lunedì 26 gennaio 2015

È morto il vignettista indiano RK Laxman



Il vignettista indiano RK Laxman è morto nell’ospedale di Pune a 94 anni. Era stato ricoverato per un’infezione. La sua vignetta quotidiana intitolata “L’hai detto tu” è stata pubblicata sulla prima pagina del Times of India per più di cinquant’anni. Bbc.

 Il vignettista indiano RK Laxman è scomparso all'età di 94 anni a seguito di un'infezione per la quale era stato ricoverato in un ospedale di Pune, nell'India occidentale. Laxman era considerato una figura leggendaria e la sua vignetta quotidiana «You said it» veniva pubblicata sulla prima pagina del Times of India da oltre 50 anni. Fratello del romanziere RK Narayan, Laxman si era conquistato seguito e fama tra i lettori attraverso le sue vignette, con le quali raccontava la vita sociale e politica dell'India. Nel 2005 i Governo lo aveva insignito del Padma Vibhushan, una delle più importanti onorificenze civili indiane.

Un ricordo.

In un tempo di crisi economica e profonda sfiducia da parte dell'elettorato, i partiti indiani non riescono a pensare – a modo loro – che in termini di consensi.

L'apprensione è andata immediatamente alla salvaguardia dell'elettorato dalit che, oltre ad avere un peso specifico consistente in molti stati dell'Unione – come nelle ultime elezioni in Uttar Pradesh – è soggetto molto sensibile alla sindrome della massa che caratterizza la “pancia” di una certa fetta della società indiana. Basta una scintilla e il dispiegamento fisico del dissenso può essere fatale.

A dimostrazione plastica del fenomeno, un gruppetto di studenti di Pune ha pensato di dimostrare la propria insofferenza alla satira su Ambedkar piombando nello studio di un professore affiliato al NCERT,saccheggiandolo.

La mancanza di ironia e la permalosità diffusa che contraddistingue la politica indiana di oggi ha spinto la stampa a reagire, ricordando sia la grande tradizione della satira politica a fumetti indiana, sia la statura dei politici del passato, decisamente più sportivi davanti alle critiche della stampa.

Rajdeep Sardesai, su Firstpost, racconta un aneddoto risalente al 1962. Nehru, all'epoca in aperta polemica col suo ministro della Difesa Krishna Menon all'indomani del conflitto sino-indiano, viene ritratto dal vignettista satirico R.K. Laxman.

Il primo ministro alza il telefono e chiama Laxman. Il disegnatore, che temeva di incorrere nella sfuriata telefonica dell'uomo più importante del Paese, si sente invece dire: “Signor Laxman, la sua vignetta di stamattina mi è piaciuta tantissimo. Posso averne una copia ingrandita, incorniciata ed autografata?”

Comportamenti del genere appaiono oggi lontani mille anni luce se paragonati alla scarsissima autoironia dei politici contemporanei.

Mamata Banerjee, chief minister del Bengala Occidentale, alcune settimane fa è salita nuovamente agli onori della cronaca per aver fatto incarcerare un professore della Jadavpur University (JU) di Calcutta, reo di aver divulgato tramite internet una vignetta a lei scherzosamente dedicata.

L'episodio, che ha spinto studenti ed accademici a protestare per le strade di molte città dell'Unione indiana, è stato rilanciato qualche giorno fa grazie ad un dibattito televisivo organizzato dall'emittente Cnn-Ibn per celebrare il primo anno di Mamata Banerjee alla guida del Bengala Occidentale.

Bersagliata dalle domande degli studenti della JU, che chiedevano chiarimenti sull'arresto del professore e sulla libertà di espressione nello stato, Mamata ha letteralmente perso il lume della ragione, sbraitando contro gli studenti “amici dei maoisti” e “sostenitori del Partito comunista indiano marxista” e, come nella migliore delle tradizioni nostrane, abbandonando il set televisivo.



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