martedì 7 giugno 2016

8 giugno 2016. Giornata mondiale oceani, plastica nemico numero uno



La Giornata Mondiale degli Oceani è un giorno di festa globale per un futuro migliore, nata per contribuire alla sensibilizzazione di tutti, associazioni e singoli, verso lo stato dei nostri mari. Gli oceani coprono tre quarti della superficie terrestre e garantiscono la sopravvivenza a 3 miliardi di persone. La salute del globo dipende anche dalla salute dei suoi mari: gli oceani coprono tre quarti della superficie terrestre, garantiscono sopravvivenza a 3 miliardi di persone e generano circa 3 mila miliardi di dollari all'anno in termini di risorse e industrie, il 5% del Pil globale. Lo ricorda l'Onu in occasione della Giornata mondiale degli oceani che si celebra l'8 giugno.

Quest’anno il tema della ricorrenza è “Oceani sani, pianeta sano” e l’impegno delle Nazioni Unite è particolarmente concentrato sula lotta all'inquinamento da plastica, una delle principali piaghe dei mari dei nostri giorni. “C’e’ bisogno di azioni urgenti su scala globale per alleviare gli oceani dalle molte pressioni che devono affrontare e per proteggerli da pericoli futuri“, ha affermato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Ogni anno nelle acque del pianeta finiscono circa 8 milioni di tonnellate di plastica. . Rifiuti che si scompongono in pezzi sempre più piccoli fino a diventare microplastiche

Prevenire l’inquinamento marino dalla piaga della plastica è l’impegno delle Nazioni Unite che promuove, per i festeggiamenti, eventi in tutto il mondo. L’interesse verso questo tema è cresciuto enormemente in ogni luogo da quando Ocean Project è nato, nel lontano 2002,  raggiungendo milioni di persone in tutto il mondo con centinaia di partner coinvolti.

L'inquinamento prodotto dalla plastica è una minaccia seria, sottolinea l'Onu, perché ha un impatto notevole sulla salute degli animali marini. Solo pochi giorni fa uno studio su Science evidenziava che le larve di alcuni pesci preferiscono le microplastiche al loro cibo naturale (il plancton), assuefatte come i ragazzi allo 'junk food'. Tendenza che ha influito sul loro sviluppo, portando le larve anche alla morte.

L’occasione della celebrazione di questa giornata giunge a favore per ricordarci lo stato di sofferenza in cui versano i mari del pianeta e la vegetazione e le bellezze marine viventi che ospitano, alle prese con cambiamenti climatici dall'impatto devastante, allevamenti intensivi, e un radicato inquinamento dovuto alla presenza di rifiuti.

Come detto in cima a questa triste classifica c’e la plastica, e in particolare la prima risulta essere una presenza costante nei mari di tutta la Terra: bottiglie e sacchetti riempiono coste e litorali come le acque profonde. Provando a dare un’occhiata ad esempio ai principali rifiuti presenti nell’area del Mediterraneo, vediamo che subito dopo plastica e metalli abbiamo in ordine di diffusione nasse, reti, strumenti da pesca e cassette per il pesce, poi al quarto posto mozziconi di sigaretta e subito dopo i rifiuti da mancata depurazione, come assorbenti, cotton fioc e preservativi, tutte cose che gettiamo nel water non tenendo conto delle conseguenze.

È quanto emerge dall'analisi effettuata nel 2015 da Legambiente con il dossier Beach Litter monitorando l’area del Mediterraneo, ma il discorso è valido in qualsiasi altra area geografica del pianeta, poiché lo studio dimostra come siano le cattive abitudini della popolazione la principale causa di inquinamento marino, coadiuvate da carente o mancante attività di depurazione e residui di attività produttive.

Possiamo fare molto per evitare di trasformare le spiagge in discariche e il mare in un’immensa colata di spazzatura, che danneggia gravemente le acque, le biodiversità presenti, rischiando anche di infettare l’intera catena alimentare, ritorcendosi perciò contro di noi. Il consiglio è sempre di effettuare una corretta raccolta differenziata e riciclare il più possibile, e ricordarci banalmente quando andiamo in spiaggia d’estate di non lasciare le tracce del nostro passaggio: aumentando la nostra soglia di attenzione tutti quanti, riusciremmo a ridurre l’impatto della presenza umana sulla vita degli oceani.



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