domenica 5 giugno 2016

Muhammad Alì, la leggenda oltre il pugilato


Complicazioni respiratorie, aggravate dal morbo di Parkinson: a Phoenix è morto a 74 anni Muhammad Ali, ex campione del mondo dei pesi massimi, forse il più grande sportivo di sempre.

«Cassius Clay è un nome da schiavo. Io sono Muhammad Ali, un nome libero». Non solo una leggenda del pugilato, ma un uomo dotato di grande sensibilità, carismatico, impegnato nella lotta per i diritti civili e nelle battaglie sociali in favore della comunità afroamericana.  Il grande boxeur all'apice della sua carriera sul ring faceva incetta di titoli milionari e cachet da capogiro: si ricordano infatti gli otto milioni di dollari incassati per il match con Larry Holmes nel 1980 come uno dei compensi record dell'epoca. Nel corso dei decenni ha poi gestito con attenzione sponsor e profitti scaturiti dalla sua immagine.

E personalità di vario tipo, e di tutto il mondo, continuano a rendere omaggio al mito di Muhammad Ali e di ciò che la sua figura significava. Ora è il turno anche di Madonna, che sul proprio profilo Instagram ha pubblicato tre foto, di cui due che la ritraggono assieme all'icona del pugilato. La terza foto è un'immagine di Ali con la rockstar Prince, anche lui scomparso di recente. "Quest'uomo, questo re, questo eroe, questo essere umano! - è la considerazione di Madonna riferita all'ex campione del mondo dei pesi massimi -. Non ci sono parole per spiegare. Lui ha cambiato il mondo...che Dio lo benedica". E poi: "ma che sta succedendo? Stiamo perdendo tutti i nostri tesori nazionali. Lui era quello più grande".

"Caro Muhammad Ali...Ho amato quest'uomo.... E' stato incredibile fin dal primo momento che lo incontrammo a Miami, e poi in tutte le innumerevoli occasioni in cui ci siamo incrociati nel corso degli anni". Anche Paul McCartney, su Facebook, ha voluto commentare la scomparsa dell'icona planetaria, postando assieme alle proprie considerazioni una delle celebri foto, scattate nel campo di allenamento dell'ex campione, in cui Ali 'mette Ko' i 4 Beatles. "Oltre ad essere il miglior pugile di tutti i tempi - scrive ancora McCartney -, era un uomo gentile e con un grande senso dell'umorismo e che tirava sempre qualcosa fuori dalle tasche per fare qualche gioco di prestigio, a prescindere dalla situazione in cui si trovava. Il mondo ha perso una grande persona. Con amore, Paul".

Amavo quell'uomo, era un amico di tutta la vita. Ma Ali non morirà mai". Così Don King, celebre promoter del mondo della boxe e organizzatore di molti dei combattimenti del Più Grande (tra cui quello a Kinshasa contro George Foreman) ricorda l'uomo che ha dato anche a lui fama e ricchezza. "Ora vogliamo celebrare la figura di Ali per ciò che lui era - aggiunge Don King, secondo quanto riportano alcuni dei principali siti statunitensi di boxe -: un combattente per il popolo e il campione della gente. Ha sempre dimostrato, pagando anche le conseguenze delle sue azioni, che tipo di carattere avesse, la propria forza interiore, ispirazione e motivazioni. E' tutto questo che separa il grano dal loglio, lui non era uno comune".

Muhammad Alì, nato Classius Clay, leggenda del pugilato, è morto. L'ex campione del mondo dei pesi massimi e oro olimpico alle Olimpiadi di Roma '60 è deceduto nella notte tra il 3 e il 4 giugno all'età di 74 anni in un ospedale di Phoenix, in Arizona, dove era stato ricoverato giovedì 2 giugno per "precauzione". Le sue condizioni non erano state giudicate gravi, ma data l'età e il morbo di Parkinson, di cui 'Il più grande' era malato da trent'anni, i medici avevano scelto la strada della prudenza. Sara' l'ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton a pronunciare l'elogio funebre durante il tributo pubblico in memoria di Muhammed Alì fissato per il prossimo venerdi' a Louisville, in Kentucky. Il corpo di Muhammed Ali arrivera' a Louisville nelle prossime 24-48 ore e nella città' natale si terranno giovedi' le esequie in forma strettamente privata con la partecipazione dei familiari. Mentre venedi' sara' il giorno del tributo pubblico che prevede anche una processione funebre nella citta'.

Alì è morto dopo uno shock settico, "in seguito a non specificate cause naturali". Lo ha detto il portavoce della famiglia del campione scomparso, sottolineando che l'ex pugile ha passato le ultime ore di vita circondato dai familiari. Il mondo lo piange e, tra gli altri, il presidente Obama lo ha omaggiato con queste parole:  "ha scosso il mondo. E per questo il mondo adesso è migliore. Siamo tutti migliori".

Le sue frasi celebri

Non solo una leggenda del pugilato, ma un uomo dotato di grande sensibilità, carismatico, impegnato nella lotta per i diritti civili e nelle battaglie sociali in favore della comunità afroamericana.
Ecco le frasi più celebri di Muhammad Ali.

 "Cassius Clay è un nome da schiavo. Io non l'ho scelto e non lo voglio. Io sono Muhammad Ali, un nome libero. Vuol dire amato da Dio. Voglio che la gente lo usi quando mi parla e parla di me". 1964

 "Vola come una farfalla, pungi come un'ape. Combatti ragazzo, combatti". 1964, prima del match con Sonny Liston.

 "Sono il re del mondo, sono carino, sono cattivo. Ho scosso il mondo, ho scosso il mondo, ho scosso il mondo!". 1964 dopo aver sconfitto Sonny Liston.

 "E' difficile essere umili quando si è grandi come me".

 "Non ho mai litigato con questi Vietcong. I veri nemici della mia gente sono qui". 1966, sul perché si fosse rifiutato di arruolarsi nell'esercito americano e combattere in Vietnam.

 "Ho già festeggiato, ho pregato Allah". 1971, dopo che la sua condanna per renitenza alla leva era stata annullata dalla Corte suprema.

 "L'ho detto a tutti quelli che mi criticano che sono il più grande di tutti i tempi.... Non datemi perdente fino a che non ho 50 anni" 1974, dopo aver sconfitto George Foreman nel celebre match a Kinshasa.

 "Tutto quello che posso fare è combattere per la verità e la giustizia. Non posso salvare nessuno. Lui è un personaggio di fantasia". Alla presentazione del fumetto in cui Muhammad Ali sconfigge Superman.

 "La gente dice che parlo lentamente oggi. Sai che sorpresa. Mi sono beccato 29.000 pugni in faccia. Ma ho guadagnato 57 milioni di dollari e ne ho risparmiati la metà. Di pugni forti ne ho presi pochi. Sai quante persone di colore vengono uccise al giorno d'oggi da colpi di pistola o da coltellate senza incassare una lira. Magari parlo lentamente, ma la mia testa è a posto". 1984, a Seattle.

"Le mie sofferenze fisiche sono state ripagate da quello che sono riuscito ad ottenere nella vita. Un uomo che non è coraggioso abbastanza da assumersi dei rischi, non otterrà mai niente". 1984, Houston.


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