venerdì 3 novembre 2017
Striscia di Gaza: il passaggio dei poteri da Hamas all’Anp
Hamas ha consegnato i valichi di frontiera di Rafah con l'Egitto e di Erez e Kerem Shalom con Israele all'Autorità nazionale palestinese (Anp), come previsto dagli accordi di riconciliazione nazionale firmati al Cairo. Un nuovo passo verso la riconciliazione palestinese, siglata da un accordo lo scorso 12 ottobre, si compie oggi 1 novembre del 2017.
L'evento politico va oltre il suo stesso significato. Il premier dell'Anp Rami Hamdallah è entrato nella striscia di Gaza, dopo due anni di assenza, nel contesto delle intese di riconciliazione fra al-Fatah e Hamas. Si è compiuto un passo decisivo verso la riconciliazione palestinese, con il trasferimento del governo di Gaza dal comitato amministrativo di Hamas all’esecutivo dell’Autorità Nazionale Palestinese, Hamas, che dal 2007 ha mantenuto il pieno controllo della Striscia di Gaza, ha consegnato all’Anp la gestione finanziaria dei valichi.
“Noi del dipartimento di frontiera siamo pronti per il passaggio di consegne’‘, ha dichiarato Adwan, portavoce dell’autorità di frontiera. ‘‘Non metteremo ostacoli per il raggiungimento dell’accordo, specialmente sui valichi della Striscia di Gaza’‘.
Lo scorso 12 ottobre al Cairo, dopo due giorni di negoziati, Al-Fatah e Hamas avevano raggiunto grazie alla mediazione egiziana un accordo di conciliazione. Una stretta di mano che conclude il percorso di riavvicinamento tra le due principali forze politiche palestinesi.
Da oltre 10 anni, dopo la breve guerra civile tra le due fazioni, la Striscia di Gaza era sotto il controllo del movimento legato ai Fratelli musulmani, considerato da Stati Uniti, Israele ed Unione Europea un gruppo terrorista.
A Rafah fra due settimane riprenderà il transito di persone e merci sotto la sorveglianza - come annunciato al Cairo - della guardia presidenziale di Abu Mazen e possibilmente del contingente europeo di osservatori Eubam. Nel corso di una conferenza stampa al valico di Rafah è stato precisato che d'ora in poi quel terminal funzionerà secondo le procedure che erano in vigore fino al 2007, quando Hamas espugnò il potere nella Striscia di Gaza. All'interno del valico viene adesso rimessa in funzione la filiale della Palestine Bank, che era chiusa da tempo.
Il premier Hamdallah ha parlato di "unione" e degli "sforzi per ricostruire la Striscia". "Il governo inizia ad assumersi le sue responsabilità nell'amministrazione e nella gestione della Striscia", ha aggiunto che ha fatto appello "a tutti affinché prevalga l'interesse nazionale". Il premier ha anche ringraziato l'Egitto per il ruolo avuto nell'avvicinamento delle posizioni fra al-Fatah e Hamas dopo anni di dissensi. Quindi ha assicurato che i suoi ministri inizieranno subito a lavorare e ad assumersi le proprie responsabilità anche per quanto concerne il controllo dei valichi, il mantenimento della sicurezza ed altri aspetti della vita quotidiana.
Il tempo della verifica è scoccato. Per Hamas come per Fatah e per l'Autorità palestinese. Ieri, come segno concreto di apertura, Hamas ha scarcerato cinque militanti di al-Fatah arrestati in passato per aver "messo a repentaglio la sicurezza interna" a Gaza.
Ridare speranza alla gente della Striscia significa, in primo luogo, intervenire su una crisi che sta sfociando in una grandissima tragedia umanitaria. Alcuni dati la riassumono: il tasso di disoccupazione di Gaza è il più alto del mondo. A riferirlo è un rapporto della Banca mondiale, secondo cui l'economia nel territorio palestinese, strangolata dalla guerra dell'estate 2014 e dall'embargo israeliano, è sull'orlo del collasso. Un recente rapporto di Oxfam documenta come la popolazione di Gaza affronti oggi una crisi energetica peggiore di quella che si è verificata durante la guerra del 2014. Con la conseguenza che oggi circa 2 milioni di persone non hanno quasi nessun accesso a servizi essenziali, come acqua corrente e servizi igienici e moltissimi hanno a disposizione solo 2 ore di luce elettrica al giorno. Una situazione che sommata alla scarsità di carburante, alla crisi sanitaria e salariale rende impossibile la vita della popolazione di Gaza. E la gente bloccata nella Striscia adesso è seriamente minacciata dalla diffusione di malattie causate dalla quasi totale carenza di servizi igienici e sanitari.
Sul tavolo c'è poi una questione che potrebbe deflagare: lo scioglimento delle Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio militare di Hamas, e il loro parziale riassorbimento nelle fila degli apparati di sicurezza dell'Anp. Ma su questo non c'è accordo. Ad opporvisi è lo stesso Sinwar, il primo capo di Hamas che viene dai vertici delle Brigate al-Qassam. Un possibile compromesso è la super visione delle forze armate (milizie e apparati) presenti nella Striscia, affidata all'Egitto e al potente capo dell'intelligence del Cairo, il generale Khaled Fawzy, tra i più stretti collaboratori del presidente Abdel Fattah al-Sisi, colui che ha imposto l'accordo tra Hamas e Fatah, facendo così rientrare l'Egitto in Palestina. Come garante del nuovo corso.
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