David Rieff è un
giornalista statunitense, che si occupa soprattutto di azione umanitaria,
politica USA nel dopo guerra fredda e Nazioni Unite. Scrive per il New York
Times Magazine e collabora con molti altri giornali statunitensi ed europei fra
cui Internazionale.
Il giornalista-scrittore statunitense nel libro
Sulla punta del fucile edizione Fusi orari del 2007, mette in evidenza a fronte
della sua ampia esperienza sugli intrighi di politica internazionale, quanto l’organismo dell’ONU riesca ad
assumere con difficoltà un peso di equilibrio nelle diverse problematiche
politiche e sociali in quei limbi di territorio che vanno da dalla Bosnia al Ruanda
all'Iraq, Dove è sempre risultato difficile instaurare dei veri interventi di
politica internazionale. Infatti ha sottolineato che le Nazioni Unite
rivendicano a sé il successo quando mettono in piedi operazioni efficaci di peacekeeping o di nation building, ma sono soliti attribuire i
fallimenti (Bosnia e Ruanda) ai mandati mal concepiti imposti dagli stati
membri.
Un altro problema che Rieff ha evidenziato senza enfatizzare è “che i
funzionari ONU non si presentano come una burocrazia internazionale ma
accampano grandi pretese morali a nome dell’organizzazione”. Lo spunto critico è che bisogna domandarsi senza tanta enfasi se l’ONU
con l’attuale struttura, per certi versi da riformare, ha ancora la possibilità
di erigersi ad ente morale, in quanto per ovvie ragioni molte decisioni e prese
di posizioni sono di natura strategica politica.
In
questo libro sono raccolte le sue esperienze, corrispondenze e analisi, con un
nuovo commento dell'autore che ne analizza attualità e contraddizioni. Un libro
che rimette drammaticamente in discussione i cardini del diritto
internazionale, dal ruolo delle Nazioni Unite alle equivoche ragioni di molti
paladini della democratizzazione forzata. Rieff nella stesura del libro è stato
costretto a cambiare il nome al concetto tanto in voga negli anni novanta sulla
espressione un po’ fuorviante, che “chiamiamo
interventi umanitari, a detta dell’autore sarebbe più corretto definirli “interventi per i diritti umani”.
Aspetto
importante messo in risalto da Rieff è l’incapacità dell’ONU di essere “l’arbitro supremo della pace e della
sicurezza mondiale”, vedendo come l’unica alternativa la forza esercitata
dai potenti stati membri. In ogni caso sostiene che la forza può anche essere
necessaria ma non è mai sufficiente.
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