martedì 10 luglio 2012

Processo ai marò rinviato di una settimana

Il tribunale di primo grado di Kollam (stato indiano meridionale del Kerala) ha rinviato l'inizio del processo a carico di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due militari accusati della morte di due pescatori il 15 febbraio scorso. La prossima udienza è stata fissata per il prossimo 17 luglio per permettere la traduzione degli atti procedurali in inglese e in italiano. Richiesta dall'Italia la traduzione degli atti.
Nel corso della seduta, la difesa italiana, rappresentata dall'avvocato indiano Rajendran Nair, ha chiesto la traduzione ufficiale degli atti processuali dall'inglese all'italiano e viceversa. Il giudice si è quindi preso una settimana per fornire una risposta.
Latorre e Girone sono comparsi in un'aula del tribunale di Kollam, che si trova a circa tre ore di auto da Kochi dove si trovano in libertà provvisoria dallo scorso 2 giugno. ''Stanno bene e sono sereni e tranquilli come sempre'' ha detto una fonte militare che si trova con loro sulla via del ritorno a Kochi.
Nella precedente udienza del 18 giugno, il team legale italiano aveva presentato una lista di quattro interpreti-traduttori, tra cui alcuni preti cattolici, che dovranno assistere i due maro' durante l'intero dibattito processuale
Ricordiamo che nella precdente udienza del 18 giugno, i legali italiani avevano presentato una lista di quattro interpreti-traduttori, tra cui alcuni preti cattolici, che dovranno assistere i due marò durante l’intero dibattito processuale.
Intanto il sottosegretario agli Esteri, Staffan de Mistura, è tornato a ribadire che i due militari dovrebbero essere giudicati in Italia. "Vanno giudicati a casa nostra e non in India", ha detto in diretta a su Radio 1 Rai. L’esponente del governo italiano, che si sta occupando del caso è stato netto:

"Vogliamo giudicarli qua perché i militari hanno l’immunità di servizio. Giudicarli nel paese asiatico sarebbe un precedente deleterio anche per la stessa India che ha tantissimi militari nel mondo". Adesso, ha aggiunto, si apre la terza fase che definisce quella della ''depenalizzazione''. ''Nel processo, anche se si farà, non si deve parlare di omicidio volontario, ma nel peggiore dei casi di omicidio fortuito dei pescatori scambiati per pirati'', ha concluso De Mistura.

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