venerdì 23 gennaio 2015

Arabia Saudita: l’ultimo saluto al re Abdullah


Ultimo saluto dell’Arabia Saudita a re Abdullah bin Abdulaziz; i funerali si sono tenuti nella capitale saudita Riyad, nella grande moschea intitolata all'imam Turki bin Abdullah. La morte del sovrano, scomparso all'età di 91 anni, è stata seguita da messaggi di cordoglio provenienti da tutto il mondo.

Per il presidente statunitense, Barack Obama, “ha dato un contributo durevole alla ricerca della pace nella regione araba”. Sul trono ora siederà il principe ereditario Salman Abdul Aziz al Saud, 79 anni. Ultraconservatore in patria, aperto al dialogo fra religioni all'estero Abdullah bin Abdulaziz, sesto re dell’Arabia Saudita, era malato da tempo. L'ultimo periodo della sua vita è stato costellato da malattie e ricoveri, in patria e all'estero. Per oltre tre decenni è stato uno degli uomini più influenti degli Stati del Golfo e un alleato cruciale degli Stati Uniti. Sarà probabilmente ricordato come il sovrano che in patria ha promosso i valori ultraconservatori dell'Islam, ma che all'estero ha lanciato numerose iniziative per il dialogo interreligioso.

Era re dal 3 agosto 2005, quando era salito sul trono dopo la morte di Fahd. Già dieci anni prima, nel 1995, aveva di fatto assunto la carica di reggente dopo che lo stesso Fahd era stato dichiarato temporaneamente invalido.   Il nuovo re Salman Il suo posto sarà preso da Salman Abdul Aziz al Saud, suo fratellastro e come lui uno dei tanti figli del fondatore del regno, Abdul Aziz al Saud. Ha quasi 80 anni, ma ha ottimi rapporti e contatti con le tante tribù del Paese e decenni di esperienza di governo, essendo stato sin dai primi anni '60 governatore della regione di Riyad, che sotto la sua guida è divenuta una metropoli. Ha fama di avere buone capacità diplomatiche, ma anche di saper usare le maniere forti. Dal 2011 è stato ministro della Difesa e ha svolto un ruolo chiave nell'adesione del suo Paese alla coalizione internazionale anti-Isis guidata dagli Usa, con i caccia sauditi che bombardano postazioni jihadiste in Siria.

La sua salute desta qualche preoccupazione, avendo avuto un ictus che gli ha lasciato qualche problema di mobilità al braccio sinistro. Tuttavia, secondo gli analisti, dovrebbe essere in grado di garantire una transizione senza scossoni.   Messaggi di cordoglio da tutto il mondo Messaggi di cordoglio per la morte di re Abdullah stanno arrivando da tutto il mondo. "La sua vita abbraccia un arco di tempo che va da prima della nascita dell'Arabia Saudita moderna fino al suo emergere come forza fondamentale all'interno dell'economia mondiale e leader tra i Paesi arabi e islamici – ha dichiarato il presidente Usa, Barack Obama  - Egli ha intrapreso passi importanti per far avanzare l'iniziativa di pace nella regione araba, uno sforzo che gli sopravviverà". La Giordania ha proclamato 40 giorni di lutto nazionale, mentre il presidente francese, Francois Hollande, ha parlato di lui come di "uno statista la cui opera ha profondamente segnato la storia del suo Paese.

L’Arabia Saudita ha dato l’ultimo saluto al re Abdullah bin Abdulaziz, morto a 91 anni dopo quasi un decennio da sovrano. Il cambio sul trono si traduce in una serie di sfide nella politica interna ed estera. Lo scettro passa a Salman, il fratellastro di 79 anni. Il nuovo re è stato sin dai primi anni Sessanta e per quasi cinque decadi governatore della regione di Riad, la capitale. La transizione è dagli analisti salutata come morbida. Salman dovrebbe seguire la cauta linea riformatrice di Abdullah dal punto di vista sociale ed economico. Il tentativo è dare risposte alle esigenze della modernità in un Paese che ospita i luoghi più sacri dell’Islam.

Salman, diplomatico dalle maniere forti quando serve, sembra determinato a difendersi dagli avversari più temuti: l’Iran e il Califfo del cosiddetto ‘‘Stato Islamico’‘, Abu Bakr al-Baghdadi. Da ministro della difesa, ruolo che ha avuto dal 2011, ha deciso l’intervento militare nella coalizione anti-Isil in Iraq e Siria.

L’altra grande sfida è la politica energetica saudita. Il Paese è il primo esportatore al mondo di greggio, disponendo del 20% delle riserve mondiali.

Gli investitori si interrogano su un possibile cambio nelle scelte energetiche di Riad, data la ventilata sostituzione del ministro del petrolio.



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