giovedì 10 luglio 2014

Germania-Usa a Berlino torna la guerra tra spie



Si aggrava la crisi diplomatica fra Germania e Stati uniti, dopo l’apertura di due inchieste sulle attività dei servizi segreti di Washington sul territorio tedesco. Il governo di Berlino ha annunciato l’espulsione dal paese del capo dei servizi segreti americani in Germania, un provvedimento deciso dopo gli ultimi sviluppi e anche in seguito alle questioni irrisolte del Datagate, le attività di intercettazione svelate dal funzionario della NSA Edward Snowden.

Il governo tedesco ha annunciato il 10 luglio l’espulsione del capo dei servizi segreti statunitensi in Germania in seguito alla scoperta di due casi di spionaggio a favore di Washington.

Un impiegato dei servizi segreti tedeschi Bundesnachrichtendienst (Bnd) era stato arrestato il 2 luglio con l’accusa di aver passato più di 200 documenti riservati alla Cia; e il 9 luglio le autorità tedesche hanno avviato un’inchiesta su un dipendente del ministero della difesa sospettato di contatti impropri con i servizi segreti statunitensi.

L’abitazione e l’ufficio del secondo sospettato sono stati perquisiti e alcune prove – tra cui computer e altri dispositivi di archiviazione dati – sono state sequestrate per essere analizzate. Secondo il quotidiano Die Welt, l’indagato è un soldato che aveva attirato l’attenzione dell’intelligence militare tedesca dopo aver ripetutamente stabilito dei contatti con il personale di un’agenzia dei servizi segreti di Washington. L’ufficio del procuratore federale ha spiegato al Guardian che l’uomo è sospettato di attività di spionaggio, ma che finora non è stato eseguito nessun arresto.

Il ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier ha chiesto spiegazioni a Washington senza escludere provvedimenti e la cancelliera Angela Merkel ha definito grave la vicenda, anche se i due casi non sembrano collegati. Per la Süddeutsche Zeitung, inoltre, il secondo caso è molto più serio del primo, poiché i documenti trapelati sono molto più delicati.

Il primo caso, invece, fornisce un quadro dettagliato di come le agenzie di sicurezza statunitensi riescano a reclutare agenti stranieri. Il dipendente del Bnd avrebbe stabilito un contatto con la Cia con un’email all’ambasciata degli Stati Uniti in Germania. Durante un incontro in un hotel di Salisburgo, la Cia avrebbe fornito all’uomo – che sembra abbia una disabilità fisica e un difetto di linguaggio – un computer portatile cifrato con cui tenersi in contatto con i servizi segreti americani con un ritmo settimanale: ogni volta che apriva un determinato programma, appositamente dissimulato come un’applicazione meteo, stabiliva un collegamento diretto con gli Stati Uniti.

L’impiegato del Bnd avrebbe ricevuto circa 25mila euro per trafugare 218 documenti riservati, anche se fonti all’interno del servizio di intelligence hanno spiegato ai giornali tedeschi che l’uomo, di 31 anni, è stato motivato più da un desiderio di riconoscimento che da interessi finanziari. Dopo che la Cia aveva apparentemente perso interesse per lui, l’uomo aveva offerto i suoi servigi al consolato della Russia a Monaco di Baviera, attirando inavvertitamente l’attenzione del controspionaggio tedesco.

Washington non ha ancora smentito i legami con il primo episodio di spionaggio e le relazioni tra Stati Uniti e Germania rischiano a questo punto di tornare tese, dopo la crisi nata nel 2013 in seguito alle rivelazioni di Edward Snowden, secondo cui la National security agency statunitense avrebbe intercettato il cellulare di Angela Merkel.

La polizia tedesca ha perquisito abitazione e ufficio di Berlino di un uomo, che secondo i media locali e’ un funzionario militare tedesco che avrebbe passato informazioni segrete agli Stati Uniti. Venerdi’ scorso era stato arrestato invece un funzionario del servizio segreto tedesco BND sospettato di aver venduto alla Cia oltre 200 documenti riservati.

“Io credo che di questi tempi, che possono essere molto confusi, molto dipende dalla fiducia fra gli alleati. Maggior fiducia significa anche maggiore sicurezza”, e’ stato il commento del cancelliere tedesco Angela Merkel.

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