mercoledì 29 novembre 2017

Record Bitcoin da 10mila a 11mila dollari in poche ore


Si è ripetuto diverse volte nella storia, quando le promesse di strabilianti guadagni hanno gonfiato le quotazioni di beni e azioni, fino ad arrivare al duro ritorno alla realtà. È quello che molti temono si stia ripetendo con il bitcoin, la criptovaluta che ha superato per la prima volta prima i 10mila dollari, poi addirittura gli 11mila dollari poche ore dopo.

Un anno fa era poco sopra 700 dollari, a inizio anno ha superato i mille e solo un mese e mezzo fa ha sfondato la soglia di 5.000. Oggi è su livelli pari a oltre il doppio. In termini percentuali la progressione è ancora più chiara: +20% nel corso dell’ultimo fine settimana, quasi 70% nelle ultime due settimane e 900% in dodici mesi.

Il record di quseti giorni è dipeso da diversi fattori. Primo fra tutti l'apertura sulla piattaforma Coinbase, il più grande exchange Usa, di oltre 100.000 nuovi conti nei giorni della Festa del Ringraziamento, tra il 22 e il 24 novembre. Il numero totale di account sulla piattaforma ha così raggiunto quota 13,1 milioni.  A trainare il recente balzo del Bitcoin è stato anche l'annuncio di Shinhan Bank, la seconda banca commerciale sudcoreana, che verso la metà del prossimo anno attiverà un sevizio di custodia dei Bitcoin, dando ai clienti la possibilità di usare un 'wallet' (applicazione dedicata che permette di acquistare e vendere Bitcoin) realizzato dallo stesso istituto.

Alcuni analisti suggeriscono che l'exploit del Bitcoin riflette la decisione di indirizzarsi verso un'alternativa rispetto ai mercati globali tradizionali, ma mettono in guardia dal rischio di una bolla valutaria. "C'è molta schiuma", ha avvertito Mike Novogratz, un gestore di hedge fund, "e secondo me questa sarà la più grande bolla delle nostre vite".

I bitcoin e le criptovalute sono delle "attività, dei contratti, vulnerabili a crisi di sfiducia che possono essere repentine". Lo afferma il vice dg della Banca d'Italia Fabio Panetta in audizione alla Commissione finanze della Camera. Per Panetta si tratta di fenomeni difficili da regolamentare, come ha dimostrato l'esperienza della Cina. "Non vorrei essere nei panni di chi dovrà scrivere le norme". Peraltro non "abbiamo nessuna visibilità sul volume delle transazioni tranne quanto vengono convertite in euro ma queste sono la 'punta dell'iceberg'".

La Federal Reserve sta "iniziando a pensare a un'offerta" di valute digitali. Lo dice, secondo l'agenzia Bloomberg, William Dudley, presidente della Fed di New York, il quale precisa che "è prematuro" sostenere che ci sia ancora qualcosa di concreto in proposito. A chi gli chiede dei bitcoin, le criptovalute il cui prezzo dall'inizio dell'anno è cresciuto del 900% arrivando da meno di mille dollari a oltre 11.000, Dudley replica: "Sono molto scettico, penso che si tratti più che altro di un'attività speculativa".

La corsa della moneta virtuale non è una novità e procede ormai da tempo. La questione che si pone per i mercati è se questa moneta, che non si "batte" ma si "estrae", che un anno fa valeva mille dollari o poco meno e oggi ha superato gli 11mila, che oggi conta 16 milioni e mezzo di criptomonete e che mai potrà superare quota 21 milioni (di criptomonete), sia una nuova bolla speculativa. Il premio Nobel all'Economia Joseph Stiglitz dice in un'intervista a Bloomberg che il Bitcoin "ha successo solo per il suo potenziale di aggirare le regole e per la mancanza di supervisione: dovrebbe essere vietato. Non ha alcuna funzione sociale. E' una bolla che regala emozioni forti a molte persone andando su e giù".

A quanto pare rischia di non avere confronti nella storia, superando di gran lunga tutte le bolle dell’ultimo secolo, compresa quella della net economy a cavallo del nuovo secolo. Ma che, performance alla mano, si confronta con quella pià grande della storia, quella che colpì i tulipani nel 1.600, quando l’”esuberanza irrazionale” aveva fatto lievitare le quotazioni dei bulbi multicolori sull’onda di speranze rivelatesi poi assolutamente irrealistiche. Tanto da provocare una precipitosa caduta verticale dei prezzi.

È stato Convoy Investments a fare i conti mettendo a confronto le quotazioni degli ultimi tre anni prima dello scoppio di ciascuna bolla. Il bitcoin ha visto lievitare le quotazioni di 50 volte nell’ultimo triennio, arrivando ormai al picco dei tulipani, ma superando qualsiasi altra del passato.

D’altra parte il fatto che il bitcoin abbia comportamenti “non normali” fa parte del suo appeal che ha scatenato la nuova “corsa all’oro digitale”: la criptovaluta ha in qualche modo ridefinito il concetto di denaro e creato un concetto, al momento inesistente di asset digitale scaro (si sa già che i bitcoin non saranno più di 21 milioni, oggi siamo a oltre 16 milioni in circolazione.
Come sottolinea il report di Convoy, sono due i fattori che identificano le bolle finanziarie. Da una parte l’aumento a ritmi in rapida accelerazione e insostenibili delle quotazioni: “Se bitcoin proseguisse a questi ritmi per un altro paio d’anni arriverebbe a una capitalizzazione di mercato superiore al Pil americano”.

Dall’altra parte un ritorno dell’investimento sproporzionato rispetto al reddito reale generato dal bene: per le azioni è il dividendo, per le valute il tasso d’interesse, per i bond la cedola. Se teniamo presente che il bitcoin non ha alcun valore intrinseco e che non può generare alcun reddito se non la speranza di ulteriori apprezzamenti della quotazione, il report conclude facilmente che “il bitcoin è nel mezzo di una enorma bolla speculative”, anche se Convoy non si spinge a fare previsioni su quando (e se) potrà scoppiare.
Come sottolinea il report, “questa bolla assomiglia molto per natura a quella tecnologica della fine degli anni 90: alla fine internet ha cambiato qualsiasi aspetto della nostra vita, ma questo non significa che aziende come pets.com non fossero al tempo decisamente sopravvalutate”.

Il bitcoin non è altro che la prima, più visibile applicazione di una tecnologia che promette di trasformare tanti settori, la blockchain, il registro pubblico distribuito che elimina la necessità di un certificatore per qualsiasi tipo di transazione che implichi un trasferimento di valore. Che potrebbe essere il vero valore che rimane se e quando scoppierà la bolla.



Nessun commento:

Posta un commento