sabato 26 ottobre 2013
Aung San Suu Kyi ritira premio Sakharov
Aung San Suu Kyi rimase prigioniera, prima in carcere, poi ai domiciliari, fino al 2010, quando le pressioni internazionali portarono il regime birmano a liberarla. Nel 1991 venne insignita anche del Premio Nobel per la Pace.
La leader dell’opposizione birmana Aung San Suu Kyi, ha finalmente potuto ritirare a Strasburgo il premio Sakharov per la libertà di pensiero dopo 23 anni dall'assegnazione. Il Parlamento europeo le assegnò l'onorificenza nel 1990, anno in cui venne arrestata all’indomani delle elezioni che aveva stravinto e con le quali sarebbe diventata Primo Ministro.
Accolta dagli applausi degli eurodeputati e dal presidente Martin Schulz, ha ricevuto il premio alla memoria del dissidente sovietico Andrej Dmitrievič Sacharov, dedicato a quanti hanno speso la loro vita per la difesa dei diritti umani e delle libertà. Come la giovane pakistana che ha sfidato i talebani, Malala Yousafzai, che l'ha ottenuto quest'anno.
Suu Kyi, 68 anni, è in questi giorni impegnata in Europa per convincere i dirigenti europei a fare pressione sul Governo militare, in particolare perché modifichi la Costituzione in senso più democratico. La Costituzione birmana, attribuisce il 25% dei seggi nelle assemblee ai militari attivi e rappresenta anche un grosso ostacolo all’obiettivo annunciato da Aung San Suu Kyi di diventare presidente dopo le elezioni del 2015. La Costituzione vieta in effetti ad un birmano sposato ad uno straniero o con figli stranieri di occupare la massima carica dello Stato e il marito Michael Aris, oggi scomparso, era di nazionalità britannica così come lo sono i loro due figli. Aung San Suu Kyi ha trascorso circa quindici anni ai domiciliari prima di essere liberata poco dopo la controverse elezioni del novembre 2010. Da allora si è rilanciata nell’agone politico impegnandosi a favore delle riforme intraprese dal nuovo governo succeduto alla giunta disciolta nel marzo 2011. Suu Kyi è stata eletta deputato alle elezioni suppletive del 2012.
“E’ importante che insegniamo ai giovani l’importanza della libertà di pensiero. La libertà di pensiero inizia con il diritto di porre delle domande. E questo diritto, il nostro popolo a Myanmar, non lo ha avuto per così tanto tempo, che alcuni dei nostri giovani, non sanno nemmeno come si fanno le domande”, ha spiegato Aung San Suu Kyi. "Abbiamo bisogno di istruzioni, di sanità, della libertà e del diritto di forgiare il nostro destino, di poter decidere cosa sia meglio per noi stessi", ha concluso.
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