Compromesso raggiunto alle Nazioni Unite tra Italia e Olanda che propongono di dividersi un anno per uno il seggio come membro non permanente nel Consiglio di Sicurezza per il biennio 2017-2018. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri olandese Bert Koenders, dopo l’accordo raggiunto con l’italiano Paolo Gentiloni.
L’intesa - che ha precedenti rarissimi - è stata raggiunta dopo cinque “fumate nere”, infatti il seggio diviso tra due paesi è una evenienza rarissima: è successo la prima volta nel 1955 con Jugoslavia e Filippine e pochissime altre volte.
L’Olanda ha tenuto duro fino a tarda notte quando l’esito della partita restava ancora incerto. Un confronto difficile, denso di incertezze e costellato di accordi dietro le quinte fin dalla prima mattinata, quando i tre concorrenti, Italia, Svezia e Olanda per i due seggi destinati all’Europa occidentale si sono presentati all’Assemblea generale dell’Onu riunita in seduta plenaria per un voto che riguardava anche altre geografiche.
Al primo turno, la Svezia, che vanta grandi tradizioni alle Nazioni Unite, ha ottenuto 134 voti, molto al di sopra dei 127 necessari per il quorum. Fonti diplomatiche dicono che ha molto aiutato l’avere al Palazzo di Vetro il numero il numero due della prima organizzazione multilaterale al mondo, Jan Eliasson, vice di Ban Ki-moon. In quel voto l’Italia ha avuto 113 voti e l’Olanda 123.
Per i capi delegazione chiamati al voto la scelta non è stata facile anche alla luce del ruolo significativo rivendicato da entrambi i Paesi. L’Olanda è un Paese che ha dedicato negli ultimi anni molti più fondi di quanto non abbiamo fatto noi alla cooperazione, questo le ha consentito di intessere stretti rapporti con numerosi Paesi in via di sviluppo. L’Italia invece è il settimo contributore in termini di fondi alle Nazioni Unite ed è il primo fra i paesi europei per partecipazione alle missioni di peacekeeping e di addestramento. Inoltre il nostro Paese mancava da dieci anni dal Consiglio, pur vantando una forte esperienza al suo interno sulla base di sei mandati ottenuti in passato. Infine, dopo Brexit vi è la necessità di riaffermare l’importanza del multilateralismo e potrebbe anche riaprirsi la battaglia per la riforma del Consiglio, fronte su cui l’Italia ha giocato partite importanti.
Ad attendere il risultato all'interno dell'aula, insieme all'ambasciatore Sebastiano Cardi, c'era anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni che negli ultimi mesi ha portato avanti una decisa campagna per sostenere la candidatura dell'Italia. Per il Paese quella dell'Onu è un'occasione importante per gli sforzi in atto sui fronti caldi dell'immigrazione ma, soprattutto, della stabilizzazione della Libia. Non solo, il Paese è impegnato anche su altri capitoli importanti della politica estera, come la Siria e il cambiamento climatico. Intanto i cinque seggi a disposizione per il prossimo biennio sono stati ricoperti, oltre che dalla Svezia, dall'Etiopia e dalla Bolivia. Infine per l'area asiatica ha spuntato un seggio il Kazakistan che ha battuto la Thailandia.
Nessun commento:
Posta un commento