sabato 26 settembre 2015

USA: ribelli addestrati danno armi al gruppo di al-Qaeda


I ribelli addestrati dagli Stati Uniti hanno consegnato, dopo che si sono arresi, sei pickup armati e munizioni fornite dagli stessi statunitensi ad Al-Qaeda legata gruppo poco dopo l'arrivo in Siria, il Pentagono ha detto venerdì, l'ultimo colpo di un programma del Pentagono che è stato afflitto da problemi sin dal suo inizio.

I ribelli addestrati in Turchia, appena entrati in azione, hanno consegnato armi e munizioni ai jihadisti di Al Nusra. Anziché combatterli, hanno offerto ciò che avevano pur di poter fuggire.

Lo ha reso noto il colonnello Patrick Ryder, portavoce di quello che ogni giorno che passa si sta rivelando il comando colabrodo delle forze armate Usa per la regione, il Centcom. Lo stesso comando accusato di aver alterato i rapporti degli 007 sul terreno prima di passarli alla Casa Bianca per dimostrare progressi inesistenti nella campagna contro Isis.

L’imbarazzante evento risale alla notte tra lunedì e martedì 21 e 22 settembre, quando gli uomini delle “Nuove Forze Siriane”, i cosiddetti ribelli moderati hanno consegnato ad un intermediario di al Nusraa (come fecero le truppe irachene che si sciolsero come neve al sole davanti ad Isis a giungo del 2014 in Iraq, abbandonando carri armati e Humvee agli uomini di Abu Bakr al Baghdadj) per poter avere salva la vita.

La ricalcitrante amministrazione Obama, indecisa su come intervenire in Siria dopo aver tracciato “red-line”, limiti invalicabili che Assad oltrepassò, ha investito 500 milioni di dollari per formare un’unità di 5.000 ribelli moderati all’anno per un periodo di 3 anni, escludendo l’invio di proprie truppe di terra. Ma l’ottimismo iniziale si scontrò contro la sconsolante realtà che gli istruttori americani riuscirono a formare nel 2014 solo l’1% dei presunti 5.000 ‘ribelli’ sicuri: 54. Questi ultimi alla prima prova del fuoco, attaccati dai qaedisti di al Nusra – rivali di Isis – lo scorso luglio, si dileguarono. Il secondo gruppo formato da 70 ribelli di ‘provata’ fedeltà, si sono ora in parte arresi consegnando le loro armi a quanti dovevano combattere.

Tutti eventi che fanno emergere sempre più convincente l’opzione russa a favore di un intervento diretto contro Isis e le altre formazioni jihadiste sul terreno (come dimostrano le forze schierate nella zona occidentale di Latakiae) mentre sta emergendo il fallimento della strategia Usa dei raid aere, iniziati poco più di un anno fa, il 26 settembre in Siria.

Non si può escludere che la decisione del secondo gruppo di cedere l’equipaggiamento per poter fuggire sia stato motivato proprio dal timore di subire un’analoga sorte. Ciò significa che il programma di addestramento di ribelli siriani da parte degli Usa, finanziato con oltre 500 milioni di dollari dal Congresso di Washington, non ha ancora prodotto unità in grado di combattere.

Per ammissione stessa del capo del Pentagono, Ashton Carter, «abbiamo solo 4 o 5 ribelli operativi in Siria». Sarcastico il commento del giornale israeliano “Haaretz”: «Si tratta dei soldati più costosi della storia militare, per ognuno di loro sono stati spesi circa 100 milioni di dollari».

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