sabato 16 dicembre 2017

Corea del Sud: "Il regime di Kim Jong-un ha hackerato milioni di Bitcoin"



L'intelligence sudcoreana è convinta che la Corea del Nord abbia condotto una serie di attacchi hacker alle criptovalute, in particolare Bitcoin, accumulando così milioni in valuta virtuale. Gli hacker si sarebbero inoltre impadroniti dei dati personali di almeno 30mila persone. Secondo gli esperti, l'obiettivo dell'attacco è quello di evadere le sanzioni fiscali a cui è sottoposto il regime di Pyongyang.

E' quanto ha riferito la Bbc.

Almeno 7 milioni di dollari sono stati rubati, oggi hanno un valore decuplicato di 82,7 milioni. Inoltre, gli hacker si sono impadroniti dei dati personali di almeno 30.000 persone.

Secondo gli esperti, l'obiettivo dell'attacco è quello di evadere le sanzioni fiscali a cui è sottoposto la Corea del Nord.

Secondo gli esperti, citati dalla Bbc, l'obiettivo dell'attacco era quello di evadere le sanzioni fiscali a cui è sottoposto il regime nordcoreano. Da tempo si sospettava infatti che Kim Jong-un avesse accumulato un tesoretto di Bitcoin da usare contro le pesanti sanzioni imposte al Paese.

Diversi gli attacchi informatici. Il primo è stato compiuto lo scorso febbraio e ai danni di Bithumb, network fondato in Corea del Sud e il quinto al mondo per volume di transazioni. Dopo la violazione, gli hacker hanno chiesto un riscatto milionario alla compagnia per restituire i dati personali rubati. Un altro attacco, a settembre, ha preso di mira la piattaforma Coinis. Un ultimo attacco invece è stato sventato lo scorso ottobre.

Da tempo si sospetta che Kim Jong-un abbia accumulato un presunto tesoretto di Bitcoin da usare contro le pesanti sanzioni imposte al Paese.

La Corea del Nord gestisce quello che la Corea del Sud crede sia un esercito di hacker che ha spostato la sua attenzione dallo spionaggio militare al furto in campo finanziario. L’Ufficio Reconnaissance General Bureau del regime, risponde direttamente a Kim Jong Un e  tratta dalle operazioni di crimine-cibernetico in tempo di pace, allo spionaggio, alle interruzioni di rete ed impiega circa 6000 persone, come risulta da un rapporto del 2016 del Centro Internazionale di Cyber Policy presso l’Australian Strategic Policy Institute.

Nei recenti attacchi, la Corea del Sud potrebbe essere diventata un buon obiettivo non solo per la sua vicinanza a Pyongyang e per la lingua condivisa, ma anche perché, quest’anno, il paese è diventato uno dei centri di negoziazione più attivi con le cripto-valute . Il Bithumb di Seul, è il punto di scambio più grande del mondo per gli scambi ethereum. A giugno, sembra che gli hacker abbiano rubato informazioni sui clienti dal computer di un dipendente, senza che gli attaccanti siano stati identificati.


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