sabato 21 dicembre 2013
L’oppositore di Vladimir Putin, Mikhail Khodorkovskij è libero
Probabilmente in vista delle olimpiadi di Sochi 2014 ormai prossime a febbraio che saranno evitate da diversi leader mondiali, Putin ha voluto togliere più argomenti possibili ai suoi critici internazionali.
«La questione dell’ammissione di colpevolezza non è stata affrontata». E la richiesta di grazia «non è stata una ammissione di colpevolezza»: lo assicura Mikhail Khodorkovskij nella prima dichiarazione da uomo libero pubblicata poco dopo il suo arrivo allo Schonefeld di Berlino, dove è stato accolto dall’ex ministro degli Esteri tedesco Hans-Dietrich Genscher e dal consulente politico tedesco Alexander Rahr, che avrebbe svolto un ruolo importante nella vicenda della scarcerazione del fondatore della Yukos.
Putin ha detto di aver ricevuto nei gironi scorsi una richiesta di liberazione da parte di Khodorkovskij, in prigione dal 2003, che voleva uscire per assistere la madre malata in Germania.
Ricordiamo che nell'ottobre del 2003 è scattata la trappola del Cremlino: arrestato per evasione fiscale, frode e peculato. Gli tolgono tutto. La Yukos, gigante petrolifero mondiale viene incamerata dallo Stato. E secondo fonti dell'intelligence tedesca, è in quell'operazione che anche Vladimir Putin si mette in proprio. Ci vogliono più di dieci anni, perché non la giustizia, ma il capriccio dello Zar Putin gli faccia intravedere la fine del tunnel.
L’ex imprenditore è stato arrestato per furto, frode e riciclaggio, ma era considerato un prigioniero politico dai suoi sostenitori e si è sempre dichiarato innocente. Prima di essere arrestato ha guidato il gigante petrolifero Yukos, che dopo il suo fermo è stata divisa in società più piccole e venduta.
La dichiarazione di Vladimir Putin arriva a un giorno di distanza dall’amnistia approvata dalla Duma russa, della quale hanno potrebbero beneficiato sia gli attivisti di Greenpeace sia le musiciste del gruppo Pussy Riot.
Secondo gli analisti la grazia concesso da Putin al suo oppositore potrebbe servire a calmare le polemiche internazionali sullo stato dei diritti umani in Russia in vista delle olimpiadi invernali di Sochi, in programma a febbraio 2014.
La conversione. Scrive l’Ap: “Prima del suo arresto, Khodorkovskij non era una figura amata dalla maggior parte dei russi, che mal sopportavano il modo in cui gli oligarchi si erano arricchiti nell’epoca delle privatizzazioni postsovietiche. Anche se ha reso Yukos la prima azienda russa con uno stile occidentale, Khodorkovskij è stato considerato un imprenditore senza scrupoli”.
“Ma dietro le sbarre il magnate si è trasformato in un raffinato pensatore politico e ha cominciato a scrivere per i principali giornali russi. In un articolo del 2005 si è perfino pentito di essersi arricchito con le privatizzazioni e ha invitato le autorità russe a scegliere una politica più di sinistra. Ha inoltre proposto che gli oligarchi pagassero una tassa per le aziende che avevano comprato dopo la caduta del regime sovietico”, prosegue l’Ap.
Comunque ciò che appare sul fronte internazionale che esiste un Putin che vorrebbe far dimenticare le critiche sul mancato rispetto dei diritti umani da parte della Russia
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