La Sala Costituzionale della Corte Suprema di Giustizia dell’Honduras ha confermato la sua sentenza a favore della rielezione presidenziale, un verdetto che cambiai lo scenario politico di questa nazione centroamericana. I cinque magistrati che compongono questa istanza hanno approvato questa possibilità e di conseguenza di modificare gli articoli della Carta Magna che impediscono di abbordare il tema.
Tuttavia, il magistrato Josè Elmer Lizardo aveva fatto retromarcia e si allontanò dalla sentenza del ricorso di incostituzionalità con la scusa che non era d’accordo col contenuto.
Nonostante ciò, la Corte ha mantenuto la sua posizione, qualcosa che secondo il leader del Partito Liberale, Mauricio Villeda, è una violazione delle disposizioni costituzionali.
È fattibile parlare della rielezione nel paese, quello che non si può è incitare né promuovere una norma che è proibita nella Costituzione, ha detto.
Da parte sua, vari deputati del Partito Anti-Corruzione hanno presentato una denuncia al Pubblico Ministero nella quale esigono investigazioni e risposte.
Speriamo che questa denuncia che è per un delitto di tradimento alla patria, sia investigata e punita, dichiarò il capo del gruppo di questa forza politica, Luis Redondo.
L’ex candidato presidenziale per il Partito Anti-Corruzione, Salvador Nasralla si è dimostrato assolutamente contrario alla decisione sostenendo che “la sentenza apre il cammino ad una dittatura infinita di Hernandez (attuale presidente del Partito Nazionale, il più conservatore) che gli permetterà mantenersi nel potere dal potere”.
Un’altra posizione è quella dell’ex presidente e coordinatore generale della Partito Libertà e Rifondazione, Manuel Zelaya, che ha difeso l’idea di promuovere un referendum affinché la società decida.
“La Corte”, ha aggiunto, “dovrebbe decidere che non ha facoltà per risolvere tutto ciò e chiedere un plebiscito”.
Ricordiamo che la famosa 4° urna, cioè un referendum sulla possibile rielezione del presidente, è stato il motivo scatenante del sanguinario golpe di stato contro lo stesso Manuel Zelaya, nel giugno del 2009.
La corte suprema di giustizia dell’Honduras ha modificato l’articolo della costituzione che impedisce la rielezione del presidente. La corte si è pronunciata il 23 aprile sul ricorso presentato da sedici parlamentari del Partito nazionale, la formazione di destra al potere. La decisione dei giudici arriva sei anni dopo il colpo di stato che nel giugno del 2009 portò alla deposizione del presidente Manuel Zelaya. All’epoca il Partito nazionale era all’opposizione e accusava Zelaya di voler modificare la costituzione per farsi rieleggere. Oggi il presidente è Juan Orlando Hernández, eletto nel novembre del 2013 con il Partito nazionale, che dopo la decisione della corte potrà aspirare alla rielezione.
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