domenica 7 settembre 2014

Al Qaeda annuncia la sua espansione in India



Il leader di Al Qaeda Ayman al Zawahiri ha annunciato l’espansione di Al Qaeda in India.

Al Zawahiri ha chiesto ai musulmani indiani di unirsi “alla carovana della jihad”. In un video di 56 minuti, diffuso su internet, il leader di Al Qaeda ha dichiarato la sua fedeltà al mullah Omar, il leader dei taliban afghani e ha criticato lo Stato islamico. Il gruppo terroristico che ha la sua base in Siria e Iraq sta infatti minacciando l’influenza e la leadership di Al Qaeda.

Al Zawahiri guida Al Qaeda dalla morte di Osama bin Laden nel 2011 e ha ribadito che il gruppo è ancora fedele al messaggio di Bin Laden che faceva appello “all’unità transnazionale di tutti i musulmani contro il nemico, per liberare le terre occupate e creare un nuovo califfato”.

Il leader di Al Qaeda ha indicato il Pakistan, la Birmania, il Bangladesh, il Gujarat, il Kashmir e l’Assam come nuovi territori di influenza di Al Qaeda.

Al Qaeda si sente minacciata dallo Stato islamico che ha occupato alcune aree d’influenza storiche del gruppo terroristico come l’Iraq e sta drenando risorse economiche e armi.

Il riferimento al califfato, fatto da Al Zawahiri, è una risposta alla dichiarazione del leader dello Stato islamico Abu Bakr al Baghdadi che si è proclamato il capo di un nuovo califfato e ha chiesto la fedeltà di tutti i musulmani nel mondo. Abu Bakr al Baghdadi ha rotto con Al Qaeda nel 2013 quando ha rifiutato di ritirarsi dalla Siria.

In India vivono il 15 per cento dei musulmani di tutto il mondo, si tratta di 175 milioni di persone. Il nuovo leader di Al Qaeda nel subcontinente è Maulana Asim Umar. Umar ha chiesto ai musulmani indiani di concentrarsi sulla jihad in Kashmir, la regione dell’India contesa tra New Delhi e Islamabad.

Il nuovo premier Narendra Modi è un obiettivo per i jihadisti. Modi è accusato di aver incoraggiato e sostenuto le violenze contro i musulmani del Gujarat nel 2002 e in quell’occasione morirono circa mille musulmani.

Lo Stato Islamico sta ormai per soppiantare Al-Qaeda al vertice delle organizzazioni terroristiche della jihad internazionale, grazie alla sua potenza militare, alla radicalità delle sue posizioni e alla capacità di utilizzare i moderni mezzi di comunicazione. Secondo il parere di molti analisti, assumendo il controllo del territorio a cavallo della frontiera fra Siria e Iraq e proclamando la creazione di un califfato, l’IS ha riportato successi mai raggiunti dal movimento fondato da Osama Bin Laden.

La conquista della città di Mosul ha consentito ai membri dell’IS di mettere le mani su un tesoro di guerra da centinaia di milioni di dollari e su un arsenale degno di un esercito moderno. La vittoria, celebrata su tutti i social network, non e’ stata tuttavia salutata con favore dai leader di Al-Qaeda e la maggior parte dei movimenti jihadisti che avevano annunciato la loro adesione alla Rete di Bin Laden per il momento hanno rifiutato di unirsi al califfato proclamato dal leader dello Stato Islamico, Abu Bakr Al-Baghdadi. Ma i successi militari ottenuti dall’IS in Iraq e Siria potrebbero cambiare le carte in tavola.

“Lo Stato Islamico e’ già riuscito a imporre al mondo intero il suo nome, malgrado non sia uno stato ma una macchina da guerra e che la sua vocazione totalitaria minacci tutti i musulmani”, dice Jean-Pierre Filiu, professore di Sciences Po, l’istituto di studi politici di Parigi. “Questa ambizione senza frontiere da parte di uno Stato islamico e’ particolamente attraente per i nomadi della globalizzazione, individui dall’identità’ insicura che si rivolgono al califfato autoproclamato. Il capo dello Stato islamico festeggia le vittorie militari e sembra in grado di mettere in difficoltà il mondo intero, mentre Zawahiri, il successore di Bin Laden alla guida di Al-Qaeda, parla in video e non suscita più interesse al di la’ di una ristretta cerchia”.


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