sabato 8 febbraio 2014
Le anticipazioni della stampa indiana i marò rischiano 10 anni
Nell'udienza in Corte Suprema di lunedì contro i Marò, l'India non invocherà, come avrebbe avuto intenzione di fare, un articolo della Legge per la repressione della pirateria (Sua Act) che comporta la pena di morte. Nel proporre i capi di accusa per i due fucilieri ripiegherà invece su una imputazione più mite che evoca genericamente "violenze" sulle navi, e che prevede una pena fino a dieci anni di carcere. E' stato il portavoce del ministero degli Interni Kuldeep Dhatwalia, in genere avaro di informazioni utili, a confermare che il ministero stesso aveva in effetti autorizzato la polizia Nia a perseguire i due marò "in base al Sua Act, ma senza invocare l'articolo che prevede la pena di morte".
Anticipazioni della decisione erano già arrivate dalla stampa indiana, che oggi spiega che il rapporto con i capi d'accusa che la Nia presenterà ai giudici nei prossimi giorni, e che sarà illustrato lunedì in Corte Suprema, non conterrà più l'accusa per i marò di "aver provocato la morte" di due pescatori, ma più semplicemente di aver usato "violenza".
"Il governo ritiene sconcertante il riferimento" alla legge antipirateria, fa sapere il ministro degli Esteri che si definisce "interdetta ed indignata".
Si definisce "interdetta ed indignata" il ministro degli Esteri Emma Bonino dopo le anticipazioni pubblicate sulla stampa indiana circa la probabile applicazione della legge antipirateria (Suppression of Unlawful Act), seppur senza l'articolo che contempla la pena di morte, durante l'udienza in Corte suprema di lunedì che vede imputati i due fucilieri italiani Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. I due marò rischiano secondo il Sua Act fino a 10 anni di carcere.
Se dovesse essere confermata l'applicazione del Sua Act, fa sapere la Bonino "sarà contestata in aula dalla difesa italiana nella maniera più ferma. II governo ritiene sconcertante il riferimento (alla legge antipirateria indiana) e farà valere con forza e determinazione in tutte le sedi possibili l'assoluta e inammissibile incongruenza di tale impostazione anche rispetto alle indicazioni a suo tempo fornite dalla stessa Corte Suprema indiana", ha aggiunto.
La Corte suprema non farà ricorso, secondo le indiscrezione, all'articolo che prevede la pena di morte, ma i due rischiano comunque dieci anni di carcere. La legge antipirateria prevede infatti che "chi illegalmente e intenzionalmente commette un atto di violenza (...) sarà punito con la prigione per un periodo che può giungere fino a dieci anni ed è sottoponibile a multa". Un tentativo di mediazione che non accontenta comunque l'Italia.
Troppo poco, infatti, perché la spina dorsale dell'impianto accusatorio resta affidata al Sua Act, concepito come legge di repressione del terrorismo. "Il Sua Act è per noi una "linea rossa' e lo respingiamo", ha ripetutamente dichiarato al riguardo l'inviato del governo, Staffan de Mistura.
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