L’aviazione statunitense ha paracadutato tra il 19 e il 20
ottobre armi, munizioni e forniture mediche destinate alle forze curde che
combattono contro lo Stato islamico nella città siriana di Kobane, al confine
con la Turchia.
Si tratta del primo rifornimento di questo tipo, dopo
settimane di raid aerei da parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti. La
notte scorsa l’aviazione ha bombardato per undici volte Kobane.
Il lancio di rifornimenti destinati ai curdi iracheni “mira
a consentire la resistenza contro il tentativo dello Stato islamico di
conquistare Kobane”, ha spiegato il Comando centrale degli Stati Uniti.
Polat Can, portavoce dei miliziani curdi che combattono lo
Stato islamico a Kobane, ha confermato i rifornimenti statunitensi. “Una grande
quantità di armi e munizioni è arrivata a Kobane”, ha scritto su Twitter.
“Gli aiuti avranno un impatto positivo sulle operazioni
militari e speriamo di avere più supporto”, ha detto Redur Xelil, un portavoce
dei curdi.
Alcune delle armi paracadutate dagli Stati Uniti il 20
ottobre nel nord della Siria e destinate ai combattenti curdi potrebbero essere
finite nelle mani dello Stato islamico.
È quanto afferma un video che mostra alcuni jihadisti
mascherati che recuperano parte dell’equipaggiamento militare che è stato
lanciato nelle zone controllate dallo Stato islamico vicino alla città di
Kobane, al confine con la Turchia.
Il dipartimento della difesa degli Stati Uniti sta
esaminando il video e un portavoce del Pentagono ha detto che la maggioranza
delle armi è finita nelle mani dei curdi, ma si sta indagando sulla vicenda.
I rifornimenti comprendono diverse scatole di bombe a mano e
razzi, che secondo il comando centrale degli Stati Uniti erano destinati ai
combattenti curdi “per continuare la resistenza contro i tentativi dello Stato
islamico di conquistare Kobane”.
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