venerdì 3 febbraio 2017

Osservatori Osce: «In Donbass si rischia un disastro umanitario»


L’ambasciatore ucraino presso l’Onu Volodymr Yelchenko ha attribuito alla Russia e ai separatisti filorussi la responsabilità degli scontri che dal 29 gennaio hanno provocato almeno 19 morti e lasciato migliaia di civili senza gas, luce e in alcuni casi acqua e riscaldamento. Mosca invece ha accusato Kiev di aver violato la convenzione di Ginevra bombardando civili e di non rispettare gli accordi di Minsk. L’ambasciatrice degli Stati Uniti presso l’Onu Nikki Haley ha avvertito che le sanzioni contro la Russia non saranno rimosse finché Mosca non renderà la Crimea a Kiev.

Nelll’Ucraina orientale si è riaccesa la guerra. Dal 29 gennaio, da una parte e dall’altra della linea del fronte, le violazioni della tregua sono sfuggite a ogni controllo. Chi ha aperto il fuoco per primo? Nel gelo dell’inverno ucraino, sono state colpite anche le infrastrutture che assicurano acqua ed elettricità: «Questa volta - ha avvertito venerdì in collegamento video dalla regione di...

I funzionari ucraini hanno preso sul serio la possibilità di un’invasione russa in piena regola: la dottrina militare ucraina identifica la Russia come la maggiore minaccia militare del paese, e Poroshenko, il presidente dell’Ucraina, ha ordinato una revisione entro il 2020 di tutto il corpo del comando militare. I funzionari ucraini, nutrono preoccupazioni che il conflitto possa coinvolgere anche altri paesi della regione.
Nei paesi baltici, ad esempio, le unità di difesa civili si sono preparate, assieme ai gruppi partigiani della seconda guerra mondiale, per difendersi da una invasione russa.

È un’escalation brutale, come non se ne vedevano da mesi, nell’Ucraina orientale. Il bilancio delle vittime non è facile da verificare, ma secondo le varie fonti si arriva a 34 morti in meno di una settimana, e tra questi sei civili.
Per Mosca è più che evidente la responsabilità del governo ucraino.

Gli Stati Uniti e la NATO hanno spostato risorse militari verso est per rassicurare il fianco orientale della NATO, che è stato scosso dall’aggressione russa in Ucraina, come pure per scoraggiare Mosca dall’avventurismo palese o dalla infiltrazione militare contro ogni membro della NATO.
La situazione in tutta l’Europa orientale, in particolare all’interno degli ex confini dell’Unione Sovietica, è diventata un circolo pericoloso di rischio calcolato, con la NATO e la Russia in competizione per far aumentare la loro presenza militare in tutta la regione.
Nel frattempo, la guerra in corso continua a mantenere vive le braci del conflitto in Ucraina orientale.

E, mentre l’Ucraina, con un occhio verso Mosca, sta rapidamente ricostruendo le sue forze militari convenzionali, il paese sta anche conducendo un’epurazione culturale su tutto ciò che è relativo al suo passato sovietico e alla Russia: sono stati vietati molti canali televisivi russi, è diventato illegale cantare l’inno nazionale sovietico e le città, le vie e i paesi con i nomi di epoca sovietica, vengono rinominati.

Sulla via Khreshchatyk, il viale principale di Kiev, i venditori di marciapiede hanno esposti per la vendita rotoli di carta igienica con su disegnata l’immagine del presidente russo Vladimir Putin.

Per i leader ucraini, c’è poco da agitarsi, sia da un punto di vista strategico militare, così come con l’opinione pubblica, se non tollerare la provocazione russa, senza portarla all’importante escalation della guerra.
Mentre un’invasione russa sarebbe uno scenario da incubo per l’Ucraina, c’è già una guerra di bassa intensità in corso nel Donbas, in cui le truppe ucraine sono impegnate in combattimenti quotidiani contro le truppe russe e le loro deleghe separatiste.

Secondo i militari ucraini, le forze combinate russe, hanno concentrato i loro attacchi di domenica su posizioni a sud delle linee del fronte, vicino al porto della città industriale di Mariupol.
Le forze ucraine nella città di Vodiane, a circa 15 chilometri a nord est dei confini della città di Mariupol, hanno riportato nel giro di 180 minuti, 180 colpi di mortai da 122 mm; negli stessi attacchi le forze ibride russe hanno usato anche i sistemi lanciarazzi BM-21, granate con propulsione a razzo e armi di piccolo calibro.

Nel complesso, domenica, le forze ucraine hanno segnalato 38 attacchi separati contro le loro posizioni nella zona di Mariupol, di cui 14 con l’utilizzo di armi pesanti. Più di 50 diversi attacchi si sono verificati lungo tutta la lunghezza dei 400 chilometri della linea del fronte.

“La situazione nel settore di Donetsk vicino ad Avdiivka rimane tesa” ha reso noto l’esercito ucraino in una dichiarazione di lunedì – il mattino, il nemico ha continuato con i suoi insidiosi attacchi con l’uso di carri armati e sistemi d’artiglieria … Al momento, alle 10:30 ora di Kiev, il bombardamento con le armi pesanti si è fermato, ma sta continuando il molesto fuoco delle armi leggere”
Domenica, nella parte nord della regione di Lugansk occupata dalle forze russe, le forze occupanti hanno lanciato un totale di sei attacchi d’artiglieria pesante contro le posizioni ucraine.

La guerra in Ucraina orientale si sta avvicinando al suo terzo anniversario, ma il conflitto non mostra segni d’allentamento.

Durante il giorno, mentre gli osservatori dell’OSCE controllano il cessate il fuoco e pattugliano la zona di guerra con il loro SUV bianco, i combattimenti di solito sono relativamente calmi, o inesistenti; ma come gli osservatori smettono di controllare, e ciò avviene all’imbrunire e durante la notte, come un orologio riprende la guerra. Si tratta di una farsa quotidiana, in cui le battaglie giornaliere, che comprendono centinaia di colpi sparati, vengono catalogati come “violazioni del cessate il fuoco”.

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