mercoledì 15 aprile 2015

La Romania e la campagna anti-corruzione



In Romania una serie di inchieste su gravi fatti corruttivi e i relativi arresti hanno scosso la classe politica e scandalizzato per l’ennesima volta la società civile.

In Romania dalle indagini del Dipartimento nazionale anti- corruzione (DNA) sta emergendo una corruzione endemica e senza colore politico, con coinvolti nomi rilevanti della politica locale, che negli ultimi anni avrebbe danneggiato lo stato romeno per centinaia di milioni di euro.

L’ondata di arresti anti-corruzione in Romania desta stupore e ammirazione a Bruxelles. Nelle mani della giustizia sono finite personalità illustri come il fratello dell’ex presidente Basescu, il ministro delle finanze, l’ex ministro del turismo ed anche l’ex premier Adrian Nastase.

Il procuratore capo anti-corruzione Laura Codruta Kovesi ha presentato il suo metodo al Parlamento europeo.

“Il nostro più grande successo è il fatto che siamo arrivati a diverse condanne al termine delle inchieste per corruzione di questi ultimi anni, inchieste che hanno coinvolto persone con importanti funzioni, mi riferisco all’ex primo ministro, a ministri, senatori, deputati, giudici, e amministratori regionali”

Considerata come uno dei paesi europei più corrotti insieme alla Bulgaria, la Romania è sotto stretto monitoraggio della Commissione europea da anni. Ma ora il lavoro della procura anti-corruzione sta cambiando l’immagine del paese e serve da modello ad altri paesi dell’est europa.

“Negli altri paesi- spiega l’ex ministro della giustizia, oggi eurodeputata, Monica Macovei- mi chiedono: come avete preparato questa procura anti-corruzione? Qual è la chiave del successo? Chi avete nominato? E vogliono fare lo stesso in Bulgaria e in altri paesi”.

Appalti truccati, evasione fiscale, tangenti, si ritiene che nel 2014 la corruzione sia costata alla Romania, uno dei paesi più poveri in Europa, oltre un miliardo di euro.

Si trova in custodia cautelare, prima in carcere e poi ai domiciliari, Elena Udrea la donna più influente e più controversa della recente politica romena. Ex ministra del Turismo e delle Politiche regionali, candidata alle elezioni presidenziali dell’anno scorso, la Udrea è da dieci anni al centro dell’attenzione grazie al suo rapporto speciale con l'ex presidente rumeno Traian Băsescu. Talmente speciale da alimentare le più audaci speculazioni sulla sua influenza sulle scelte dell'allora presidente, che per alcuni sarebbe stata in alcuni casi decisiva.

Elena Udrea dovrà rispondere in tribunale di pesanti accuse di corruzione che comprendono incasso di tangenti, riciclaggio di denaro sporco e traffici illeciti vari. Sarebbe finita nei guai inizialmente per aver intascato tangenti per 500mila euro promettendo il suo interessamento a un uomo d’affari coinvolto in un processo. Ma rischia d'essere solo la punta dell’iceberg, vi sarebbero questioni ben più rilevanti che arriverebbero a coinvolgere anche aziende come Microsoft.

Cinque anni di reclusione sono stati invece recentemente comminati a Monica Iacob Ridzi, ex ministra della Gioventù, accusata di corruzione e abuso d’ufficio.

Dal 2 aprile scorso è in custodia cautelare anche il ministro delle Finanze (nel frattempo dimessosi), Darius Valcov, per traffico d’influenze. Anni fa, nel periodo in cui era il sindaco della città di Slatina, Valcov avrebbe incassato - per intervenire su alcuni appalti - circa due milioni di euro. Secondo i media romeni avrebbe già confessato la ricezione di tangenti per 1 milione e mezzo di euro. Le indagini giudiziarie dimostrano come l’ex ministro era “discreto”: incassava 400.000 euro per volta e tutto avveniva lontano dal suo ufficio, per precisione, in un cimitero. Nascosti dietro a falsi muri nelle case di parenti e amici di Valcov, gli inquirenti hanno inoltre trovato 101 quadri, firmati tra gli altri da Pablo Picasso (2 incisioni e un disegno a carboncino), Andy Warhol, Nicolae Tonitza. Altri 47 quadri sono stati consegnati agli inquirenti direttamente da Valcov.

Si è per ora protetto sotto l'ombrello dell'immunità parlamentare il senatore Dan Sova. La richiesta della Direzione Nazionale Anticorruzione di fermo e custodia cautelare nei confronti dell’ex ministro dei Trasporti è stata infatti bocciata, seppur di poco, dal Senato. I reati di cui è accusato risalgono alla seconda parte dello scorso decennio, quando Sova, in veste di avvocato, avrebbe attinto a soldi pubblici attraverso una serie di contratti di consulenza conclusi con due aziende del campo dell'energia.

La piovra della corruzione in questi mesi è arrivata sino alla famiglia del premier, il social-democratico Victor Ponta. Il cognato di Ponta, marito di sua sorella si trova infatti in carcere dal 18 febbraio scorso, accusato di evasione fiscale e peculato su fondi dell’Unione europea.

La stampa di Bucarest scrive che potrebbe essere liberato quest’anno anche Cristi Borcea, un altro condannato nell'ambito del dossier sui trasferimenti illegali di giocatori di calcio. Borcea ha sorpreso l’opinione pubblica anche dal carcere quando è stato rivelato che la sua cella è stata ristrutturata e dotata di moquette, televisore e di un termosifone elettrico. In prigione, chi dispone di soldi, non sconta la pena come chi non ne ha.

La Romania e gli altri stati dell'Unione sono obbligati secondo una Direttiva europea, varata l’anno scorso, ad introdurre nella propria legislazione entro il 2016 disposizioni in merito alla confisca delle ricchezze ottenute in modo illecito. Lo ha ricordato recentemente Radio Free Europe.



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