La Commissione elettorale non permette la candidatura al maggiore oppositore di Putin alle Presidenziali del 2018. Alexei Navalny è già stato arrestato tre volte nel corso dell'anno.
Le autorità responsabili delle prossime elezioni presidenziali in Russia hanno formalmente escluso dalla corsa elettorale il leader d'opposizione Alexei Navalny, che ora fa appello al boicottaggio del voto del prossimo anno. La Commissione elettorale centrale russa ha deciso all'unanimità che l'attivista anti-corruzione non è idoneo alla candidatura.
Navalny era già implicitamente escluso d'ufficio dalla corsa elettorale, a causa di una condanna in un caso di frode che è però stato considerata dall'opposizione come una decisione politica. Avrebbe potuto partecipare se gli fosse stata data una dispensa speciale o se la sua condanna fosse stata annullata.
I 12 componenti della Commissione elettorale ad unanimità hanno votato contro la candidatura del principale oppositore di Vladimir Putin a causa della controversa condanna a carico di Navalny, con pena sospesa, a 5 anni per appropriazione indebita. L'avversario di Putin, comunque, aveva raccolto le firme necessarie per la candidatura. Il politico d'opposizione la definisce come una 'sentenza politica' ma il verdetto implica che lui non possa partecipare alle presidenziali.
Navalny, che ha 41 anni, è stato incarcerato tre volte quest'anno e accusato formalmente di violazione della legge per avere ripetutamente organizzato incontri pubblici, comizi non autorizzati, proteste anti-corruzione. Il principale oppositore di Putin, a questo punto, l'unico uomo che avrebbe potuto mettere in difficoltà l'uscente presidente ha invitato tutti i suoi sostenitori a non partecipare al voto, proclamando: "Stiamo dichiarando uno sciopero degli elettori. Chiediamo a tutti di boicottare queste elezioni. Non riconosceremo il risultato di queste elezioni".
In una ventina di città russe i sostenitori di Navalny sono scesi in piazza per sostenere la sua candidatura per le prossime elezioni presidenziali del marzo 2018 nonostante sia stato giudicato ineleggile.
La gente si è mobilitata a supporto di Navalny, da Vladivostok a Rostov sul Don a Mosca e San Pietroburgo, per un totale di una ventina di città, i sostenitori del carismatico avvocato e blogger anticorruzione dai toni a volte nazionalisti, si riuniscono per fare di Navalny il loro candidato davanti alle autorità elettorali locali.
Secondo i sondaggi l'attuale presidente russo Vladimir Putin, che ha annunciato che si ricandiderà per la quarta volta, riuscirà facilmente a ottenere la rielezione, il che significa che rimarrà al potere fino al 2024. I concorrenti di Putin, allontanato Navalny, sono Pavel Groudinine (Partito Comunista), Vladimir Jirinovski (estrema destra) e Ksenia Sobchak, la trentaseienne giornalista televisiva del Partito per l'iniziativa civile russa.
Durante i loro rispettivi congressi di partito a Mosca, sia la formazione di centrosinistra "Russia Giusta", sia i conservatori di "Piattaforma civica", hanno deciso di non presentare alcun candidato alle prossime elezioni presidenziali del marzo 2018, ma di sostenere la candidatura dell'attuale presidente, Vladimir Putin, che corre come candidato indipendente.
Sergey Mironov, leader di Russia Giusta, nel suo comizio ha spiegato le ragioni della decisione: "Era di fondamentale importanza per noi che Vladimir Putin partecipasse non per conto di "Russia Unita", ma come candidato indipendente. In questo modo, ha chiamato a raccolta le forze politiche e sociali russe per supportarlo, ed è proprio così che noi risponderemo."
Lo stesso concetto che ha espresso il leader di "Piattaforma Civica", Rifat Shaykhutdinov: "Il nostro partito storicamente supporta Vladimir Putin. Quando cominciò la crisi della Crimea, come ricordate, siamo entrati in un periodo molto difficile per la nostra maturità politica, supportando la riunificazione della Crimea".
Intanto la sfidante di Putin, Ksenia Sobchak, ha presentato ufficialmente la sua candidatura alla commissione elettorale centrale a correre alle presidenziali per il partito "Iniziativa civile Russa", formazione non rappresentata in Parlamento.