sabato 28 settembre 2013
Relazioni USA Iran dal 1979 che erano inesistenti
Evento storico la telefonata tra i presidenti Barack Obama e Hassan Rohani . I presidenti si sono parlati al telefono. Una comunicazione diretta tra un presidente americano e uno iraniano non c'era dalla Rivoluzione islamica del 1979 con l’instaurazione del regime khomeini. Un contatto per arrivare a una soluzione diplomatica sul programma nucleare dell'Iran. "Risolvere e superare le differenze è possibile -ha detto Obama e i team sono già al lavoro". Obama ha chiesto all'Iran "azioni significative che potrebbero portare ad un alleggerimento delle sanzioni". I due leader hanno concordato incontri a breve tra i ministri degli Esteri ed auspicato di risolvere il nodo relativo ai progetti nucleari.
È stato Barack Obama a chiamare: in un messaggio su Twitter il presidente iraniano ha detto di aver espresso al capo della Casa Bianca la sua gratitudine per «l'ospitalità e per la telefonata». Ma l'idea della telefonata sarebbe stata in effetti suggerita dagli iraniani. E secondo fonti vicine al presidente iraniano la chiamata sarebbe giunta del «tutto inattesa». Obama, nel corso della conversazione, si è scusato con Rohani «per il terribile traffico di New York» sulla strada per l'aeroporto. «Have a Nice Day» («Le auguro buona giornata»). «Thank you. Khodahfez». Questo, nel tweet attribuito al presidente iraniano, il saluto tra i due capi di Stato al termine della storica telefonata. «Khodahfez» è un comune messaggio di commiato in farsi, letteralmente «Dio sia il tuo custode». Si è trattato del primo colloquio diretto tra i leader dei due Paesi dal 1979, quando Jimmy Carter telefonò all'allora scià di Persia - storico alleato degli Stati Uniti nella regione - poco prima che la furia popolare lo costringesse a fuggire dal Paese.
«Quella con il presidente iraniano Hasan Rohani è stata la prima comunicazione tra i nostri due Paesi dal 1979: è indicazione che stiamo andando verso il superamento delle difficoltà affrontate nel corso della storia. Credo ci siano le basi per una soluzione» della questione del nucleare, ha spiegato il presidente in conferenza stampa. Obama ha aggiunto che un accordo con Teheran sul nucleare è possibile e che i team di entrambi i Paesi sono già al lavoro per trovare un'intesa. Il presidente Usa ha poi spiegato che i team di entrambi i Paesi lavoreranno insieme, e con il gruppo del 5+1, per andare verso un accordo. Gli Usa si coordineranno anche con gli alleati, incluso Israele, ha precisato. Il presidente americano ha quindi spiegato come lui e Rohani abbiano invitato i rispettivi team a «lavorare speditamente per raggiungere un accordo» sul nucleare. «La strada per un accordo importante sarà difficile - ha aggiunto - ma questa è l'unica opportunità per fare progressi con il nuovo governo iraniano».
Rohani ha infatti pronunciato una promessa: "Presenteremo un primo piano sul nucleare già a Ginevra''. L'appuntamento è fissato per il 15 e 16 ottobre, quando nella città svizzera si ritroveranno seduti attorno allo stesso tavolo i Paesi del cosiddetto '5+1' (Usa, Francia, Gb, Russia, Cina e Germania) e i rappresentanti di Teheran. Un tavolo al quale, ha assicurato il presidente iraniano, "parteciperemo senza porre alcuna precondizione". Obama ci crede: ''La strada che porta all'accordo è difficile e piena di ostacoli, ma penso che superare le differenze per una soluzione complessiva sul nucleare iraniano sia possibile'', ha affermato, rendendo noto oggi il suo colloquio di 15 minuti con Rohani durante una dichiarazione Tv dalla Casa Bianca
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