accelerare la fuga degli elettori dai due candidati ufficiali, che, per motivi diversi, sono entrambi poco popolari.
Molti elettori democratici o liberal non fanno mistero di voler votare per Jill Stein, candidata dei verdi: cioè dello stesso partito che nel 2000 aveva nominato Ralph Nader e che poi aveva fatto perdere la Casa Bianca ad Al Gore per un pugno di voti. Secondo alcuni sondaggi, la Stein, che ha avuto anche l'appoggio di Cornel West, un intellettuale di riferimento per gli afro-americani, e che cerca di attrarre i simpatizzanti di Bernie Sanders, potrebbe ricevere nel voto di novembre circa il 4-5 per cento dei consensi.
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