domenica 20 luglio 2014
45 anni fa il primo uomo sulla Luna
L'orma di Neil Armstrong è ancora lassù. Alle 22.18 italiane del 20 luglio 1969 il LEM si poggiò delicatamente sulla superficie lunare, alle 4.56 italiane del giorno successivo Armstrong e Aldrin iniziarono la loro passeggiata, primi uomini a mettere piede in un luogo che “Buzz” descrisse come una “magnifica desolazione”. Pochi giorni dopo, il 24 luglio, facevano ritorno sulla Terra ammarando nell'Oceano Pacifico, accolti come eroi.
Neil Armstrong è morto due anni fa, ma probabilmente sarebbe d'accordo: il modo migliore per ricordare una delle più grandi imprese della storia è guardare avanti e pensare a quella successiva. Il viaggio dell'uomo nello spazio in fondo è appena cominciato.
C'è qualcuno che in questo momento sta camminando sul pianeta Terra e che sarà il primo, uomo o donna, a lasciare la propria impronta su Marte. È questo l'augurio che tutto il mondo si fa, Nasa in testa, nella ricorrenza del quarantacinquesimo anniversario del primo sbarco sulla Luna, quello dell'Apollo 11, il 20 Luglio 1969.
Se il 20 luglio 1969 il ''piccolo passo' del primo uomo sulla Luna, Neil Armstrong, era stato ''un grande salto per l'umanita'', l'agenzia spaziale americana è decisa a compiere ''il prossimo grande passo''. Tanto che nel manifesto delle celebrazioni dei 45 anni dalla missione dell'Apollo 11, nel quale domina la prima impronta dell'uomo sulla Luna, il suolo grigio della polvere lunare si colora di rosso.
''La Nasa sta compiendo i passi necessari per il prossimo passo da gigante per l'America: mandare astronauti su Marte'', scrive l'agenzia spaziale americana, che ha programmato due settimane di eventi. Si guarda al passato, con gli incontri con il secondo uomo che scese sul suolo lunare, Buzz Aldrin, ma contemporaneamente al futuro, con la decisione di dedicare ad Armstrong, scomparso nel 2012, uno degli edifici piu' significativi del Centro Spaziale Kennedy a Cape Canaveral, l'Operations and Checkout Building.
E' un luogo storico perché lì, durante le missioni Apollo, erano stati eseguiti i test sulle navette del programma Gemini e poi sui moduli lunari del programma Apollo, e ancora sono passati di li' i moduli dello Spacelab e poi alcuni componenti della Stazione Spaziale Internazionale. Ma adesso anche questo edificio guarda al futuro: ''oggi - osserva la Nasa - l'edificio viene utilizzato per i test e l'assemblaggio delle navette Orion, che saranno utilizzate per inviare gli astronauti su un asteroide fra il 2020 e il 2030 e su Marte dopo il 2030''.
Il Saturno V, con la navetta Apollo e il suo equipaggio vennero lanciati mercoledì 16 luglio 1969 dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral e arrivano nell'orbita lunare sabato 19 luglio. A bordo c'erano il comandante Neil Armstrong, il pilota del modulo di comando Michael Collins e il pilota del modulo lunare, Buzz Aldrin. Domenica 20, mentre Collins restava sul modulo di comando, il Columbia, Armstrong e Aldrin entravano nel modulo lunare, chiamato Aquila. Alla 13/ma orbita lunare i due moduli si separarono e Aquila accese i motori per cominciare la discesa, mentre oltre 500 milioni di persone seguivano ogni fase della missione dalle tv di tutto il mondo. Mentre il modulo Aquila sorvolava il Mare della Tranquillità, Armstrong decise di passare ai comandi manuali e alle 22,17 (ora italiana) comunicò al centro di controllo: ''Aquila è atterrata''. Poi rinunciò alle quattro ore di riposo previste, aprì il portello e scese dalla scaletta. Arrivato all'ultimo gradino disse: ''è un piccolo passo per un uomo, un balzo da gigante per l'umanità''. Dopo 18 minuti scese Aldrin.
Nelle due ore e mezza trascorse sulla Luna, i due astronauti lavorarono per raccogliere 22 chilogrammi di rocce lunari, ma sono indimenticabili le immagini delle prove che i due, protetti dalle immense tute bianche e dai caschi, facevano per scoprire l'andatura ideale per spostarsi sul suolo lunare: piccoli passi, brevi corse, saltelli. Poi alzarono la bandiera americana, tenuta dispiegata da un'asta orizzontale, e lasciarono sul suolo lunare la targa con le tre firme dell'equipaggio e quella dell'allora presidente Richard Nixon: ''qui nel luglio 1969 misero per la prima volta piede sulla Luna uomini venuti dal pianeta Terra, siamo venuti in pace per l'intera umanità''.
Armstrong, Aldrin e Collins sono i nomi più celebri dell'impresa che ha portato l'uomo a camminare sulla Luna, ma i protagonisti sono stati centinaia. Alcuni sono celebri, come il presidente degli Usa John Kennedy, che nel 1961 aveva annunciato il progetto di portare uomini sulla Luna prima della fine del decennio. Fu però Nixon a vedere il sogno realizzarsi durante la sua presidenza. Tra i pionieri dell'allunaggio c'era anche Werner Von Braun, padre del programma Apollo, con la sua squadra dell'Agenzia per i missili balistici dell'esercito e poi il Centro per il volo spaziale Marshall di Huntsville. Hanno avuto un ruolo di primo piano ingegneri e tecnici del Kennedy Space Center. Numerose le aziende coinvolte, come Boeing, North American Rockwell, Mc Donnell-Douglas
Armstrong, insieme a Aldrin e Collins, era partito il 16 luglio per un'avventura che fino a dieci anni prima appariva pura fantascienza. Un viaggio di 400mila chilometri fino al nostro satellite, con tanto di discesa sulla sua superficie. Era il coronamento di anni di durissimo lavoro, un traguardo indicato nel 1961 da John Fitzgerald Kennedy e da lui scelto proprio perché molto difficile da raggiungere. Il tutto con il timore costante di essere battuti sul tempo dall'Unione Sovietica. Perché i russi erano sempre arrivati in anticipo, nel 1957 con il primo satellite, lo Sputnik 1, e nel 1961 mandando il primo uomo in orbita, Yuri Gagarin.
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