sabato 25 ottobre 2014

Le armi statunitensi in mano allo Stato islamico




L’aviazione statunitense ha paracadutato tra il 19 e il 20 ottobre armi, munizioni e forniture mediche destinate alle forze curde che combattono contro lo Stato islamico nella città siriana di Kobane, al confine con la Turchia.

Si tratta del primo rifornimento di questo tipo, dopo settimane di raid aerei da parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti. La notte scorsa l’aviazione ha bombardato per undici volte Kobane.

Il lancio di rifornimenti destinati ai curdi iracheni “mira a consentire la resistenza contro il tentativo dello Stato islamico di conquistare Kobane”, ha spiegato il Comando centrale degli Stati Uniti.

Polat Can, portavoce dei miliziani curdi che combattono lo Stato islamico a Kobane, ha confermato i rifornimenti statunitensi. “Una grande quantità di armi e munizioni è arrivata a Kobane”, ha scritto su Twitter.

“Gli aiuti avranno un impatto positivo sulle operazioni militari e speriamo di avere più supporto”, ha detto Redur Xelil, un portavoce dei curdi.


Alcune delle armi paracadutate dagli Stati Uniti il 20 ottobre nel nord della Siria e destinate ai combattenti curdi potrebbero essere finite nelle mani dello Stato islamico.

È quanto afferma un video che mostra alcuni jihadisti mascherati che recuperano parte dell’equipaggiamento militare che è stato lanciato nelle zone controllate dallo Stato islamico vicino alla città di Kobane, al confine con la Turchia.


Il dipartimento della difesa degli Stati Uniti sta esaminando il video e un portavoce del Pentagono ha detto che la maggioranza delle armi è finita nelle mani dei curdi, ma si sta indagando sulla vicenda.


I rifornimenti comprendono diverse scatole di bombe a mano e razzi, che secondo il comando centrale degli Stati Uniti erano destinati ai combattenti curdi “per continuare la resistenza contro i tentativi dello Stato islamico di conquistare Kobane”.

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