domenica 17 marzo 2013

Caso marò: decisione politica tardiva e poco diplomatica



Tensione ancora molto alta fra India e Italia sul caso dei marò. Ieri la Corte suprema indiana ha invitato l'ambasciatore italiano, Daniele Mancini a non lasciare il Paese e a fornire una spiegazione, entro il 18 marzo, sul mancato rientro in India dei due marò, accusati di aver ucciso due pescatori indiani.

La Corte suprema indiana può ''teoricamente ordinare l'arresto'' dell'ambasciatore d'Italia Daniele Mancini ritenendolo responsabile del non ritorno dei marò in India. Lo sostiene Harish Salve, l'avvocato che fino all'11 marzo ha difeso gli interessi italiana per poi rinunciare in disaccordo con la decisione di Roma.

Intervistato nel programma 'Devil's Advocate' della tv CNN-IBN, Salve, che non ha condiviso la decisione di trattenere in Italia Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ha sostenuto che Mancini non rispettando la dichiarazione giurata depositata presso la Corte Suprema si e' reso responsabile di ''oltraggio alla Corte''.

Secondo Salve l'ambasciatore non potrebbe far valere una immunità diplomatica perché ''la nostra Costituzione stabilisce che tutti agiscano in aiuto e secondo gli orientamenti della Corte Suprema''.

Dopo essersi detto certo che i giudici del massimo tribunale ''agiranno'' nei confronti di Mancini (una udienza e' stata fissata per domattina a New Delhi, ndr.), Salve ha ribadito che ''teoricamente'' il diplomatico potrebbe ''andare in prigione''.

Sul piano pratico, ha concluso, ''dipende da come (i giudici) vorranno regolarsi con lui. Ma possono, se vogliono, mandarlo in carcere''
Pacta sunt servanda. Cosi’, in latino, il politologo Edward Luttwak commenta in un’intervista al Corriere della Sera la decisione italiana di non far tornare in India i marò: “I patti si rispettano, l’episodio compromette la credibilità del Paese”.

“E’ mille volte peggio del caso Ruby – spiega l’analisi di geopolitica – E’ inutile che il governo Monti adotti patetiche scuse giuridiche, quei marinai devono tornare in India. Spero che il presidente della Repubblica intervenga e rovesci la decisione del governo ristabilendo il rispetto delle regole base della vita internazionale”.

“Facciamo un passo indietro – aggiunge al Corriere della Sera – il governo italiano ha chiesto agli indiani di rilasciare i due marò e i giudici hanno detto di sì. La corte del Kerala aveva stabilito una cauzione molto alta ma la Corte Suprema ha detto che i marinai dovevano essere rilasciati perché lo Stato italiano garantiva per loro, dava la sua parola. Se la cauzione fosse stata pagata allora il non ritorno dei marinai poteva avere conseguenze diverse perché’ i soldi potevano essere considerati una sorta di riscatto. Ma così non c’è scampo”.

Agendo in questo modo, aggiunge Luttwak, “il governo italiano ha compromesso lo Stato italiano, la sua credibilita”. La scelta ha conseguenze anche sull’ambasciatore italiano in India: “Per questa Corte suprema se l’Italia non rida’ indietro i marinai si mette fuori dalla legge. Siccome lo Stato è fuorilegge non esiste più l'immunità’ per l’ambasciatore perché’ rappresenta un Paese illegale”.

L'India sta valutando l’ipotesi di ridimensionare la sua missione diplomatica in Italia. Ieri New Delhi ha bloccato l’arrivo a Roma dell’ambasciatore indiano designato, Basant Kumar Gupta. La decisione "è di fatto una riduzione della missione diplomatica a Roma", ha detto oggi all’Ansa una fonte autorevole indiana. Sempre ieri un portavoce del ministero degli Esteri indiano, Syed Akbaruddin, ha dichiarato alla stampa che l’India sta riconsiderando "l’intera gamma dei nostri rapporti" con l’Italia, sottolineando che Roma dovrebbe rispettare gli accordi sottoscritti dal suo ambasciatore con le autorità giudiziarie indiane.

L’Unione europea "prende nota delle discussioni in corso fra Italia e India" sul caso dei due militari italiani "e continua a sperare che una soluzione accettabile reciprocamente possa essere trovata attraverso un negoziato". È quanto dichiara a Bruxelles la portavoce dell’alto rappresentante per la Politica estera dell’Unione europea

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