domenica 25 novembre 2018

Sì alla Brexit, May: "Riprendiamo il controllo dei confini e delle risorse



Con l'intesa raggiunta con l'Ue, "la Gran Bretagna riprenderà il controllo dei confini e delle proprie risorse che saranno spese in base alle proprie priorità": lo ha dichiarato la premier britannica Theresa May al termine del vertice del Consiglio europeo che ha dato il via all'intesa sulla Brexit. "Sono tutte cose che vanno nell'interesse nazionale", ha aggiunto la premier che nelle scorse ore ha fatto appello ai cittadini britannici affinché il divorzio dall'Unione sia "un momento di riconciliazione". "Garantiti i diritti dei cittadini Ue che vivono nel Regno Unito" "Abbiamo una partnership economica con l'Unione europea più di altri paesi. E' un bene per gli affari ed è un nostro interesse internazionale. Ebbene- rassicura la premier- se siete tra i 3 milioni di cittadini dell'Unione che sono nel Regno Unito saranno garantiti i vostri diritti e per il milione di cittadini britannici che vivono nell'Ue sarà lo stesso. Questo accordo vale per tutti e sarà reso più sicuro dalla clausola di cooperazione di sicurezza". Stabilizzare lo status dei cittadini europei che vivono, lavorano e studiano nel Regno Unito, con garanzie reciproche, che si applicheranno simmetricamente anche i cittadini britannici residenti nell'Ue era uno dei cinque obiettivi principali del negoziato di Londra con Bruxelles.

I 27 leader Ue hanno adottato il testo di conclusioni del vertice sulla Brexit, in cui si invitano "Commissione, Parlamento europeo e Consiglio, a fare i passi necessari per garantire che l'accordo possa entrare in vigore il 30 marzo 2019, in modo da assicurare un recesso ordinato" del Regno Unito.

Se qualcuno pensasse al Parlamento britannico "di rigettare questo accordo" sulla Brexit, pensando di poter ottenere un'intesa migliore, resterebbe deluso un attimo dopo la bocciatura, perché questo è l'unico accordo possibile", ed "è la migliore intesa possibile", ha detto il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, al termine del vertice, sottolineando che "oggi è un giorno triste".

"Di fronte a noi c'è un difficile processo di ratifica" dell'accordo di recesso del Regno Unito e "nuovi negoziati" ha detto il presidente del Consiglio europeo, Tusk al termine del vertice sulla Brexit -. Ma col Regno Unito "resteremo amici fino alla fine dei giorni, e anche un giorno di più".

"Ora è giunto il momento che ognuno si assuma le sue responsabilità", in quanto "questo accordo" di divorzio "è il passo necessario per costruire la fiducia tra l'Ue e la Gran Bretagna per costruire i prossimi passi". Così il capo negoziatore Ue Michel Barnier all'arrivo al vertice straordinario sulla Brexit. "Resteremo partner, alleati e amici" con Londra, ha concluso, ricordando di aver "sempre negoziato con e non contro la Gran Bretagna". Barnier ha quindi ringraziato i team di negoziatori, i 27 e l'Europarlamento.

"Questo è un Consiglio europeo storico ma che scatena sentimenti misti" in quanto "la Gran Bretagna se ne va dall'Ue dopo 25 anni ma noi rispettiamo la decisione del popolo britannico". Così la cancelliera tedesca Angela Merkel al termine del vertice Ue straordinario sulla Brexit, sottolineando che "la cooperazione tra i 27, la Commissione Ue e il Parlamento europeo è stata eccellente" e che l'accordo di divorzio "è nel nostro interesse". "Ho una sensazione di sollievo per aver ottenuto quanto è stato ottenuto", ha concluso.

 Il Consiglio europeo, si legge nelle conclusioni del vertice "sostiene l'accordo sull'uscita del Regno Unito dall'Unione europea e invita la Commissione, il Parlamento e il Consiglio a intraprendere i passi necessari per assicurare che l'accordo possa entrare in vigore il 30 marzo 2019, in modo da garantire un'uscita ordinata" della Gran Bretagna dall'Unione europea. I 27 leader hanno approvato inoltre la dichiarazione politica che delinea il quadro per le future relazioni fra Londra e Bruxelles. Il Consiglio "ribadisce la determinazione dell'Unione di avere una partnership più stretta possibile con il Regno Unito" in linea con la dichiarazione politica. L'approccio della Ue continuerà a essere definito dalle posizioni e dai principi definiti nelle linee guida concordati dal Consiglio europeo.

L'accordo affronta, tra le altre cose, alcuni aspetti fondamentali come il periodo di transizione, i diritti dei cittadini europei che risiedono in Gran Bretagna dopo il 2019 e quelli dei cittadini britannici in Europa, gli impegni finanziari di Londra con l'Ue e le relazioni fra l'Irlanda del Nord e l'Irlanda. Ecco di seguito i punti chiave dell'intesa:

In base a quanto prevede l'intesa, il Regno Unito lascerà l'Ue il 29 marzo 2019, ma fino al 31 dicembre 2020 sarà mantenuta la situazione attuale, per quanto riguarda l'unione doganale, il mercato unico e le politiche europee. Durante il periodo di transizione il Regno Unito dovrà attenersi alle norme dell'Ue, ma non farà più parte delle sue istituzioni. Il progetto di accordo stabilisce inoltre che la transizione potrà essere estesa una solo una volta e per un periodo limitato, tramite un accordo congiunto. In questo caso la decisione deve essere presa prima del 10 luglio 2020.

La bozza di accordo stabilisce anche gli impegni finanziari che il Regno Unito dovrà assumere per uscire dall'Ue. Anche se la cifra non figura nel testo dell'accordo, per divorziare con Bruxelles il Regno Unito dovrebbe versare nelle casse europee almeno 39 miliardi di sterline (circa 45 miliardi di euro). Quest'anno, ricorda la Bbc, il contributo del Regno Unito al bilancio dell'Ue è previsto in 10,8 miliardi di sterline.

Questo punto resta sostanzialmente invariato rispetto alla bozza iniziale dell'accordo. I cittadini britannici che vivono nel continente e i cittadini dell'Ue che vivono nel Regno Unito manterranno i loro diritti anche dopo la Brexit. I cittadini che prenderanno la residenza in un altro paese dell'Ue durante il periodo di transizione (compreso il Regno Unito) potranno restare in quel Paese anche dopo la transizione.

Fin dall'inizio del negoziato, sia Londra che Bruxelles hanno concordato sulla necessità di mantenere aperto il confine irlandese e impedire che il ripristino delle barriere fisiche tra Repubblica d'Irlanda e Irlanda del Nord compromettesse l'accordo di pace del 1998. Per questo si è deciso di ricorrere a un 'backstop', una clausola di salvaguardia. Il backstop dovrebbe garantire il mantenimento del confine aperto anche dopo il periodo di transizione post Brexit. In questo periodo si negozierà il futuro trattato commerciale tra Regno Unito e Ue che, secondo gli auspici, dovrebbe risolvere anche in modo definitivo la questione irlandese. Di fatto, non c'è nessuna garanzia che si possa giungere a un accordo e per questo è stata prevista la clausola di garanzia.

Il backstop concordato tra Londra e Bruxelles prevede che l'Irlanda del Nord resti allineata ad alcune regole Ue in tema di prodotti alimentari e standard sulle merci. In questo modo, non saranno necessari controlli doganali e di frontiera tra Repubblica d'Irlanda (che rimarrà territorio Ue) e Nord Irlanda. I controlli saranno però necessari per le merci destinate all'Irlanda del Nord dal resto del Regno Unito, di fatto istituendo un confine nel Mare d'Irlanda. In questo scenario, è stato concordato di creare un territorio doganale unico tra Regno Unito e Ue, e l'Irlanda del Nord resterebbe in questo medesimo territorio doganale. Finché il backstop è operativo, il Regno Unito sarà soggetto a "condizioni di parità", per garantire che non possa ottenere un vantaggio competitivo pur rimanendo nello stesso territorio doganale.



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