Donald Trump mostra i muscoli a Pyongyang col Pentagono che invia una squadriglia di caccia bombardieri in volo nei cieli adiacenti alla Corea del Nord. Secondo il dipartimento alla difesa statunitense si vuole mostrare che il presidente americano dispone di molte opzioni militari per neutralizzare qualunque minaccia.
Due bombardieri strategici americani B-1B Lancers, decollati dalla base del Pacifico dell'Isola di Guam, hanno sorvolato la Penisola coreana in una dimostrazione di forza diretta a Pyongyang mentre aerei militari giapponesi e sudcoreani erano impegnati, in corrispondenza del Mar del Giappone, in una esercitazione notturna.
Nel frattempo, il sottomarino nucleare americano di classe Los Angeles "USS Tucson" è arrivato nel porto sudcoreano Jinhae sabato scorso, ha reso noto il comando del Pacifico Usa. Una fonte militare sudcoreana ha poi anticipato l'arrivo di un secondo sottomarino nucleare americano, il sottomarino di classe Ohio "USS Michigan" al porto di Busan, questo fine settimana.
Gli osservatori internazionali sono sul chi va là per la minaccia nucleare posta da Pyongyang, ma gli Stati Uniti sono stati già colpiti da un'azione ostile alla propria rete energetica. Lo rivela NBC in esclusiva.
Mentre il mondo intero teme la progressione della tensione tra USA e Corea del Nord e l’orologio dell’Apocalisse è sempre più vicino alla mezzanotte, Pyongyang sta già colpendo negli Stati Uniti in modo diverso, ovvero mirando alla sua rete elettrica, cercando di infiltrarsi nei sistemi delle compagnie del settore statunitensi con l’obiettivo di creare il caos. E’ quanto ha riportato NBC News, entrata in possesso in esclusiva di un report della compagnia di sicurezza informatica FireEye.
FireEye ha documentato cyber-attacchi contro le forze armate della Corea del Sud, contro le sue centrali elettriche e persino contro l’aviazione di Seul – tutti provenienti dalla Corea del Nord. Pyongyang ha già attaccato Sony tre anni fa come rappresaglia per il film “L’intervista”, pellicola di Hollywood in cui viene preso in giro Kim Jong-Un.
Ora gli esperti avvertono che i nordcoreani stanno sviluppando le stesse tecniche per attaccare grandi settori dell’economia statunitense. “Una delle cose che ci preoccupa molto è la loro capacità di colpire qui nel cuore degli Stati Uniti, soprattutto nel settore finanziario”, ha dichiarato Dmitri Alperovitch, co-fondatore di CrowdStrike, un’azienda di cybersecurity.
I funzionari dell’intelligence hanno riferito a NBC News che Corea del Nord ha messo in atto uno spregiudicato crimine informatico nei confronti della Banca Centrale del Bangladesh, destinando a Kim Jong-Un fondi per 81 milioni di dollari (circa 68 milioni di euro). Il regime ha arruolato 6.000 cyber-soldati in Cina, Corea del Sud e altri paesi vicini, secondo un disertore nordcoreano che ha parlato all’emittente.
“I nord coreani vogliono avere la capacità di bloccare la nostra rete elettrica, i nostri sistemi di pubblica utilità, quello bancario, il controllo del traffico aereo”, ha dichiarato Frank Figliuzzi, ex assistente dell’FBI al controspionaggio.
Al momento esponenti del mondo industriale statunitense riferiscono che la Corea del Nord non è riuscita a fare breccia nella rete energetica. Alta è però l’allerta per via della crescente minaccia posta da Pyongyang.
La portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders: “Non abbiamo dichiarato guerra alla Corea del Nord e francamente è assurdo anche solo insinuarlo. Non è pensabile che un Paese abbatta il caccia di un altro Paese quando sorvola acque internazionali. Il nostro scopo è sempre lo stesso. Puntiamo ad una pacifica e piena denuclearizzazione della penisola coreana” ha detto in conferenza stampa.
Parole arrivate dopo che il regime di Pyongyang aveva interpretato come dichiarazione di guerra il sorvolo dei bombardieri Usa sulla penisola.
Il Ministro degli Esteri coreano Ri Yong Ho: “Visto che gli Stati Uniti ci hanno dichiarato guerra avremo tutto il diritto di prendere le contromisure necessarie, incluso il diritto di abbattere i bombarideri strategici statunitensi anche nel momento in cui non si trovassero all’interno del nostro spazio aereo”.
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