domenica 1 marzo 2015

Venezuela: nuove limitazioni per i diplomatici USA



Il presidente del Venezuela Nicolás Maduro ha annunciato nuove misure per limitare l’accesso di cittadini e diplomatici statunitensi nel paese. Maduro ha detto che le misure sono tese a ridurre lo staff diplomatico statunitense nel paese. I cittadini statunitensi avranno bisogno di un visto per entrare nel paese, mentre ci sarà una lista dei politici a cui sarà vietato entrare. Tra i politici indesiderati anche George W. Bush, Dick Cheney, Bob Menendez e Marco Rubio. Visto obbligatorio per i cittadini americani, restrizioni alle attività dei diplomatici Usa a Caracas e una "lista nera" di dirigenti statunitensi che non potranno mettere piede in Venezuela ovvero una nuova serie di "misure di difesa antimperialista", al termine di una imponente manifestazione che ha attraversato l'intera capitale venezuelana.

"Noi lanciamo una lotta totale contro l'imperialismo americano!", ha echeggiato l'erede di Chavez, annunciando che sarà ridotto il numero di funzionari dell'ambasciata Usa a Caracas ("loro ne hanno 100 e noi 17, vogliamo l'uguaglianza") e che i diplomatici americani non potranno mantenere riunioni con dirigenti politici venezuelani senza l'autorizzazione del suo governo.

Maduro ha detto che Barack Obama - "non quello di Chicago, quello che sognava di cambiare il mondo, ma quello a capo della potenza mondiale" - si è "lasciato mettere in un vicolo cieco" dai suoi collaboratori, e ha accusato i "dirigenti dell'amministrazione americana" di partecipare a "trame golpiste" contro il suo governo.

Il presidente venezuelano ha detto che dispone di "prove indiscutibili, documenti e foto" che dimostrano l'esistenza di piani sovversivi contro il suo governo e ha accusato gli Usa di violare il diritto internazionale con la loro "costante intromissione nelle nostre faccende", sottolineando che solo nel 2015 da Washington sono partite "65 prese di posizione contro il popolo venezuelano".

Maduro ha anche detto aver invitato il segretario dell'Organizzazione degli stati americani (Osa), José Miguel Insulza, e il presidente eletto uruguaiano, Tabaré Vazquez, a visitarlo a Caracas per "mostrargli le prove del complotto".

Con un Paese ad un passo dal baratro del fallimento economico, il presidente venezuelano, Nicolas Maduro continua la sua campagna contro gli Stati Uniti, che sostiene, stanno aiutando i suoi rivali a compiere un golpe. A conferma della sua ipotesi, l'erede-delfino di Hugo Chavez ha annunciato l'arresto di diversi americani "nei giorni scorsi" per attività di spionaggio e reclutamento di venezuelani.

Tra gli arrestati anche un pilota statunitense di origini latino-americane, preso, secondo Maduro, nello Stato sud-occidentale di Tachira al confine con la Colombia. L'identità della presunta spia non è stata però rivelata.

Il 20 febbraio grande scalpore aveva suscitato l'arresto del sindaco di Caracas, l'anti-chavista Antonio Ledezma, ad opera dei servizi segreti (Sebin) in un'operazione spettacolare: una raid all'alba in cui gli 007 incappucciati di Maduro hanno anche sparato diversi colpi in aria.




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