martedì 12 giugno 2018

Trump-Kim: storica stretta di mano



L'appuntamento con la storia inizia puntuale. Sono passate da poco le 9 a Singapore (le 3 di notte in Italia) quando il presidente americano Donald Trump e il leader nordcoreano Kim Jong-un  si stringono la mano. E' un summit storico, il primo faccia a faccia tra i leader dei due Paesi, che si sono incontrati al Capella Hotel, nell'isoletta di Sentosa.

E' la prima stretta di mano da 70 anni, sullo sfondo le bandiere dei due Paesi. "Non era facile arrivare qui... C'erano ostacoli ma li abbiamo superati per esserci", ha detto il leader nordcoreano.

"Molti penseranno che sia un fantasy, un film di fantascienza" avrebbe detto Kim a Trump, secondo quanto riferisce la Cnn. Parlando con i giornalisti, il presidente americano ha fatto sapere che l'incontro è andato "meglio di quanto chiunque potesse immaginare. Il massimo". E' "un uomo di grande talento" che "ama moltissimo il suo paese" ha detto Trump parlando del leader nordcoreano. Quindi ha annunciato che visiterà Pyongyang al momento opportuno. Anche Trump ha invitato Kim alla Casa Bianca e l'invito è stato accettato.

Lo storico incontro tra Donald Trump e Kim Jong-un è avvenuto poco dopo le 9 (le 3 in Italia) con un copione scenico e hollywoodiano: il presidente Usa e il leader nordcoreano si sono ritrovati sul patio del Capella Hotel, sull'isola di Sentosa, attraversando due porticati opposti. Con il tappeto rosso sistemato ovunque, i due leader dei due Paesi si sono stretti la mano per la prima volta da 70 anni avendo come sfondo le bandiere dei due Paesi: è durata più di 10 secondi, con Trump che ha rafforzato il contatto col giovane leader poggiando brevemente anche la mano sinistra sul braccio destro di Kim.

"Nice to meet you Mr. President", ha detto in inglese al tycoon il il leader nordcoreano. Poi, i due si sono messi in posa per i flash dei fotografi e e telecamere per immortalare lo storico momento. "È un onore essere qui", ha detto Trump prima di dare il via al faccia a faccia assistito dai soli interpreti e durato circa 40 minuti, anticipando di avere con lui una "relazione formidabile". Ha detto di sentirsi "veramente bene", con Kim seduto sulla poltrona alla sua sinistra. "Non era facile arrivare qui... C'erano ostacoli ma li abbiamo superati per esserci", ha ribattuto il leader nordcoreano.  Alla fine del colloquio, mentre si spostavano in un'altra sala per il meeting allargato, Trump ha avuto il tempo per una battuta a uso dei media: è andato "molto, molto bene", ha affermato, anticipando che i due già hanno una "eccellente relazione".    Alla riunione, dedicata alla questione del nucleare, hanno preso parte anche il segretario di Stato Mike Pompeo, il capo di gabinetto John Kelly e il consigliere sulla Sicurezza nazionale John Bolton; mentre per la parte nordcoreana, il braccio destro del leader Kim Yong-chol, il ministro degli Esteri Ri Yong-ho e Ri Su-yong, presidente della Commissione diplomatica della Suprema assemblea del popolo.

Con Kim Jong-un "risolveremo un grande problema, un grande dilemma", ha detto Trump sul nucleare con il leader nordcoreano, assicurando che "lavorando insieme ce ne faremo carico".

Kim e Trump hanno firmato un "documento completo", come definito dallo stesso presidente Usa. "Siamo onorati" di firmarlo, ha affermato Trump. Poi, rispondendo alla domanda di un giornalista, il presidente americano ha rimarcato che il processo di denuclearizzazione della Corea del Nord "inizierà molto velocemente". La Penisola Coreana vedrà un "cambiamento", ha aggiunto Trump, sottolineando di avere instaurato un "legame speciale" con Kim.

Secondo quanto riferisce la Bbc, in uno dei quattro punti principali della dichiarazione firmata a Sentosa, Pyongyang si impegna a una "completa denuclearizzazione". "Riaffermando la Dichiarazione di Panmunjon del 27 aprile 2018 - si legge - la Corea del nord si impegna a lavorare in direzione di una completa denuclearizzazione della penisola coreana".

Oltre alla denuclearizzazione della penisola coreana, tra i punti del documento figurano l'impegno a "stabilire nuove relazioni bilaterali che rispecchino il desiderio dei popoli dei due paesi di pace e prosperità", lo sforzo comune "per costruire uno stabile e duraturo regime di pace nella penisola coreana", l'impegno a recuperare le spoglie dei soldati americani dichiarati Missing in action (Mia) durante la guerra di Corea, e l'immediato rimpatrio delle spoglie di quanti sono già stati identificati.

Nella dichiarazione congiunta figura inoltre l'impegno dei due Paesi a tenere "alla prima data possibile" ulteriori negoziati guidati dal segretario di Stato americano Mike Pompeo e da un funzionario di alto livello della Corea del Nord. Trump, si legge ancora nel documento, si impegna a fornire "garanzie di sicurezza" alla Corea del Nord.

"La nostra relazione con la Corea del Nord sarà qualcosa di molto diverso rispetto al passato, abbiamo sviluppato un legame molto speciale", assicura Trump alla firma del documento finale. Un documento che lo stesso Kim Jong-Un non esita a definire "molto importante e complessivo". Trump è talmente soddisfatto che ammette che i quaranta minuti di faccia a faccia sono andati "molto meglio di quanto che si potesse prevedere". "E questo - aggiunge - porterà tanto di più". Oltre alla denuclearizzazione restano, infatti, tutti quei problemi legati alla libertà, ai campi di lavoro e alla repressione interna. Temi che, almeno per il momento, i due leader non affrontano. Intanto, però, il processo iniziato oggi porterà alla fine della guerra tra le due Coree. "Molte persone nel mondo possono pensare che sia un film di fantascienza - commenta Kim - dovremo affrontare delle sfide ma vogliamo lavorare con Trump". E il numero uno degli Stati Uniti è certo che, "lavorando insieme" potranno "superare" qualsiasi difficoltà.


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