giovedì 19 dicembre 2013
Russia: attivisti Greenpeace e Pussy Riot si all’amnistia
La Duma russa ha approvato in via definitiva il progetto di amnistia presentato dal presidente Vladimir Putin. Secondo il testo finale, beneficeranno del provvedimento anche le Pussy Riot e gli attivisti di Greenpeace.
Il regalo di Natale di Putin? o meglio un occhio all’occidente in vista delle olimpiadi di Sochi 2014. L'amnistia per crimini sotto i cinque anni e per chi non era già finito in prigione. Così, in una mossa, lo zar del Cremlino mostra il volto buono liberando, se andrà tutto bene, gli attivisti di Greenpeace e le Pussy Riot reclusi nelle carceri russe.
Il testo iniziale del provvedimento legislativo in discussione prevedeva che le persone sotto inchiesta con l'accusa di teppismo o reati di portata analoga potessero essere amnistiati solo dopo una sentenza. Ma l'emendamento votato oggi dalla Duma - e apparentemente pensato proprio per chiudere il contenzioso internazionale innescato dal fermo degli attivisti della nave Arctic30 impegnati in un tentativo di abbordaggio di protesta contro una piattaforma artica del colosso russo degli idrocarburi Gazprom - modifica il quadro. La legge dovrebbe essere approvata definitivamente oggi anche in seconda lettura.
Putin non è dispiaciuto per il fatto che le Pussy Riot sono in carcere ma per il fatto che abbiano ''oltrepassato una linea di guardia nel tentativo di scandalizzare umiliando la dignità femminile'': così ha risposto ad una domanda nell'annuale maxi conferenza stampa a Mosca.
La misura, in cui dovrebbero rientrare le Pussy Riot e gli attivisti di Greenpeace, viene criticata dalle opposizioni, che la bollano come una pura operazione di immagine.
“Serve a poter dire, alla vigilia delle Olimpiadi, che in Russia non ci sono prigionieri politici”, ha commentato un parlamentare dell’opposizione.
Il testo, che si applica anche alle due musiciste in carcere per oltraggio alla religione, concede l’amnistia ai condannati per reati che prevedono meno di 5 anni di reclusione e per gli imputati di reati minori ancora in attesa di giudizio.
Non sono esclusi i reati di “teppismo”, e per questo ne potranno beneficiare anche i 30 attivisti di Greenpeace, in carcere dopo aver simbolicamente attaccato una piattaforma petrolifera nel Mare Artico.
Resterà in carcere nonostante il provvedimento di clemenza l’ex ministro della Difesa Serdyukov. Non rientrano nell’amnistia infatti i reati di corruzione.
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