martedì 12 maggio 2015

Sochi: prove di dialogo tra Vladimir Putin e John Kerry



Dopo due anni di assenza, il segretario di Stato statunitense John Kerry è tornato in Russia.

Vladimir Putin vuole che le relazioni tra Russia e Stati Uniti tornino alla normalità, ha spiegato il suo consigliere Jurij Ushakov. Senza chiarire che cosa intenda fare il capo del Cremlino per arrivare all'obiettivo. Scoprirlo è stata probabilmente la ragione per cui Kerry è volato a Sochi, sul Mar Nero. Nella residenza di Bocharov Ruchei, lui e Putin hanno parlato per quattro ore, si sono scambiati sorrisi, a un certo punto Kerry ha descritto in un tweet la discussione come “franca”: «È importante mantenere aperti i canali di comunicazione», ha aggiunto il capo della diplomazia americana.

La crisi siriana e il fragile cessate il fuoco in Ucraina sono stati al centro dei colloqui del segretario di stato statunitense John Kerry con il presidente russo Vladimir Putin e il suo capo della diplomazia, Sergej Lavrov. L’incontro a Soči tra Kerry e Lavrov, il primo dall’inizio della crisi ucraina nel 2014, è durato quattro ore. Il responsabile della diplomazia di Washington è stato poi ricevuto da Putin nella sua residenza presidenziale nella cittadina sul Mar Nero, dove l’anno scorso si tennero i giochi olimpici invernali.

Dopo aver reso omaggio con una corona di fiori al memoriale della seconda guerra mondiale, Kerry ha voluto mettere alla prova la volontà di Putin sulla tregua in Ucraina tra i separatisti filorussi e l’esercito regolare. Ha voluto inoltre spingere Mosca ad appoggiare una soluzione politica di transizione in Siria, per porre fine alla guerra iniziata nel 2011. Fonti statunitensi hanno espresso l’auspicio che i recenti insuccessi militari dell’esercito del presidente Bashar al Assad possano essere un incentivo per Mosca a cooperare con gli Stati Uniti.

E nonostante i progressi fatti in materia di armi chimiche, resta ancora molto da fare, come hanno notato altre fonti del dipartimento di stato. Tra le questioni sul tavolo anche l’Iran: Kerry vuole convincere Mosca a non proseguire con il progetto di vendere un sistema missilistico alla Repubblica islamica, che aggirerebbe l’embargo sugli armamenti a Teheran. Gli Stati Uniti temono che i missili potrebbero rappresentare un ostacolo nelle trattative sul nucleare iraniano. La Russia è tra i paesi che stanno cercando di negoziare un accordo definitivo che limiti le ambizioni nucleari di Teheran.

Più tardi, in conferenza stampa a fianco del ministro degli Esteri russo Serghej Lavrov, Kerry ha elencato i temi affrontati insieme a Putin: i negoziati sul nucleare iraniano, la minaccia Isis in Siria, la Libia, lo Yemen.E l'Ucraina, naturalmente: Kerry ha sottolineato le divergenze su questo fronte, ma anche i punti di accordo. E ha scandito le condizioni alle quali gli Stati Uniti sarebbero pronti ad avviare una revisione delle sanzioni imposte contro la Russia: pieno rispetto degli accordi di Minsk, del cessate il fuoco e del ritiro degli armamenti, avvio del processo di riforme su cui si appoggerà la futura composizione del conflitto. Per arrivare a questo, gli Stati Uniti promettono un impegno maggiore. E insieme, Russia e Stati Uniti hanno deciso di non prendere misure che possano aggravare ulteriormente il loro legame.

Questo è stato uno degli incontri significativi anche solo per il fatto di essere avvenuti: nel riconoscimento reciproco che, al di là delle distanze ancora incolmabili sull'Ucraina, Stati Uniti e Russia hanno troppi ambiti di interesse comuni per non parlarsi ancora. Obiettivo di Kerry -a parte l'Ucraina - era ragionare sul negoziato nucleare con l'Iran, evitando possibilmente la vendita di sistemi antimissile russi a Teheran; e riprendere insieme le fila della guerra senza speranza in Siria, dove il Cremlino seguita a sostenere il regime di Bashar Assad. Dalla Siria allo Yemen e alla Libia: sono gli incendi senza controllo del Medio Oriente a rendere di nuovo necessaria una collaborazione russo-americana.

L'Ucraina ha reso incolmabile la distanza? Saranno i prossimi giorni a dire se Kerry ha ragione quando spiega che, soprattutto nei momenti di crisi, nulla può sostituire il parlarsi direttamente. Cosa che non ha mai smesso di fare con Lavrov, un rapporto fatto anche di frecciate e di scherzi. In mattinata il ministro russo era arrivato all'hotel “Patria” di Sochi a bordo di una candida “Pobeda”, “Vittoria”.


Nessun commento:

Posta un commento