sabato 28 aprile 2018
Storico incontro fra le due Coree: stretta di mano tra Moon Jae-in e Kim Jong-Un a Panmunjom
"La storia ricomincia da qua". E' quanto Kim Jong-Un ha scritto sul guestbook dedicato allo storico incontro con il presidente sudcoreano Moon Jae-in. Dopo la stretta di mano al confine, i due si sono poi diretti verso la 'Peace House', nel villaggio di confine di Panmunjom, per avviare colloqui su pace e denuclearizzazione della penisola. I due leader hanno poi piantato assieme un albero - un pino del 1953 - lungo la linea di demarcazione militare coreana stabilita a seguito del cessate il fuoco alla fine della Guerra di Corea nel 1953. La terra e l'acqua utilizzate per l'operazione provenivano dalle zone a Nord e a Sud della linea di demarcazione. Durante la cerimonia, Kim è stato aiutato dalla sorella Kim Yo-jong a indossare i guanti bianchi e quindi - assieme al presidente Moon - ha gettato terra sulla base della pianta. "Questo è un posto carico di significato - ha sottolineato Kim durante la cerimonia - e in effetti è una nuova primavera che è arrivata al nord e al sud". "Spero - ha aggiunto - di trarre il massimo dalle opportunità della giornata di oggi e spero che assieme a questo pino possano fiorire le nostre relazioni".
Una zona definita 'Area di sicurezza congiunta' (JSA, Joint Security Area) che si trova a Panmunjom ed è dove Corea del Nord e Corea del Sud hanno firmato l'armistizio. Questa linea di demarcazione - lunga circa 250 km - è controllata sia da soldati nordcoreani che da militari sudcoreani e va dal Mar del Giappone al Mar Giallo, attraversando l'intera penisola. Questo incontro è il terzo mai tenuto tra i leader dei due Paesi: Kim Jong-Il (padre di Kim Jong-Un) aveva già incontrato due presidenti del Sud, Kin Dae-Jung nel 2000 e Roh Moo-hyun nel 2007 a Pyongyang.
La divisione tra Nord e Sud nasce nel 1945 quando, con la II Guerra Mondiale appena terminata, il Giappone - che dopo la prima guerra sino-giapponese di fine '800 e il Trattato di Shimonoseki (in cui Pechino cedeva a Tokyo l'isola di Taiwan e la Corea diventava pienamente indipendente) nel 1910 decide di annettere la Penisola - ne esce sconfitto. La Corea viene così divisa in due aree di occupazione: quella russa e quella americana, all'altezza del 38° parallelo. La Repubblica Democratica Popolare di Corea (nome completo della Corea del Nord) di influenza sovietica; la Repubblica di Corea (quella del Sud), invece, con influenza statunitense.
Poi, il 12 dicembre 1948, si svolgono elezioni solo nel Sud, sotto la supervisione dell'Onu: Syngman Rhee diventa presidente della Repubblica di Corea fino al 1960 quando, dopo la sua quarta rielezione, "l'esplosione della protesta popolare diede luogo a gravi disordini; costretto a dimettersi e a lasciare il Paese - si legge sull'enciclopedia Treccani - trascorre gli ultimi anni di vita nelle Hawaii".
Contemporaneamente al Nord nasce la Repubblica Democratica Popolare di Corea, retta da un governo comunista presieduto da Kim Il-sung: presidente del Partito comunista (dal 1949 Partito operaio coreano) con la proclamazione della Repubblica Democratica diventa primo ministro.
Nel 1972 lascia la carica per diventare presidente della Repubblica a cui la nuova Costituzione - varata in quell'anno - attribuisce la direzione dell'esecutivo. "Principale artefice dell'edificazione di un regime socialista nella Corea del Nord - riporta la Treccani - mantenne una posizione di equidistanza nel contrasto fra Urss e Cina e continuò a perseguire l'obiettivo di una riunificazione del Paese, tentando più volte di avviare negoziati con il governo di Seul". Negoziati che, oggi, possono sperare nel nuovo storico incontro.
Le due Coree di sono impegnate a trasformare entro il 2018 l'armistizio siglato nel 1953 in un vero e proprio trattato di pace. Lo prevede la dichiarazione congiunta firmata dai leader Moon Jae-in e Kim Jong-un.
"Abbiamo aspettato a lungo questo momento per molto tempo e quando è giunto abbiamo realizzato che siamo una nazione, che siamo vicini". E' il messaggio letto dal leader nordcoreano Kim Jong-un, a commento della firma della dichiarazione congiunta. "Siamo legati dal sangue e i compatrioti non possono vivere separatamente", ha aggiunto.
Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha detto che non rovinerà più il sonno del presidente sudcoreano Moon Jae-in a causa del lancio di missili balistici, quale effetto dello stop ai test nucleari e balistici annunciato la scorsa settimana. E' quanto ha riferito Yoon Young-chan, portavoce dell'Ufficio presidenziale di Seul in un briefing coi media trasmesso da Arirang Tv. "Non interromperò più il sonno del primo mattino", ha affermato Kim rivolgendosi a Moon.
Le due Coree hanno concordato che il presidente Moon Jae-in debba visitare Kim Jong-un a Pyongyang in autunno. Lo dichiarazione congiunta firmata dai due leader, tuttavia, non precisa il periodo limitandosi a ricordare che tra i due ci saranno, su base regolare, incontri e telefonate dopo la recentissima apertura di una linea rossa.
"La guerra coreana finirà! Gli Stati Uniti, e tutto il suo grande popolo, dovrebbero essere molto fieri di ciò che sta avendo luogo adesso in Corea!": lo ha scritto in un tweet il presidente americano Donald Trump riferendosi allo storico incontro tra la Corea del Nord e del Sud sta avendo luogo. Stanno succedendo belle cose, ma solo il tempo potrà dirlo", aveva affermato in un tweet precedente.
Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, "plaude" al summit storico tra il presidente sudcoreano, Moon Jae-in, e il leader nordcoreano, Kim Jong-un. In una nota del portavoce, Guterres "saluta il coraggio e la leadership che hanno portato a impegni e azioni concordate nella Dichiarazione di Panmunjom per la pace, la prosperità e l'unificazione della penisola". "E conta sulle parti perché attuino rapidamente tutte le azioni concordate per la riconciliazione inter-coreana, un dialogo sincero, progressi per una pace sostenibile e denuclearizzazione della penisola".
La Cina accoglie con favore l'esito del summit tra le due Coree esprimendo l'auspicio che le parti possano rafforzare il consenso raggiunto a Panmunjom per la riconciliazione. I leader dei due Paesi, ha commentato in una nota il portavoce del ministero degli Esteri Lu Kang, "hanno annunciato una dichiarazione congiunta sulla comune comprensione delle relazioni intercoreane, allentando le tensioni militari sulla penisola verso una pace permanente". Il risultato "aiuta la soluzione politica delle questioni della penisola".
Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha definito un "incontro storico" quello avvenuto tra i due leader coreani, precisando che l'Alleanza "sostiene pienamente una soluzione politica alle tensioni nella regione". "E' un primo, importante e incoraggiante passo", ha aggiunto, precisando che "è importante mantenere una forte pressione politica e diplomatica da parte della comunità internazionale".
In occasione dello "storico incontro" tra i presidenti della Corea del Sud e del Nord, "auguriamo al popolo coreano ogni bene" e "speriamo che i colloqui facciamo progressi verso un futuro di pace e prosperità per l'intera penisola coreana". E' l'auspicio della Casa Bianca.
Il governo giapponese auspica che i leader delle due Coree possano avere un incontro costruttivo che conduca a una comprensiva risoluzione delle questioni irrisolte, quali il negoziato sui cittadini giapponesi rapiti e lo stop al programma missilistico e nucleare di Pyongyang Paese. Lo ha detto il capo di Gabinetto Yoshihide Suga, che si è astenuto, tuttavia, dal fare previsioni sull'esito dei colloqui. Alla domanda di un cronista se il governo di Tokyo sarà informato sui dettagli da Seul, Suga ha risposto che le due diplomazie coordineranno congiuntamente gli sviluppi. A questo proposito il ministero degli Esteri nipponico, Taro Kono, ha ribadito che i due Paesi stanno lavorando assieme per stabilire le politiche da adottare verso il regime di Pyongyang. Secondo quanto riferito da fonti ministeriali, Kono si recherà in Corea del Sud all'inizio di maggio, per incontrare il suo omologo Kang Kyung Wha e parlare degli esiti del dialogo tra i due leader.
Sul fronte della denuclearizzazione, un passaggio della dichiarazione congiunta sottolinea l'obiettivo comune di Sud e Nord "di realizzare una penisola coreana priva di nucleare attraverso una completa denuclearizzazione". Il presidente sudcoreano ha poi aggiunto: "Il presidente Kim Jong-un ed io abbiamo convenuto che la completa denuclearizzazione sarà raggiunta, e questo è il nostro comune obiettivo".
Gli esperti però sono cauti: "La Corea del Nord da tempo si è impegnata alla denuclearizzazione della penisola coreana, che non è la stessa cosa di un disarmo unilaterale", ha detto alla Cnn Vipin Narang, docente del Security Studies Program del Mit di Boston. Il professore ha ricordato che nella 'Dichiarazione di Panmunjon' "il linguaggio non è nuovo e deve essere trattato con cautela, nonostante l'importanza storica del vertice". Anche Mike Chinoy, analista dell'Us-China Institute dell'University of California, ha invitato alla cautela e a "non lasciarsi prendere dall'entusiasmo di fronte alle scene straordinarie a cui assistiamo, c'è ancora un lavoro enorme da fare prima che queste intenzioni divengano passi effettivi".
I due leader hanno fatto sapere che nel corso dell'anno firmeranno un trattato di pace per porre fine formalmente alla Guerra di Corea, a 65 anni dalla conclusione delle ostilità. Il documento, denominato "Dichiarazione di Panmunjon per la pace, la prosperità e l'unificazione della penisola coreana" è stato presentato dopo la giornata di meeting e dopo una conversazione privata di 30 minuti da Kim e Moon.
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