domenica 22 febbraio 2015
Leader europei hanno marciato a piazza Maidan, simbolo della nuova Ucraina
E l'anniversario della rivolta di piazza Maidan, che diede il via al processo di rovesciamento del regime filo-russo di Yanukovic e alla tensione con Mosca. Una commemorazione in tono poco celebrativa, adombrata dalle pesanti sconfitte che l'esercito regolare sta subendo nelle aree occupate dai ribelli filorussi e dalla perdita della penisola di Crimea. Il presidente Petro Poroshenko ha accusato l'entourage del presidente russo Putin di essere dietro le squadre di cecchini che uccisero 100 manifestanti ucraini nei mesi della protesta di Maidan. "Fonti delle forze speciali ci hanno dato le prove che il consigliere presidenziale Vladislav Surkov ha organizzato i gruppi di tiratori stranieri a Maidan", ha detto Poroshenko ad alcuni dei familiari delle vittime. Il governo russo parla di accuse "folli".
Il colpo d’occhio ha rimandato alle immagini della marcia di Parigi dopo l’attacco a Charlie Ebdo. A Kiev alcuni leader europei hanno sfilato a braccetto insieme al presidente Petro Poroshenko per le vie del centro. Tra loro il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, il presidente polacco Bronislaw Komorowski e quello tedesco Joachim Gauck, la presidente della Lituania Dalia Grybauskaite.
È stato un altro corteo per la libertà di espressione. Le vittime di Maidan manifestavano la loro opposizione al regime.
Tra il 20 e il 22 febbraio 2014 vennero uccise un centinaio di persone negli scontri con la polizia.
La strage di manifestanti, ad opera dei cecchini appostati sugli edifici più alti della piazza dell’Indipendenza, fece precipitare gli eventi. Il 22 febbraio l’allora presidente Viktor Ianukovich fuggì e si rifugiò in Russia.
L'Europa in ordine sparso piega i muscoli nei confronti della Russia per le violazioni nell'Est dell'Ucraina. Il presidente del Consiglio europeo, e vicepresidente della Commissione, il polacco Donald Tusk denuncia almeno 300 violazioni della tregua cominciata domenica scorsa e chiede rapidi e più incisivi interventi dell'Europa. Mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande non escludono nuove sanzioni contro la Russia come ultimo mezzo se "determinati punti (degli accordi di Minsk) non vengono rispettati". Oggi il portavoce militare ucraino Andriy Lysenko ha riferito dell'ingresso in Ucraina di oltre 20 carri armati russi, 10 sistemi missilistici e alcuni autobus carichi di combattenti, ma non ci sono conferme indipendenti della denuncia.
Gli accordi del 12 febbraio devono essere rispettati completamente, hanno affermato Merkel e Hollande, anche se, ha indicato Merkel, "non siamo andati a Minsk per imporre sanzioni". Da parte sua Hollande ha rilevato che "la nostra intenzione non è annunciare nuove sanzioni, ma raggiungere la pace in Ucraina" e ha aggiunto che "il cessate il fuoco è stato violato parecchie volte, mentre deve essere rispettato integralmente su tutta la linea del fronte. Continueremo a lavorare perché abbia efficacia". Le fa eco Tusk: "L'Unione europea ha dedicato tutti gli sforzi per far funzionare l'accordo di Minsk, anche a fronte di continui attacchi spietati nel Debaltseve e in altre regioni da parte dei separatisti militarmente sostenuti dalla Russia. Oggi, dobbiamo affrontare la realtà che quasi una settimana dopo ci sono state più di 300 le violazioni del cessate il fuoco. Le persone continuano a morire. Stiamo raggiungendo un momento in cui ulteriori sforzi diplomatici saranno inutili se non sostenuti da nuove azioni. Solo parole accompagnate dai fatti potranno finalmente portare reali speranze di una soluzione politica del conflitto" ha concluso il capo del Consiglio Ue, annunciando che domenica sarà a Kiev per portare la sua "solidarietà al popolo ucraino in questo momento difficile".
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