domenica 25 ottobre 2015
Netanyahu: la Spianata delle Moschee luogo di preghiera dei musulmani
Mentre Benjamin Netanyahu assicura, per stemperare gli animi, che non vuole assolutamente cambiare lo 'status quo' sulla Spianata delle Moschee, che continuerà ad essere un luogo di preghiera solo per i musulmani, un altro colono è stato accoltellato in quella che è chiamata 'l'intifada dei coltelli'.
Un monitoraggio 24 ore su 24 della Spianata delle Moschee affidato a un circuito di videocamere di sorveglianza. Questa una delle misure contenuta nell'accordo firmato tra Israele e Giordania con l’obiettivo di ridurre le tensioni a Gerusalemme. L’annuncio è arrivato da John Kerry, presente all’incontro ad Amman tra Netanyahu, Abu Mazen e il Re di Giordania.
“Attiveremo lungo tutta l’area un servizio di videosorveglianza 24 ore su 24. In questo modo garantiremo una visibilità e una trasparenza totale. Questo farà davvero la differenza e scoraggerà chiunque abbia intenzione di violare la sacralità di questi luoghi“. Ha dichiarato John Kerry.
Importante il coinvolgimento di Amman, custode dei luoghi santi per l’Islam di Gerusalemme. Nei quali, Netanyahu ha ribadito di aver ristabilito lo status quo, nel tentativo di spegnere l’ondata di violenze degli ultimi giorni. “ L’accesso dei fedeli alla Spianata delle Moschee sarà assicurato. Cosi come continueremo a garantire il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica. Abbiamo aumentato la cooperazione tra le autorità israeliane e quelle islamiche per garantire i fedeli e i visitatori rispettino la sacralità del luogo“ ha spiegato il Premier israeliano.
10 israeliani e 49 palestinesi sono morti nelle ultime 5 settimane. Il riaccendersi degli scontri tra le due fazioni ha sollevato la preoccupazione della comunità internazionale che sta cercando in queste ore di evitare il crearsi delle condizioni per l’ennesimo conflitto tra israeliani e palestinesi.
"Israele continuerà ad applicare la sua politica di sempre: i musulmani pregano sul Monte del Tempio (Spianata delle Moschee); i non musulmani lo visitano". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu dopo gli accordi annunciati dal segretario di stato Usa John Kerry tra Giordania e Israele. Il premier ha quindi riaffermato che Israele non ha "intenzione di dividere il Monte del Tempio e respingiamo completamente ogni tentativo di insinuare il contrario".
Netanyahu ha infine ribadito che i visitatori e coloro che pregano nel complesso hanno il diritto di farlo "in pace, senza violenza, senza minacce, senza intimidazione e provocazione""; e ha chiesto "l'immediato ristabilimento della calma" e il ritorno alla normalità, dopo tre settimane di crescente violenza.
Ma qualcosa si muove anche tra i palestinesi, ieri sera il segretario generale del partito 'Palestinian National Initiative', (Al-Mubadra), Mustafà Barghouti, parente del famoso Marwan in carcere in Israele, è stato attaccato e ferito, con "un oggetto affilato o un coltello", davanti casa sua a Ramallah da due ignoti. E’ quanto riporta l'agenzia Maan citando fonti vicine allo stesso Barghouti.
Intanto, nel ventesimo anniversario dell'omicidio di Yitzhak Rabin, ucciso da un estremista di destra israeliano il 4 novembre 1995, migliaia di manifestanti hanno sfilato per le strade di Tel Aviv con lo slogan: "Ebrei e arabi non vogliono odiarsi tra loro. Israele e Palestina: due Stati per due popoli". Tra gli organizzatori del corteo il partito di sinistra Meretz e gli attivisti di 'Pace ora'.
E mentre Israele vive giorni di tensione, diventano sempre di più gli arabo-israeliani che vogliono spostarsi nelle aree calde di Siria e Iraq per unirsi alle fila jihadiste. L'ultimo un 23enne che è riuscito sabato ad attraversare in parapendio la frontiera con la Siria, dalle Alture del Golan, con l'obiettivo di unirsi ai gruppi islamisti ribelli. Nel passato l'intelligence israeliana ha lanciato numerosi allarmi sul fenomeno, considerato estremamente pericoloso.
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