martedì 18 marzo 2014

Venti di guerra in Crimea Kiev accusa,"ora ordine sparare a vista"


Stati Uniti e l’Unione europea hanno approvato delle sanzioni contro la Russia dopo che il 17 marzo la Repubblica autonoma di Crimea ha approvato attraverso un referendum l’annessione alla Federazione russa.

L’Unione europea ha congelato i conti correnti di 21 funzionari della Crimea e russi, e ha limitato la loro possibilità di spostamento all’interno dell’Unione.
Anche gli Stati Uniti hanno approvato delle sanzioni contro sette funzionari russi, e anche contro il presidente ucraino deposto Viktor Janukovič, che è fuggito in Russia.

Questi funzionari sono accusati di aver giocato un ruolo fondamentale nell’organizzazione del referendum che ha decretato l’indipendenza della Crimea dall’Ucraina e che Kiev, gli Stati Uniti e l’Unione europea considerano illegale.

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama in una conferenza stampa a Washington ha detto che gli Stati Uniti sono “pronti ad approvare ulteriori sanzioni” e che questo dipenderà dalle prossime mosse della Russia.

“Se Mosca interverrà ancora in Ucraina non otterrà nulla e si isolerà sempre di più, riducendo la sua influenza sul resto del mondo”, ha detto Obama.

L’annessione alla Russia. In Crimea ha vinto il sì con il 96,6 per cento dei voti al referendum per l’annessione alla Russia. C’è stata un’affluenza superiore all’80 per cento alle urne.
Subito dopo l’annuncio dei risultati ufficiali il 17 marzo, il parlamento della Crimea ha votato una risoluzione per chiedere l’annessione alla Russia e per dissolvere le unità dell’esercito ucraino che sono stanziate nella regione. Inoltre tutti i beni dello stato ucraino in Crimea sono stati nazionalizzati.
Il presidente ucraino ha definito il referendum “una grossa farsa” e il parlamento ucraino ha votato una risoluzione per mobilitare le truppe in vista di una possibile invasione da parte della Russia.
Il presidente russo Vladimir Putin parlerà dell’annessione della Crimea al parlamento russo il 18 marzo. Intanto il 17 marzo Putin ha firmato un decreto in cui riconosce la sovranità della Crimea.


Venti di guerra in Crimea: Vladimir Putin ha accolto la Penisola nella casa madre Russia, ma Kiev non ci sta. E - nel giorno in cui denuncia l'uccisione di un suo militare, il primo morto di questo conflitto finora solo di parole - dà ordine alle proprie truppe, barricate nelle basi, di "sparare a vista" contro chiunque tenti di entrare. Ovvero i militari russi e i miliziani filo-Mosca. La tensione è alle stelle, in una sparatoria davanti a una base ucraina nella periferia di Simferopoli ci sono - affermano fonti di Kiev - almeno un morto e due feriti. Mentre la polizia locale precisa che i morti sono stati due, un soldato ucraino e un elemento delle 'Forze di autodifesa' filo-russe, e uno per parte pure i feriti. Nel comando della Marina, in viale Karl Marx, a due passi dal Parlamento secessionista della Crimea, i soldati si preparano intanto a una notte da incubo, scommettendo che i russi entreranno.

Due giorni fa davanti alla base sono apparsi i blindati della Flotta del Mar Nero, con militari a volto coperto e pesantemente armati che hanno circondato la struttura, dove i filo-Kiev rifiutano di ammainare la bandiera e consegnare le armi. "Siamo in stato di allerta dopo quello che è successo nell'altra base a Simferopoli: abbiamo ordine di sparare a vista su chiunque tenti di entrare qui", ha detto il tenente colonnello Igor Mamciur. La giornata si è aperta con il tripudio per Vladimir Putin: "A Sebastopoli ci sono tante brave persone e marinai, siamo noi che li vogliamo parte della Russia e non solo loro che vogliono esserlo", ha detto il presidente alla Duma russa, in un discorso trasmesso in diretta in piazza Nahimov, a Sebastopoli.

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