lunedì 6 ottobre 2014
Isis e le bandiere nere a Kobane
Almeno un'altra bandiera nera dell'Isis è stata issata sulle colline di Kobane, la città siriana al confine con a Turchia al centro di una violenta battaglia da settimane. Lo riferiscono numerosi testimoni in territorio turco. Mentre continua a sventolare quella innalzata stamani dallo Stato islamico su un edificio bianco di quattro piani che si staglia nella zona orientale della città.
I jihadisti dell'Is hanno issato due bandiere nere su Kobane, la cittadina curdo-siriana sul confine con la Turchia, assediata da settimane dalle milizie del cosiddetto Stato islamico. I media turchi hanno riferito che una bandiera sventola in cima a un edifi icio di quattro piani. I jihadisti hanno pubblicato alcune foto della bandiera, ben visibile dal territorio turco, su Twitter sul profilo @alRifai1.
Gli stessi jihadisti hanno poi pubblicato su un loro account Twitter (@RouckClif88) alcune immagini di una seconda bandiera nera, in cima a una collina in una zona orientale della città.
Mustafa Bali, il direttore dell'Unione dei Media Liberi (Rya), un'agenzia di stampa curda basata nella città di Rojava, ha rivelato che a Kobane si combatte ormai "casa per casa". In un'intervista all'agenzia Dpa, Bali ha confermato che i jihadisti hanno superato le difese lungo il fronte orientale, usando carri armati e autobomba. I combattimenti ora infuriano nella zona est di Kobane.
Nel corso degli scontri almeno 20 militanti del cosiddetto Stato islamico (Is) sono stati uccisi in un'imboscata. E' quanto si legge sulla pagina Facebook degli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani.
L'ong vicina all'opposizione, con sede a Londra, ha anche riferito che almeno 30 persone sono morte in un duplice attentato suicida contro due checkpoint allestiti dai combattenti curdi nella città di Hasakah, nella Siria nordorientale.
E cresce l'allerta sicurezza in Turchia. Centinaia di persone che vivono nel distretto turco di Suruc, a pochi chilometri dal confine con la Siria, stanno abbandonando le loro case per l'evacuazione ordinata dalle autorità della provincia sudorientale di Sanliurfa dopo che domenica un colpo di mortaio ha colpito un'abitazione provocando il ferimento di due persone.
"Abbiamo deciso di trasferire gli abitanti di Buyuk Kendirci e Kucuk Kendirci in luoghi più sicuri", ha detto il governatore di Sanliurfa, Izzettin Kucuk, all'agenzia di stampa turca Anadolu. Dallo scorso 19 settembre, secondo dati diffusi da Ankara, circa 160mila curdi sono fuggiti dalla Siria per rifugiarsi in Turchia.
La tv di Stato ha annunciato che dopo un mese di combattimenti l'esercito siriano ha riconquistato Doukhaniyé, località alle porte di Damasco spesso usata dai ribelli come base per il lancio di colpi di mortaio sulla capitale.
Intanto, l'ostaggio americano Peter Kassig, trattenuto dai jihadisti dello 'Stato islamico' (Is), in una lettera che risale allo scorso giugno ma che i genitori hanno deciso di diffondere solo ora, come riporta la Bbc, scrive:"Ho ovviamente paura di morire, ma la cosa più difficile è non sapere, chiedermi, sperare e domandarmi se addirittura io possa ancora sperare".
I genitori del 26enne Kassig, Ed e Paula Kassig, hanno detto di aver deciso di diffondere estratti della lettera "in modo che il mondo possa capire perché noi e tanta altra gente lo amiamo e lo ammiriamo". "Sono molto triste per quello che è accaduto e per quello che voi a casa state passando - scrive il giovane - Se dovessi morire, immagino almeno che voi e io potremo trovare conforto sapendo che ero partito per tentare di alleviare sofferenze e aiutare i bisognosi". "Prego ogni giorno e non sono arrabbiato per questa situazione", aggiunge nella lettera ricevuta dai genitori il 2 giugno, che si conclude con "vi amo".
Alcuni ufficiali curdi affermano che l'Isis ha preso il controllo di una collina strategica nei pressi della cittadina da cui può martellare con l'artiglieria tutta l'area. Intanto, proseguono furiosi gli scontri, visibili dal confine turco, dove stazionano alcuni carri armati, mentre la gran parte dei mezzi corazzati schierati nei giorni scorsi da Ankara sono stati riposizionati.
L'agenzia irachena Nina riferisce, intanto, che 22 civili, tra cui 4 bambini, sono morti in Iraq quando un raid aereo della Coalizione internazionale guidata dagli Usa ha colpito oggi per errore un edificio ad una settantina di metri da una postazione dello Stato islamico (Isis) a Hit, 150 chilometri a ovest di Baghdad.
La Turchia, dal canto suo, avrebbe scambiato con l'Isis oltre 180 jihadisti, fra cui due britannici, in cambio di 46 diplomatici di Ankara e tre iracheni, rapiti dallo Stato islamico nei mesi scorsi. E' quanto afferma il Times, sottolineando che il governo di Londra giudica "credibile" la notizia. I nomi dei due britannici erano in una lista trapelata al giornale britannico e confermata da fonti nello Stato islamico. I due jihadisti provenienti dal Regno Unito sarebbero lo studente 18enne Shabazz Suleman e Hisham Folkard, di 26 anni.
Inoltre la Turchia ha fatto sapere che invierà i propri militari sul terreno in Siria "solo se la strategia Usa includerà anche la destituzione di Assad": lo ha detto il premier turco Ahmet Davutoglu in una intervista con Christiane Amanpour della Cnn. Lo evidenziano i media arabi. Per quanto riguarda Kobane, Ankara "ha la priorità al momento di salvare la vita alle decine di migliaia di persone fuggite dalla città", ha aggiunto il premier, glissando invece per ora su un ipotetico impegno militare su quel fronte.
"Ho paura di morire, ma la cosa più difficile è non sapere, immaginare, sperare se posso addirittura sperare ancora". Sono le parole dell'ostaggio Usa Peter Kassig, che l'Isis ha minacciato di uccidere nel video della decapitazione del volontario Gb Alan Henning, in una lettera ai genitori.
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