giovedì 13 novembre 2014

Rosetta: un primato senza precedenti nella storia dell'esplorazione spaziale



A guidare la sonda Rosetta che a novembre atterrerà sulla cometa 67P/Churyomov- Gerasimenko è un italiano, Andrea Accomazzo, direttore di volo dell’Esa. Andrea Accomazzo è lo Spacecraft Operations Manager (SOM) della missione Venus Express dell’ESA. Trentacinque anni, da sempre interessato al volo, con Venus Express si sta spingendo più lontano di quanto non abbia mai sognato. E a velocità maggiori. A Panorama racconta la sua lunga marcia di avvicinamento, durata più di dieci anni. Con un obiettivo mai raggiunto prima nella storia dei voli spaziali: scendere su una cometa con un lander e prelevarne campioni.

Una prima assoluta, una missione inedita che è un vero e proprio viaggio verso l'ignoto che permetterà di 'toccare con mano' un fossile del Sistema Solare: ''è una missione storica, un passo importante nell'esplorazione del Sistema Solare, confrontabile allo sbarco sulla Luna'', ha detto il coordinatore scientifico dell'Agenzia spaziale italiana (Asi), Enrico Flamini.

''Certamente lo sbarco sulla Luna era una missione con uomini a bordo e la tecnologia era molto diversa, ma - ha rilevato Flamini - possiamo dire che fin da adesso Rosetta è una missione eccezionale, nella quale l'atterraggio sulla cometa sarà solo la ciliegina sulla torta''. Chiamata come la stele di Rosetta che ha permesso di decifrare i geroglifici, la missione dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) aiuterà a scoprire i segreti dell'origine del Sistema Solare. Il suo viaggio senza precedenti è cominciato il 2 marzo 2004 e adesso finalmente è arrivata a destinazione, a 30 chilometri dalla sua cometa, la 7P/Churyumov-Gerasimenko. Mercoledì 12 novembre Rosetta si separerà dal lander Philae, che dopo sette ore toccherà il suolo di uno dei corpi celesti più misteriosi e affascinanti.

''Stiamo andando verso un mondo quasi del tutto sconosciuto'', ha osservato l'esperto. ''E' la prima volta che si cerca di atterrare su una cometa: è un passo unico e irripetibile, dalla difficoltà enorme''. Le incognite sono tante, ha aggiunto, ''perchè il margine di errore nell'area dell'atterraggio è di più o meno 600 metri. La zona in cui il lander si poserà è favorevole per il 60%, ma difficile per un 20% e troppo in discesa per la presenza di dirupi per un altro 20%''. In questi giorni la sonda Rosetta sta inviando a Terra le immagini del sito di atterraggio, inizialmente noto come sito J e oggi chiamato Agilkia, e dalla superficie di circa un chilometro quadrato.

Il lander Philae, un piccolo mezzo di 100 chili, è atterrato sul nucleo della cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko. Obiettivo: usare la ricca strumentazione per studiare le caratteristiche dei materiali. È un primato: mai nella storia dell’esplorazione spaziale un veicolo si era adagiato su una cometa. La missione Rosetta dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) ha raggiunto il più spettacolare e ambizioso dei suoi obiettivi.

Dopo lunghissimi momenti di tensione, l'atterraggio sulla cometa è stato accompagnato da un grande applauso, abbracci e strette di mano nel centro di controllo dell'Esa in Germania, l'Esoc, a Darmstadt. Dalla superficie della cometa il lander Philae ha inviato il segnale alla sonda Rosetta, che lo ha ritrasmesso a Terra. Nonostante tutti i timori, la discesa è andata bene e l'antenna è correttamente rivolta verso l'alto.

L'Agenzia spaziale italiana non solo ha contribuito alle attività di studio della sonda europea, ma ha fornito un sostanziale contributo scientifico, tecnologico e industriale finanziando gli strumenti a bordo della sonda madre (Giada, Virtis e Osiris) e i sottosistemi dei lander: Solar Array e SD2, il primo trapano spaziale che abbia mai volato su una sonda interplanetaria, realizzato da Finmeccanica- Selex ES, che provvederà all'acquisizione e distribuzione dei campioni dal nucleo della cometa. Sempre Finmeccanica Selex ES ha realizzato il sottosistema dei pannelli solari del lander.

Vediamo gli attori di questa impresa:

Rosetta, la sonda che ha viaggiato ben 10 anni per arrivare fino alla Cometa, a una distanza circa tripla di quella della Terra dal Sole, ha dimensioni di circa 3 metri x 2, un peso di 3000 chili e ben 64 metri quadri di pannelli solari,moltissimo per una missione di questo tipo. Si tratta di una satellite “cornerstone” per gli europei, ovvero uno dei principali del decennio, con un costo di varie centinaia di milioni di euro;

Philae è un piccolo mezzo di 100 chili e dimensioni ridotte, diciamo una lavatrice, pieno zeppo di strumenti con cui misurerà le proprietà della cometa: di cosa è composta e che caratteristiche ha il materiale cometario. Chiamato così nel 2004 da una ragazza allora quindicenne, Serena Vismara, Philae è frutto della collaborazione fra l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), quella tedesca Dlr e la francese Cnrs. Grazie al suo mini laboratorio scientifico, Philae potrà analizzare la composizione chimico-fisica del nucleo della cometa.

C67P è una bella cometa scelta come bersaglio più di 10 anni fa. Misura, come abbiamo detto , 4,5 x 3,5 chilometri e, nonostante la sua grandezza e solidità, se lo si ponesse, per assurdo, sull'oceano galleggerebbe come la pietra pomice: la sua densità infatti è minore di quella dell'acqua.

Dopo momenti di tensione è arrivato a destinazione alle 17.04: la discesa è stata regolare, l'antenna è rivolta verso l'alto. Ma gli scienziati restano col fiato sospeso per un rischio distacco. Il lander Philae è atterrato sul nucleo della cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko: è il primo veicolo a compiere una simile impresa, segnando un primato senza precedenti nella storia dell'esplorazione spaziale. La missione Rosetta dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) ha raggiunto il più spettacolare e ambizioso dei suoi obiettivi.  L'atterraggio  Dopo lunghissimi momenti di tensione, l'atterraggio sulla cometa è stato accompagnato da un grande applauso, abbracci e strette di mano nel centro di controllo dell'Esa in Germania, l'Esoc, a Darmstadt. Dalla superficie della cometa il lander Philae ha inviato il segnale alla sonda Rosetta, che lo ha ritrasmesso a Terra. Nonostante tutti i timori, la discesa è andata bene e l'antenna è correttamente rivolta verso l'alto. Problema agli arpioni Ma rimane la preoccupazione per gli scenziati: gli arpioni che dovrebbero garantire l'ancoraggio non hanno funzionato perfettamente. Stephan Ulamec dell'Esa ha spiegato: "Abbiamo indicazioni che gli arpioni potrebbero non essersi attivati, il che vorrebbe dire che siamo posati su un materiale mobile e che non siamo fissati. Dobbiamo analizzare la situazione".



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